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Legislatura (1953-1958)
Inizia la distensione tra USA e URSS. Nel '53 muore Stalin e sale al potere Kruscev che sembra avviare una prima grande trasformazione con le denuncie dei crimini di Stalin. La fine della guerra di Corea poi, alimenta i sogni di pace che durante i quinquennio precedente erano lontani.
L'ottimismo dura però poco. Nel 1956 i sogni di libertà del popolo ungherese sono barbaramente repressi dall'armata rossa sovietica. Il'56 per molti è la conferma dell'incompatibilità dei comunisti italiani con la democrazia. I fatti di Ungheria si pongono alla base poi dei primi distacchi dei socialisti alla politica frontista.
Iniziano i contatti tra sinistra Dc e PSI i quali, convergenti sulle nuove esigenze di un neutralismo italiano dalle due superpotenze, iniziano il percorso che li porterà, nel giro di cinque anni, alla formulazione del centrosinistra. Il PSI inizia già a fare i primi distinguo dal PCI, soprattutto in concomitanza con i fatti del '56.
La situazione economica migliora. L'Italia sta cominciando a prender i connotati di un vero Stato moderno, l'industria sta crescendo, aumenta la produzione, si riaprono i cancelli delle fabbriche, la disoccupazione inizia a scendere. E' il preludio al Boom Economico che caratterizzerà la fine legislatura, nel 1958. Tuttavia forti sono le resistenze al cambiamento offerte dai ceti conservatori, per lo più latifondisti del sud e ceti produttivi industriali del nord.
La formula centrista si sta avviando verso un inesorabile declino, logorata sempre di più dagli scontri interni che manifestano da subito la difficoltà di formare i governi, vera caratteristica dei questa II legislatura. Sei governi nell'arco di cinque anni descrivono l'instabilità perenne in cui verrà a trovarsi il sistema politico italiano in tutta la Prima repubblica.
La legislatura è caratterizzata dal sostegno del MSI e dei monarchici ai governi costituiti. E' una stagione fortemente caratterizzata da vari tentativi di involuzione autoritaria e conservatrice. Il governo Pella, d'inizio legislatura, è sostenuto dall'esterno da repubblicani, liberali e socialdemocratici ancora restii ad impegnarsi in una alleanza organica. E' sulla questione triestina che cade Pella. Prossima ad una sua risoluzione, con gli alleati che assentono alla cessione di Trieste all'Italia, Pella forza la mano proponendo i plebisciti nelle zone degli alleati, provocando Tito da una parte,e mobilitando le destre neofasciste in una propaganda patriottica. Pella forza la mano, sostenuto anche dai monarchi del PNM, del PMP, e dai fascisti del MSI. Si sta avviando verso il centro destra, strada proibita. E' proprio dall'interno della Dc che viene rimosso Pella.
Non meno diverso è il destino dei governi successivi guidati da Scelba, Segni e Zoli, i quali ripropongono la formula centrista esaurita tra gli attacchi da destra e da sinistra. Inoltre proprio Zoli farà la stessa fine di Pella. Il suo governo diventa preda delle destre le quali si trovano a sostenerlo in una maggioranza parlamentare appunto di centrodestra. La DC stessa costringerà Zoli alle dimissioni per poi consentirgli una gestione provvisoria per le elezioni del '58.
E la Chiesa, naturalmente, che da alle destre, capeggiate dalla destra democristiana, la forza necessaria per le loro incursioni parlamentari.
La DC, in questa legislatura, inizia l'«occupazione dello Stato», consistente nell'inserimento di fidati alla Dc in tutti i gangli vitali dell'economia e della società. E' la fase iniziale della futura involuzione partitocratica che, si Caratterizzerà per la logica spartitoria che porterà le istituzioni, gli enti economici, in gli enti sociali ad essere oggetto ed elemento di baratto e quindi di coesione delle alleanze governative.
Concordemente con l'occupazione dello stato da parte della DC, si verifica una vera e propria inversione di marcia nella politica economica democristiana. Si da' il via alla politica economica dirigista con la quale, muovendosi verso la programmazione economica con il piano Vanoni del 1954, si getta una mano verso il dialogo con il PSI. Non è un caso che nasca un nuovo Ministero delle Partecipazioni Statali.
Altro passo avanti verso il dialogo con i socialisti è la ripresa dell'attività legislativa per l'attuazione della costituzione, rimasta "congelata "dalla prima legislatura. La società è indubbiamente più matura. Corte costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura, CNEL, vedono finalmente la luce. Molto rimane ancora da fare, le regioni devono ancora essere attuate, ma la macchina viene finalmente messa in moto grazie al nuovo presidente della repubblica Giovanni Gronchi eletto nel 1955 con i voti socialisti e comunisti.
Quadro temporale dei governi della II Legislatura
Agosto 1953 - Gennaio 1954 |
Gov. PELLA |
Monocolore DC |
Gennaio 1954 - Febbraio 1954 |
Gov. FANFANI |
Monocolore DC |
Febbraio 1954 - Luglio 1955 |
Gov. SCELBA |
DC PSDI PLI |
Luglio 1955 - Maggio 1957 |
Gov. SEGNI |
DC PSDI PLI |
Maggio 1957 - Luglio 1958 |
Gov. ZOLI |
Monocolore DC |
DC.
