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STORIA DE "ILDUE.IT"
1. Gli esordi
Nel 1992 la Dott.ssa Emilia Patruno (giornalista del settimanale Famiglia Cristiana) entrò per la prima volta nel carcere di San Vittore per seguire un convegno sul lavoro in carcere organizzato dall'associazione Ekotonos.
In quell'occasione, un detenuto le chiese di aiutare un gruppo di persone che facevano parte de "Il Giornale di San Vittore" (il giornale della Casa Circondariale), al fine di riprendere le pubblicazioni ferme ormai da anni.
La Dott.ssa Patruno, non avendo esperienza in materia, chiese consiglio a colleghi più esperti, e il Dott.Pagano, direttore di San Vittore, le consigliò di usufruire dell'art. 17 dell'Ordinamento Penitenziario.
All'inizio le attività erano poche, e il solo luogo deputato alle riunioni di redazione era una stanza con un computer di bassa qualità.
Per qualche tempo venne prodotto un giornalino, "Senza Titolo", stampato a spese dell'associazione Sesta Opera San Fedele (associazione che presta assistenza ai detenuti): gli articoli venivano scritti a mano e ribattuti dalla stessa Dott.ssa Patruno.
Dopo numerosi sforzi, il giornale riuscì ad evolversi diventando, oggi, un sito di grande interesse.
Qui di seguito verranno presentate le tappe evolutive del giornale.
1.1. "Senza Titolo"
Il primo giornale di San Vittore era composto da 24 pagine, in formato A4, stampato in colore azzurrino e articolato in diverse rubriche: una breve storia, a puntate, sul carcere di San Vittore; una rubrica dedicata all'analisi delle figure istituzionali dell'istituto (esaminate una alla volta in ogni numero); una sezione dedicata alle notizie flash sul mondo penitenziario; una pagina intitolata "letture" dedicata ad alcuni passi tratti da un libro scelto per la settimana; eventuali interviste o resoconti di convegni ,e dulcis in fundo una rubrica culinaria ("il cuoco consiglia.") dedicata alle ricette preparate dai detenuti.
L'obiettivo della Dott.ssa Patruno, però, era quello di trasformare quelle poche pagine in un vero giornale.
La Dott.ssa Patruno, quindi, chiese aiuto a quelle associazioni che si occupavano di assistenza ai carcerati: la Sesta Opera San Fedele aveva nel suo statuto la possibilità di eseguire delle pubblicazioni, ed acconsentì all'idea. Dopo aver proposto il progetto al consiglio direttivo, partirono le stampe del nuovo giornale "Magazine 2".
1. "Magazine 2"
Registrato presso il Tribunale di Milano con l'atto n° 45 del 29 gennaio 1996, il "Magazine 2" ha visto fin dai suoi esordi notevoli risultati, sotto la guida della Dott.ssa Patruno come Direttore Responsabile, e del Dott. Pagano come Direttore Editoriale.
Il giornale, venduto per abbonamento, nel corso della sua vita (dal 1996 al 2001) ha visto la presenza di più di 1400 abbonati, raggiungendo una propria indipendenza economica.
La direttrice del giornale spiega in questo modo il significato del nome dato al periodico: "Si chiama "Magazine" perché la parola "periodico", in un mondo, quello del carcere, fatto di "domandine" e di pratiche lunghissime, ci sembrava un po' meno legato allo scorrere del tempo, che in carcere non passa mai. "2" è il numero civico di Piazza Filangeri, dove c'è San Vittore, e, al Penale Maschile, la redazione. Quel "2" che segue "Magazine" ha, però, fin dal primo momento, avuto per tutti noi una valenza diversa: simbolicamente, rappresenta la seconda possibilità di riscatto che tutti nella vita dovrebbero avere".
Nel corso dei sette anni di pubblicazione "Magazine 2" ha subito varie trasformazioni: agli esordi si presentava in formato A4, con quaranta pagine in bianco e nero e i titoli in rosso. Il giornale riportava articoli dedicati ai temi del momento: salute, testi di legge,. .
Inoltre, non mancavano le rubriche fisse: la pagina centrale, ad esempio veniva dedicata alle poesie scritte dai detenuti; la rubrica "per lettera" lasciava spazio alla voce dei lettori esterni al carcere; le "brevi" si riferivano alle notizie sul pianeta carcere, mentre "San Vittore flash" proponeva una cronologia dei fatti commentati dai detenuti, e documentati dall'agenzia di stampa ANSA. Infine, l'ultima pagina era dedicata a "Magazine Music", una rubrica musicale. Il tutto veniva corredato da fotografie dei detenuti.
