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GLOBALIZZAZIONE - PARERI DIFFERENTI
La globalizzazione è un fenomeno di recente sviluppo con il quale persone, informazioni e capitali possono muoversi con grande facilità e velocità fra i vari continenti. La caduta del comunismo ha accelerato questo processo perché ha abolito le barriere politiche fra i Paesi del blocco occidentale e i Paesi del blocco sovietico, permettendo così la formazione di un unico mercato globale. Anche se con questo termine ci si riferisce prevalentemente agli aspetti economici delle relazioni fra popoli e grandi aziende, il fenomeno va inquadrato anche nel contesto dei cambiamenti sociali, tecnologici e politici, e delle complesse interazioni su scala mondiale che, soprattutto a partire dagli anni 80, in questi ambiti hanno subito una sensibile accelerazione.
Possiamo parlare di tre differenti tipi di globalizzazione: la prima a svilupparsi è stata quella commerciale, che riguarda lo scambio di merci e servizi. Nella sfera economica, la globalizzazione, ha portato alla dilatazione degli scambi commerciali, dovuta ai progressi nelle comunicazioni e alle politiche di liberalizzazione seguite sia dai singoli Stati, sia da organizzazioni come, la già definita, WTO. Il fenomeno, presuppone una forte omologazione dei consumi e degli stili di vita e contribuisce a sua volta a determinarla. Alla globalizzazione commerciale si affianca poi una globalizzazione produttiva, che ha al suo centro le scelte di delocalizzazione dei processi produttivi nei paesi del cosiddetto "Terzo mondo", alla ricerca di condizioni salariali e fiscali più favorevoli. Protagoniste di tale fenomeno sono le imprese transazionali, che operano dislocando in diverse parti del globo, in ragione della convenienza economica, le varie fasi della catena produttiva. Vi è poi la globalizzazione finanziaria, ultima a svilupparsi, che riguarda il movimento di capitali a livello mondiale, sia per investimenti, sia con finalità speculative.
Relativamente al fenomeno sono però presenti opinioni diverse:
Favorevoli: Con la globalizzazione viene sempre più accantonata la figura tradizionale della singola nazione per aprirsi a considerare tutto il globo (da qui appunto il termine). L'evento è quindi considerato positivo in quanto porta i vari popoli a conoscersi e a rispettarsi fra loro. L'apertura agli altri Paesi non è però solo sociale, ma è anzi in primo luogo economica. Con la formazione di un mercato globale, la risorsa lavoro viene sempre più delocalizzata nei Paesi in via di sviluppo, dove i salari sono più bassi, consentendo una diminuzione della povertà complessiva del pianeta, garantendo l'accesso ai beni vitali da parte di fasce della popolazione sempre più estese, e portando vantaggi anche per i Paesi che esportano la produzione e che possono contare su costi del lavoro più bassi. Per i fautori della globalizzazione, in altre parole, questa è sinonimo di crescita e diffusione della ricchezza e delle opportunità.
Contrari: La globalizzazione porta alla formazione di un capitalismo che impone al mondo una sola economia ed una sola legge (il profitto). La globalizzazione e i processi di liberalizzazione dell'economia hanno prodotto un aumento del divario fra nazioni ricche e nazioni povere, una redistribuzione della ricchezza a favore di pochi gruppi multinazionali, anche grazie a politiche fiscali favorevoli, una minore sicurezza sociale, una forte estensione del degrado ambientale. La globalizzazione non ha quindi riguardo per le necessità delle parti deboli del sistema, fra le quali anche l'ambiente naturale.
I dati forniti dalle scienze sociali indicano che la globalizzazione non ha reso nel complesso i paesi più poveri, ma nemmeno ha grande influenza nella riduzione della povertà. Hanno invece effetto decisamente maggiore alcuni miglioramenti interni, quali sviluppo della rete infrastrutturale, il perseguimento della stabilità politica, le riforme del sistema agrario e miglioramento dell'assistenza sociale.
Effetti indiretti della globalizzazione sono le ripercussioni sull'ambiente e sull'inquinamento dell'aria, causate dall'industrializzazione e dall'aumento dei trasporti.