Perde le elezioni del '53 (-8%). De Gasperi perde la segreteria. FANFANI SEGRETARIO (1954), viene dalla sinistra democristiana. Muore De Gasperi.
Crisi della Dx democristiana che agevola la salita di Fanfani, il quale non esita a riproporre il centrismo.
Anfani non gode della benevolenza clericale. Cerca, con molta cautela, di alleggerire l'influenza del Vaticano.
Rafforzamento del Partito mediante: 1) Le Organizzazioni Cattoliche di base autonome, 2) Il sindacalismo Cattolico più progressista. In più Fanfani usa il potere di nomina dei dirigenti statali. Rafforzamento leadership di Fanfani molti nemici che lo abbatteranno nel 1959. Leadership autoritaria.
Si preoccupa di iniziare l'apertura a sinistra mediante la sinistra democristiana.
Elezione di Gronchi, osteggiato da Fanfani, avviene coi voti socialisti e comunisti.
Troppa forza acquista Sx democristiana. La Dx DC si irrita e Fanfani alleggerisce il dialogo con i socialisti.
PLI
SEGRETARIO MALAGODI (1954).Orientato verso destra si stacca la sinistra liberale. NASCE IL PARTITO RADICALE (1954).
PSDI.
Uscito indenne dalla prova elettorale, può approfittare della crisi DC per recuperare i voti perduti nella precedente legislatura.
Urgenza di un governo forte per arginare le tentazioni a destra, dopo il governo Pella. Nasce il governo Scelba-Saragat, duramente criticato dalle sinistre. Il PSDI recide ogni legame con il mondo operaio.
Osteggia la politica di apertura a sinistra verso i socialisti, i quali possono mettere in secondo piano il potere coalittivo dei socialdemocratici mantenuto finora. C'è, in fondo, nel partito socialdemocratico, la tentazione a ricomporre la frattura di palazzo Barberini.
Incontro di Pralognan tra Nenni e Saragat per tentare la riunificazione Non riesce per colpa di Saragat che getta fango sul PSI dopo i fatti del '56. Diffida dell'evoluzione PSI.
Il PSDI perde l'occasione di essere padrino della nascita di una moderna socialdemocrazia europea.
PSI.
Buona prova elettorale (12,7%). Segnale di ripresa rispetto al crollo del '48. Urge una nuova dinamica a sinistra. Il movimento del PSI non è osteggiato (relativamente) dal PCI.
Il nuovo pacifismo e neutralismo portano al dialogo con le sx democristiane.
1) NENNI ACCETTA LA NATO COME ALLEANZA DIFENSIVA (1955). Primi segnali di garanzia ad una partecipazione socialista al governa.
2) ACCORDO SULLA PRESIDENZA DI GRONCHI. (1955).
3) DISTINGUO DAL PCI: RIPUDIO DEL LENINISMO E DELLA DITTATURA DEL PROLETARIATO DOPO I FATTI DEL '56. Contestazione della Sx filo-comunista , il PCI è sempre il partito che lotta in difesa della classe lavoratrice, comunista e socialista.
4) INCONTRO DI PRALOGNAN (1956) CON SARAGAT. Saragat prima, Fanfani successivamente, bloccano gli entusiasmi di Nenni. Fallisce il tentativo di apertura.
Nenni è sconfitto nel partito dalle sinistre interne, è ancora segretario, ma di una maggioranza non sua.
Nel giro di due anni però riesce a risalire la china, soprattutto grazie ad una riapertura dei dialoghi con la Dc, che sono vere proprie trattative per il governo.
Le elezione del '58 premiano Nenni, il PSI raggiunge il suo massimo storico, 14,2%.
PCI.
22,6% alle elezioni. Buon risultato, in crescita costante. L'azione comunista è ferma alla contestazione dell'esistente. Si attende, nella base, la fine del capitalismo, che NON SI RIFORMA, MA SI ABBATTE.
Anacronismo. Il capitalismo sta risorgendo dalle macerie. Le condizioni economiche sono ottime. Il Boom. Sconfitta alle elezioni alla FIOM, vince la CISL, segnale importante. Moto di riavvicinamento tra i sindacati. Inizio di una rielaborazione politica e strategica nella CGIL, più avanti del partito.
Il PCI è immobile, lascia andare avanti il PSI verso l'apertura al sistema. TOGLIATTI, IN REALTA', ASPETTA IL CONGRESSO DEL PCUS.
Sale Kruscev al Cremino, inizia la destabilizzazione. Stalin il traditore dell'ideale comunista.
Iniziano le prime critiche al socialismo reale, Di Vittorio, segretario CGIL è l'avanguardia. Sono i lavoratori a scendere in piazza a Budapest per protestare contro i comunisti. La repressione sovietica spinge alla diaspora degli intellettuali tra i quali spicca Antonio Giolitti. Rimane la compattezza della base comunista però.
TOGLIATTI, DA' IL VIA AL RINNOVAMENTO SIA NEL PARTITO, CON DIRIGENTI PIU' GIOVANI, SIA IDEOLOGICO CON LA TEORIZZAZIONE DELLA «VIA ITALIANA AL SOCIALISMO».
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