Spinti da una crescente passione verso questo nuovo "lavoro", la redazione di "Magazine 2" decise di trasformare il giornale: il nuovo formato si presentava più piccolo (17 X 24 cm), con la prima pagina colorata (questa cambiava ad ogni uscita). Tuttavia, i contenuti rimanevano invariati: rubriche, storie e poesie, infatti, costituivano il punto centrale della rivista.
Nel 1998 la Dott.ssa Patruno, e tutta la redazione di "Magazine 2", ricevettero "Il Premiolino", riconoscimento conferito dall'Ordine dei Giornalisti ad articoli o iniziative di particolare interesse.
Divergenze di opinione con la Sesta Opera San Fedele e la voglia di crescere dei detenuti, hanno portato, in seguito, ad una nuova evoluzione.
1.3. www.ildue.it
Il giornale on line è nato nel 2000 come naturale evoluzione di un processo comunicativo iniziato con "Senza Titolo", proseguito con "Magazine 2" e culminato nel sito www.ildue.it.
Il dominio del sito è stato registrato a nome della Dott.ssa Patruno, la quale fin dall'inizio ha creduto molto in questo progetto: "La cosa più opposta al carcere è l'uso di internet. In effetti Internet è un mondo a parte, un mondo senza confini, aperto a tutti, senza differenze di lingua, e di sesso. E quindi, proprio perché si trattava di due mondi così in contrasto tra di loro, pensavo si dovessero avvicinare. Questo sito è il "paradosso della comunicazione", cioè si va dal posto più chiuso della terra alla piazza più grande del mondo. E' contraddittorio proprio come il carcere: quest'ultimo è contraddittorio perché teoricamente afferma una cosa e nei fatti un'altra.
Generalmente, poi, si pensa che i detenuti non abbiano niente da dire se non quello che hanno fatto: non c'è interesse per il resto di quello che possono essere o pensare. E a me sembrava stimolante trovare un posto per mettere tutte quelle cose che non avevano detto"[1].
Purtroppo, l'accesso a internet non è ancora stato autorizzato ai detenuti: la redazione, quindi, elabora i testi e li impagina. In seguito, una persona esterna provvede a mettere il lavoro on line: settimanalmente, i detenuti possono vedere gli aggiornamenti del sito attraverso i dischetti portati dalla Dott.ssa Patruno in redazione, e installati sui tre computer che hanno a disposizione.
I problemi non sono mancati, ma nel corso del tempo anche le soddisfazioni sono arrivate: "'Ildue' è stato il primo sito nato dal carcere- spiega la Dott.ssa Patruno-. Nessun regolamento vietava la registrazione di un dominio. Dopo di noi ne sono usciti altri, ma il primato spetta a noi.
Evidentemente, lo spazio, nel corso del tempo, si è allargata in una maniera spropositata: noi oggi abbiamo dei lettori che vengono da tutta Italia, da tutta l' Europa e anche, addirittura, da oltre oceano. Fino a pochi anni fa il discorso della comunicazione dal carcere era limitato a chi di carcere se ne occupava, ora è stato fatto un grande passo avanti"[2].
Un altro passo in avanti riguarda anche il ruolo dei detenuti: "Ciò che mi fa più piacere oggi è ricevere le proposte da loro: c'è chi mi propone un argomento per il giornale piuttosto che per il sito, e viceversa. I detenuti si sono accorti di quanto può essere importante internet. Evidentemente, poi, c'è una grande volontà di entrare nel carcere: tutte le collaborazioni che abbiamo (da "Terre di mezzo" allo spazio su "Donna" ai programmi televisivi) fanno capo a quella zona nuova per loro, anche se così familiare a noi" .
Il vantaggio del sito è che risulta essere più economico di un giornale: una volta pagato il dominio non sono necessarie altre spese, se non quelle delle persone che vi lavorano (in questo caso sono nulle, in quanto operano solo volontari).
All'inizio, poi, la prima versione del sito era una trasposizione del giornale cartaceo; oggi, invece, "Ildue" si presenta con una grafica rinnovata, e molte sezioni in più.
La scelta grafica riprende il carattere e i colori utilizzati dal periodico "Magazine 2". La home page mostra, innanzitutto, il nome del sito: www.ildue.it.
Al centro della schermata troviamo un mazzo di chiavi di grossa dimensione: l'immagine in questione identifica quelli usati dagli agenti nell'aprire le porte del carcere.
