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I programmi per uno sviluppo equilibrato




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I PROGRAMMI PER UNO SVILUPPO EQUILIBRATO


Per comprendere meglio come la microfinanza si sia diffusa così rapidamente negli ultimi anni, è necessario riflettere sull'evoluzione recente del sistema socioeconomico, e al ruolo importante che essa può svolgere al suo interno.

La grande trasformazione che sta investendo il nostro pianeta chiamata globalizzazione non va intesa come semplice aumento degli scambi commerciali e la riduzione delle barriere doganali.

Questo processo di continua liberalizzazione commerciale negli ultimi anni è andata rallentando a causa dell'emergere di tendenze protezionistiche da parte di alcuni Paesi incapaci di rinunciare ai loro settori protetti.

L'unica vera caratteristica di questa globalizzazione è rappresentata dall'innovazione del settore dell'elettronica e delle telecomunicazioni, che hanno potuto ridurre notevolmente i tempi e i costi di trasferimento dei beni e dei servizi; con la conseguente trasformazione dei mercati locali in mercati effettivamente globali.

Trasformazioni che hanno portato a gravi conseguenze sui lavoratori di tutto il mondo.

Da ricordare è la forte differenza tra lavoratori specializzati e quelli non qualificati; i primi, infatti, sono difficilmente sostituibili e quindi dotati di poco potere contrattuale, che gli consente di avere maggiori profitti dalla globalizzazione.

Per i lavoratori non specializzati la situazione è ben diversa, infatti, le imprese vedono l'opportunità di delocalizzare parte dei loro impianti in zone dove la manodopera ha costi decisamente più bassi rispetto al Paese d'origine, mettendo in concorrenza i lavoratori dei Paesi industrializzati con quelli dei Paesi in via di sviluppo.

La globalizzazione ha così creato sempre maggiore interdipendenza tra le diverse aree del pianeta.

Oltre ad aumentare ad aumentare anche il fenomeno della povertà portandolo continuamente nelle nostre case, ha stabilito anche un nesso significativo tra la lotta alla povertà nei Paesi in via di sviluppo e le nostre possibilità di sviluppo socioeconomico o di puro mantenimento degli standard di vita raggiunti.

È anche grazie a questa maggiore interdipendenza e attenzione ai problemi del Sud del mondo, per via della crescente comprensione del fatto che essi rappresentano una minaccia per il nostro benessere, che il fenomeno del microcredito come strumento di lotta alla povertà diviene sempre più noto anche nei Paesi occidentali.

Accanto allo strumento della microfinanza si inseriscono in questo contesto altri progetti (commerci equo solidale, microprogetti,.), nati nel contesto della global governance.

Termine con il quale si intende un insieme di regole introdotte mediante accordi stipulati a livelli locali, nazionali ed internazionali, idoneo a controllare in qualche misura i flussi economici mondiali.

A livello nazionale, il mercato sottostà a un governo politico dell'economia, che ha il potere e gli strumenti per correggere gli effetti più iniqui delle sue leggi e garantire a tutti i cittadini accettabili condizioni di sviluppo umano.


PROMUOVERE LO SVILUPPO LOCALE


Su un versante diverso da quello che possono percorrere gli organismi istituzionali internazionali, il progetto di global governance può essere sostenuto attraverso l'adesione a iniziative orientate a promuovere lo sviluppo dei Paesi poveri, in modo da ridurne i ritardi.


I MICROPROGETTI

Una strada può essere quella di sostenere i microprogetti che tante ONG realizzano nel Terzo Mondo, per aiutare le piccole comunità di villaggio a risolvere problemi o a creare le condizioni per lo sviluppo umano.

I progetti sono mirati alla formazione dei più poveri per renderli protagonisti della propria crescita; a tal fine la popolazione locale viene coinvolta in tutte le fasi dei progetti stessi.

Questi possono consistere nella creazione di strutture (scuole, pozzi, mulini), nella formazione delle persone (alfabetizzazione, informazione tecnica), nella promozione di soggetti economici (accesso delle donne al lavoro).

La maggior parte dei progetti si prefigge di far prendere coscienza alle persone dei loro diritti, per renderla capaci di contribuire allo sviluppo del Paese; cura la formazione di una leadership locale, sostiene la programmazione di attività di depositi e prestiti che consentono agli abitanti locali l'indipendenza dagli usurai, incentiva la formazione di cooperative agricole e l'avvio di attività produttive.

Progetti importanti sono anche quelli che preparano le persone a tenere contatti con le autorità, per poter cogliere anche i vantaggi di eventuali iniziative previste dai piani governativi, di cui i beneficiari non usufruiscono perché non sono in grado di accedere all'informazione.

Altri progetti consistono negli interventi di emergenza per gli sfollati dalla zone di guerra, nell'aiuto al reinserimento dei profughi nei luoghi d'origine, nella ricostruzione dopo disastri ambientali o politici.