Progresso - Privilegio
Il progresso occupa, nella nostra cultura, una posizione sempre più centrale.
Certo il progresso non ha una sola dimensione negativa: a fronte di numerosi difetti e costi, esistono altrettanti pregi che ne denotano la positività di fondo.
Ma per continuare ad utilizzare la parola "progresso", bisogna che questo sia estendibile a chiunque e non esclusivamente a determinate categorie di persone (che nella stragrande maggioranza risultano essere persone ricche): se ciò avvenisse, si dovrebbe parlare di privilegio visto che riguarda una fascia ristretta di persone.
L'UNDP è l'Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Umano e il suo 10° rapporto riguarda la crescente interdipendenza degli individui in un mondo che si sta globalizzando sempre più.
Possiamo dividere il Rapporto in aree tematiche:
Governo - La globalizzazione offre numerose opportunità per il progresso umano di milioni di individui che lottano ogni giorno con la povertà Queste potenzialità possono essere colte solo attraverso un sistema di governo nazionale e mondiale decisamente più forte, che si rifaccia a valori condivisi e ad un impegno condiviso per lo sviluppo di tutti.
Opportunita' - Le opportunità devono essere distribuite in maniera più ampia possibile, per permettere a diversi Paesi di cogliere le potenzialità che la globalizzazione economica e tecnologica permette.
Estremita' e ineguaglianze - Si creano quando la distribuzione delle opportunità non avviene in maniera equa e riguardano soprattutto quei Paesi che seguono i voleri dei mercati mondiali, i quali decidono del prezzo dei maggiori prodotti di questi paesi.
Divari - Il divario di
reddito tra il quinto degli individui che vive nei paesi più ricchi e il quinto
dei paesi più poveri era, nel 1997, di
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Quinto più ricco |
Quinto più povero |
PIL |
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Mercato mondiale delle esportazioni |
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Investimenti diretti esteri |
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Linee telefoniche mondiali |
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Instabilita' economica - Le crisi finanziarie sono sempre più comuni a causa della diffusione e della crescita dei flussi globali di capitale; esse sono il risultato di rapidi aumenti ed inversioni dei flussi di capitale a breve termine.
Disoccupazione - Le pressioni della concorrenza globale hanno portato paesi e datori di lavoro ad adottare politiche di lavoro più flessibili, affiancate da accordi di lavoro più precari.
Insicurezza culturale - La globalizzazione apre l'esistenza degli individui alla cultura, al flusso delle idee e della conoscenza. Ma questo flusso di cultura risulta sbilanciato verso i
Paesi più ricchi i quali si ritrovano ad influenzare pesantemente stili di vita ed abitudini dei paesi più poveri.
Insicurezza personale - Mercati dei capitali privi di regole, progressi nella tecnologia informatica e delle comunicazioni e costi di trasporto più convenienti rendono i flussi più facili, più veloci e meno limitati non solo per la conoscenza medica ma anche per l'eroina, non soltanto per libri e sementi ma anche per il denaro sporco e le armi. Il commercio illecito - di droga, donne, armi e denaro riciclato - sta contribuendo alla violenza e al crimine che minaccia i rapporti di vicinato in tutto il mondo.
Insicurezza ambientale - Il cronico degrado ambientale minaccia gli individui a livello mondiale anche se la maggior parte dei costi viene sopportata dai poveri che, tra l'altro, non sono i primi a beneficiarne.
Insicurezza politica - Con la globalizzazione anche i conflitti hanno mutato caratteristiche: ad alimentarli è il traffico d'armi che coinvolge nuovi attori e confonde gli interessi politici e commerciali.
Regole nuove - A fronte di queste conseguenze "a doppia faccia", della globalizzazione, è necessaria un governo globale e nazionale che ponga al centro lo sviluppo umano e l'equità. È necessaria una struttura di regole, istituzioni e pratiche che ponga limiti e dia incentivi per il comportamento di individui, organizzazioni e aziende.
Cerchiamo però di non limitarci a denunciare questo fenomeno: un atteggiamento più costruttivo ci permette di capire cosa bisogna fare, come bisogna agire per far fronte alla situazione.
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