La stessa cosa succede, simbolicamente, all'interno del sito: per poter accedere alle pagine successive è necessario "aprire" il varco.
Sulla parte finale della schermata troviamo la frase che spiega il significato del nome del sito: " Si chiama IL DUE perché dal 'Due', da piazza Filangieri 2, a Milano, cioè dal carcere, vogliono uscire. Vogliono uscire corpi, ma vogliono uscire anche parole e immagini. Per avere più spazio, per dialogare con quelli che stanno fuori, per costruire qualcosa insieme. Per sentirsi vivi. Per farlo si sono messi insieme donne e uomini liberi, donne e uomini prigionieri".
Entrando nel sito ci troviamo di fronte ad una schermata di questo tipo:
In alto, in piccolo, troviamo diversi link da cui possiamo accedere per raggiungere altre pagine:
Curriculum Vitae: storie personali dei detenuti;
Noccioline: Informazioni sui conti correnti del sito;
Dicono di Noi: rassegna stampa completa dal 2002 ad oggi;
La Redazione: Foto della redazione, completa dei nomi dei detenuti che vi fanno parte;
Credits: ringraziamenti a chi ha realizzato,e segue, il sito;
Scrivici: indirizzi utili.
Al centro della schermata troviamo gli argomenti che in questo periodo tengono banco: innanzitutto, si parla della salute in carcere, e si riflette sul problema attraverso un'inchiesta e attraverso i commenti dei detenuti; un osservatorio sull'indulto, poi, permette di chiarire quali siano le idee e le leggi che regolano questa proposta (anche in questo caso, la comprensione è facilitata da una completa rassegna stampa, e dai commenti degli interessati).
Si parla anche di droga, e del disegno di legge che tratta la questione, e si lascia ampio spazio ai commenti e ai pensieri sulle sfide e sulle prigioni personali.
Infine, la parte finale della schermata ripropone un breve promemoria delle iniziative presenti nel sito.
Sulla colonna di destra troviamo altre informazioni: "Primo piano", "Zona Franca", "Thesaurus" e il "Dossier" si ricollegano ai temi principali del periodo (quindi, alla questione della droga, salute,.).
Cliccando su "Notizie da San Vittore" troviamo tutte quelle informazioni riguardanti lo sviluppo della vita carceraria. In questo periodo viene dato un grande spazio al servizio "Info12 di Telecom" svolto da alcuni detenuti; il tutto viene completato dalla rassegna stampa.
Invece, cliccando su "Pianeta Carcere" possiamo consultare on-line l'archivio relativo alle notizie sul mondo carcerario in generale, oppure possiamo leggere quelle dedicate ai temi più importanti (41 bis, indulto, evasioni, droga, salute e il Caso Sofri).
Parlando di evasioni, possiamo scoprire tutte le fughe più belle e particolari avvenute in questi ultimi anni in tutto il mondo. Ma all'interno del sito è possibile partecipare anche al sondaggio e al forum dedicato agli argomenti del periodo. Inoltre, è possibile leggere i commenti dei lettori, le interviste effettuate, e sapere quali incontri sono avvenuti in carcere recentemente.
Il sito riserva un grande spazio anche ai temi più cari: gli affetti (in questo periodo si discute della detenzione domiciliare ad una madre con figlio disabile), il lavoro (tutte le informazioni sulle ultime novità in questo ambito), la libertà (pensieri e poesie dedicati a questo tema), e tutto ciò che riguarda le statistiche e i dati del mondo carcerario.
Per chi, invece, fosse più interessato al percorso giuridico del detenuto, può cliccare su "l'alberino": informazioni utili dall'arresto alla sentenza definitiva, passando per la vita in carcere e il processo. Il tutto viene spiegato in modo semplice e preciso.
Ma il sito presenta anche una parte ludica: le "Immagini", il "gioco" e "cosa facciamo" permettono al visitatore di entrare in contatto direttamente con i detenuti, e scoprire le loro iniziative.
All'interno delle "Immagini" troviamo le vignette di Ivano e di Sisto, e alcune fotografie scattate da Roby Schirer. Mentre il "Gioco" ti permette di scoprire tutte le novità in preparazione (sono in lavorazione Kriminal mouse, ed Evasopoli), e di scoprire attraverso un piccolo test il criminale che vive in ognuno di noi.
"C'è una parte importante da non dimenticare: l'interazione con l'esterno. Il gioco aiuta in questo- ci spiega la Dott.ssa Patruno, direttrice de "Ildue", -. Inoltre credo che l'interazione con l'esterno sia fondamentale: noi annualmente chiediamo la partecipazione dei nostri lettori in modo attivo, ovvero venendo a trovarci in carcere. L'incontro avviene in modo divertente, perché vogliamo giocare con loro.