IL COMMERCIO EQUOSOLIDALE

Un'altra occasione per promuovere lo sviluppo locale è rappresentata dal commercio equosolidale, ovvero un commercio che ha lo scopo di attenuare gli effetti negativi delle leggi di mercato e sottrarre i produttori del Terzo Mondo allo strapotere delle multinazionali. I rapporti di forza tra i produttori agricoli e le grandi imprese del settore agroalimentare operanti a livello internazionale sono così smisuratamente a favore delle seconde da consentire loro di avere buon gioco nello schiacciare verso il basso il costo delle materie prime.

Il commercio equosolidale ha due referenti.

Da un lato i piccoli produttori sono stimolati ad associarsi per darsi aiuto reciproco e garantire una produzione il più possibile certa; dall'altro gli acquirenti, costituiti perlopiù da piccole società d'importazione, che si impegnano ad acquistare la merce direttamente dai produttori a un prezzo stabile nel tempo e superiore a quello pagato dalle multinazionali. Viene inoltre accordata ai produttori la possibilità di ricevere anticipi sulle vendite, in modo da evitare il ricorso a prestiti a tassi da usura per sopperire agli eventuali bisogni finanziari connessi alla gestione delle aziende.

I prezzi finali di vendita, generalmente un po' superiori a quelli di mercato, sono ampiamente ripagati dalla qualità dei prodotti, oltre che dall'espressione concreta di solidarietà verso soggetti impegnati a realizzare uno sviluppo più equo.

Le principali merci scambiate sono caffè, tè, cacao, zucchero, frutta secca tropicale, prodotti tessile dell'artigianato in genere.

I prodotti equosolidali si possono trovare in appositi punti vendita (" le botteghe del Mondo"), nei mercatini etnici e, in qualche cooperativa della grande distribuzione sensibile ai problemi dello sviluppo.



IL MICROCREDITO

Di grande interesse è anche il microcredito, che dove è stato praticato si è rilevato una strategia vincente per attivare le risorse locali e contrastare il sottosviluppo.

Il sistema del microcredito funziona con banche disposte a prestare piccole somme di denaro a coloro che non hanno garanzie valide per potersi rivolgere al sistema bancario tradizionale.

L'entità degli importi concessi è molto piccola, talvolta di poche decine di dollari, però può risolvere problemi vitali per piccoli agricoltori, artigiani, commercianti, evitando loro di rivolgersi agli usurai. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, la restituzione dei prestiti avviene quasi interamente: una volta garantiti tassi d'interesse equi e tempi ragionevoli di rimborso del capitale, la sofferenza dei creditori non supera il 2-3%.

La carta vincente del microcredito è quella di investire sulle persone, sulla volontà di riscatto di uomini e donne che, attraverso il lavoro consapevole, riscoprono la propria dignità umana.

Tra gli innumerevoli casi di successo della microfinanza come formidabile strumento di sviluppo, possiamo ricordare la prima e più famosa, la Grameen Bank con i suoi 2,5 milioni di clienti in Bangladesh, ma anche la rete Acciòn Internazional con i1,5 milioni di fruitori di piccoli prestiti in America latina, Kafo Jijinew in Mali, con 80.000 soci e quasi 8 milioni di euro di piccoli prestiti, con una media di 103 euro a prestito.


LA FINANZA ETICA

Nel quadro della attività che promuovono lo sviluppo di categorie marginali, un certo interesse sta suscitando la recente esperienza delle cosiddette banche etiche. Con questa denominazione vengono indicati particolari istituti finanziari (il primo in Italia nel 1999), che investono il denaro in attività di natura sociale ed ecologicamente compatibili.

Il risparmiatore che deposita denaro in banca non sa mai come vengono utilizzati i suoi soldi, se gli investimenti perseguono giuste cause o se finanziano aziende che producono armi, occupano manodopera minorile, distruggono gli ecosistemi.

La banca etica si prefigge di garantire la trasparenza del suo operato, il finanziamento dei soggetti che partono da una condizione di debolezza perché non dispongono di garanzie, il sostegno a progetti di alto valore sociale. Essa privilegia l'erogazione del credito a favore di organizzazioni appartenenti al terzo settore, costituite in forme di cooperativa, associazione, ente, circolo, aventi attività nei seguenti settori.

    Cooperazione sociale: reinserimento sociale e lavorativo di soggetti disagiati, cura e prevenzione del disagio e tutte le iniziative finalizzate al miglioramento della vita di soggetti svantaggiati o bisognosi, produzione di servizi alla persona, reintegrazione razziale.

    Cooperazione internazionale: sviluppo sociale ed economico delle aree più povere del pianeta, sostegno del commercio equo solidale, istruzione ed educazione, promozione di imprenditorialità minore, attività di sostegno agli immigrati.

    Ambiente: ricerca, sperimentazione e utilizzo di fonti energetiche alternative e rinnovabili e di tecniche produttive non inquinanti, servizi di smaltimento ecologico dei rifiuti, servizi di trasporto collettivi ecologici, gestione del patrimonio naturale sviluppo dell'agricoltura biologica e biodinamica, promozione della cultura ecologica.

    Cultura e società civile: gestione e tutela del patrimonio artistico culturale, animazione socio-culturale nelle aree a maggior degrado sociale, accesso alle attività sportive per tutti, creazione di occupazione nelle aree più povere, sostegno delle famiglie per l'adozione o l'affidamento dei minori, promozione del turismo sociale.



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