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Sintesi della legge
Questa detta le nuove norme relative all'esecuzione dei trattamenti sanitari obbligatori (T.S.O.). in riferimento ai T.S.O. per patologia mentale la legge stabilisce tutta una serie di elementi a tutela del paziente e stabilisce che il ricovero non può essere fatto in un ospedale psichiatrico, ma in un reparto ospedaliero; nell'ospedale psichiatrico, che deve essere progressivamente smantellato, non è più possibile effettuare nuovi ricoveri, la gestione dalla psichiatria passa gradatamente dalle province alle regioni.
Afferma che: "Gli accertamenti ed i trattamenti sanitari obbligatori (T.S.O.) sono volontari. Possono essere disposti dall'autorità sanitaria accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori nel rispetto della dignità della persona e sono attuati dai presidi sanitari pubblici territoriali e, dove necessita la degenza, nelle strutture ospedaliere.[.]
Nel corso del T.S.O. che vi è sottoposto ha diritto di comunicare con chi ritenga opportuno. Sono disposti con provvedimento del sindaco su proposta del medico."
ART 2
Chiarisce le condizioni degli accertamenti e dei T.S.O. per malattia mentale. "La proposta di T.S.O può prevedere che le cure vengano prestate in condizioni di degenza ospedaliera solo se esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici. [.] Il provvedimento che dispone il T.S.O. in condizioni di degenza ospedaliera deve essere preceduto dalla convalida della proposta da parte di un medico della struttura sanitaria pubblica."
Riguarda il "procedimento relativo agli accertamenti e T.S.O. in condizioni di degenza ospedaliera per malattia mentale. Il provvedimento deve essere notificato, entro 48 ore dal ricovero, tramite messo comunale al giudice tutelare nella cui circoscrizione rientra il comune.
Il giudice tutelare, entro le successive 48 ore, assunte tutte le informazioni e disposti gli eventuali accertamenti, provvede con decreto motivato a convalidare o non convalidare il provvedimento e ne da comunicazione al sindaco. In caso di mancata convalida il sindaco dispone la cessazione del T.S.O. in condizioni di degenza ospedaliera."
Parla della "revoca e modifica del T.S.O. chiunque può rivolgere al sindaco richiesta di revoca o modifica del provvedimento con il quale è stato disposto o prolungato il T.S.O".
Garantisce che " chi è sottoposto a T.S.O., e chiunque vi abbia interesse, può proporre al tribunale competente per il territorio ricorso contro il provvedimento convalidato dal giudice tutelare".
Indica le "modalità relative agli accertamenti e T.S.O. in condizioni di degenza ospedaliera per malattia mentale. Gli interventi di prevenzione, cura, e riabilitazione relativi alle malattie mentali sono attuati di norma dai servizi e presidi psichiatrici extra-ospedalieri". Per la degenza ospedaliera Le Regioni sono tenute ad individuare gli ospedali generali dove devono essere istituiti i servizi psichiatrici su diagnosi di cura, "che non devono essere dotati di numero posti letto superiore a 15" e devono essere collegati con gli altri presidi psichiatrici presenti sul territorio.
Tratta del "trasferimento alle regioni delle funzioni in materia di assistenza ospedaliera psichiatrica"
Commento alla 180
La legge 180 si tratta di un importante documento che ha lo scopo di rivoluzionare completamente i modi ed i luoghi dell'assistenza psichiatrica rispetto a quanto esisteva precedentemente, garantendo al malato il massimo rispetto della sua dignità personale.
Questa legge ha portato in Italia al superamento dei così detti manicomi, ospedali specializzati per i casi psichiatrici. E questo avvenne grazie al movimento antipsichiatrico che negli anni '60 e'70 attaccò queste istituzioni. L'antipsichiatria metteva in discussione la psichiatria, l'esistenza delle struttura manicomiali, poiché non solo non si mostravano in grado di garantire il recupero del malato, ma diventarono, di fatto, una realtà ulteriormente alienante e causa di disagio e sofferenza.
La vita all'interno del manicomio diveniva tutta uguale, una vita "istituzionalizzata", se si può dire così. E questa vita diventò rapidamente il comportamento stesso della persona, fatto di sottomissione ed aggressività, di regressione e di comportamenti rigidi e disarticolati.
La degenza negli ospedali psichiatrici provocava, dopo qualche anno, o anche dopo pochi mesi, un tipo caratteristico di comportamento, chiamato "nevrosi istituzionale". Il ricoverato si chiudeva pian piano in se stesso, diveniva passivo, dipendente, indifferente, sporco, spesso scontroso, e regrediva a comportamenti infantili, si adattava ad una routine di vita estremamente circoscritta e povera, dalla quale non desiderava più uscire.
La struttura manicomiale era un mondo astorico e senza tempo, in cui lo squallore ed il vuoto della vita quotidiana erano responsabili di comportamenti passivi, che divenivano, pian piano, comuni a tutti. Mancava perciò il rispetto della persona e della sua dignità e diversità.
Ora, con questa legge, e con la 833, i manicomi sono stati smantellati, ed il luogo del ricovero può scegliere essere scelto dal paziente, o, se non è in grado, da un suo familiare. Il malato non sarà più costretto a vivere in un contesto chiuso, alienato, e senza contatti con il mondo esterno. Anche i trattamenti sono diversi. Da obbligatori passano a volontari, ed il malato può scegliere di non sottoporsi ad essi.
Il paziente viene reso dunque più libero, viene rispettata la sua persona e, soprattutto, non viene più istituzionalizzato, e perciò la sua vita resta (o dovrebbe restare) quella di un individuo con le sue specificità e la sua unicità.
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