Con il gioco certe distanze vengono annullate: è uno spazio creativo che ti porta ad avere una prospettiva interessante
C'è sul sito un test scherzoso per i visitatori che si chiama "Scopri il delinquente che c'è in te": noi vogliamo scoprire se dietro le apparenze c'è una piccola volpe.
Poi stiamo preparando il Kriminal Mouse Tour che è una specie di gioco dell'oca che ricorda in maniera drammatica la vita del carcere: questo può servire per spiegare cosa succede. E' un'informazione stile giocosa.
Insomma, io sono contraria i giornali e ai siti del tipo lagnosi: non mi piace. Mi interessa che chi ha commesso un reato si prenda la sua responsabilità. Voglio che passi dalla colpa alla responsabilità, e soprattutto voglio che capisca che può avere una seconda possibilità" .
Infine, il sito propone anche i lavori svolti fino ad oggi dai detenuti: le magliette, le celle di Sisto, "Il DueNotizie", e il glossario "I pugni nel muro". Si tratta di prodotti acquistabili on-line.
Il progetto de "IlDue.it" viene portato avanti contemporaneamente anche all'interno del carcere minorile "Beccaria": i giovani giornalisti stanno ricalcando lentamente le orme dei detenuti di San Vittore, sempre coordinati dalla Dott.ssa Emilia Patruno.
1. Le Collaborazioni
Da molti anni IlDue collabora attivamente con diverse testate e programmi:
Terre di Mezzo: da sette anni la collaborazione con questo giornale di strada è attiva e proficua, e permette ai detenuti di incontare annualmente i lettori del sito e del giornale.
Donna: Daria Bignardi riserva mensilmente l'ultima pagina del suo giornale alle storie dei detenuti della redazione. Lo spazio in questione si chiama "Al fresco", anche se è capitato di vedere le vicende personali di alcuni di loro finire sulle pagine interne del mensile.
M@g: una bella collaborazione con il giornale dell'Università Cattolica di Milano.
Inoltre, la redazione del sito prepara anche il giornale che viene distribuito internamente al penitenziario: "Il Due Notizie". Al suo interno si ritrovano informazioni relative alla vita carceraria: il numero di detenuti presenti, i risultati dei tornei di calcio interni, commenti e storie raccontate dalle parole dei "giornalisti".
3. Spiegazione del filmato
Il filmato, allegato a questo lavoro, trova al suo interno molteplici significati: esso rappresenta la vita di una redazione giornalistica un po' particolare; mostra le persone che vivono in carcere e le loro condizioni; cerca di spiegare il significato della comunicazione all'interno di un luogo di "emarginazione" e "isolamento".
L'idea di questo breve filmato è nata dalla curiosità di scoprire se, nel luogo più improbabile, possa nascere e svilupparsi una qualsiasi forma di comunicazione, in quale modo e con quali risultati.
La Dott.ssa Patruno, direttrice del giornale, ha accolto con interesse la mia richiesta, mostrandomi la redazione (attiva, ormai, da molti anni).
Al fine di ottenere l'autorizzazione ho presentato, nel mese di gennaio 2003, una lettera firmata dal relatore della mia ricerca, Prof. Angelo Agostini (in cui si spiegava la mia presenza all'interno dell'istituto, e lo scopo del lavoro), e una breve relazione in cui spiegavo i motivi delle riprese. Tale documentazione è stata inviata a Roma, al DAP (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria).
Nel luglio 2003 ho ricevuto i permessi che mi consentivano di entrare all'interno del carcere munita di una videocamera digitale.
In seguito, presso la segreteria dell'istituto, ho presentato una nuova richiesta "interna" al fine di ottenere il permesso di riprendere le riunioni di redazione in quel periodo (specificando i giorni, e gli orari in cui mi presentavo con la videocamera). I detenuti, dal canto loro, mi hanno firmato un foglio in cui dichiaravano di essere disponibili a farsi riprendere.
Il filmato è stato il frutto di un'attenta rielaborazione delle cassette registrate tra settembre e novembre 2003.
Nell'arco di questi tre mesi sono state riprese le riunioni di redazione e gli incontri organizzati. Il tutto è stato completato da alcuni stralci delle interviste da me effettuate alla Dott.ssa Emilia Patruno, e al direttore del carcere Dott. Luigi Pagano.
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