LE VARIE FASI DI ATTUAZIONE DELLA DIVERSION. ASPETTI
ESSENZIALI E CRITICA DEL MODELLO
Svariate
sono le ragioni che portano ad una Diversion del procedimento ordinario. Queste
vanno dalla decisione della vittima, all'opportunità di mantenere la
riservatezza su alcuni aspetti della vita a quella più diretta di evitare al
soggetto il contatto potenzialmente dannoso con la rigidità delle soluzioni
formali. In quest'ultimo senso, ad esempio, il Codice Penale Canadese
all'Articolo 662.1 prevede il proscioglimento al posto del verdetto per evitare
lo stigma da esso derivante o le altre conseguenze dannose nella fedina penale
per la vita di relazione.
Si tratta,
in poche parole, di una "scelta di giurisdizione" che, è bene avvertire, non
necessariamente porta ad un trattamento più morbido. Basti pensare alle
risposte punitive lasciate all'arbitrio di gruppi etnici o di datori di lavoro.
In molti casi le conseguenze subite dal reo possono essere ben peggiori di
quelle che potevano essergli poste a carico in un ordinario processo. Non solo.
I programmi di Diversion potrebbero estendersi al punto da creare una rete
troppo fitta (net widening) di controlli anche per condotte altrimenti mai
sottoposte al controllo della giustizia, perché deregolamentate, così da
trasformarsi pericolosamente in un supplemento ai procedimenti penali,
piuttosto che ad una loro alternativa. Si pone, dunque, anche un
problema di desiderabilità di tali strade alternative quando queste possano
divenire arbitrariamente più afflittive di quella ordinaria. Se infatti da un
lato la Diversion garantisce maggior speditezza, economicità ed efficienza,
dall'altro la giustizia ordinaria assicura, attraverso la pubblicità, un
trattamento equo ed una trasparenza che non sempre la prima ha gli strumenti
per salvaguardare. In più, si pone il dubbio se sia veramente vantaggioso
evitare che la giustizia ordinaria faccia il suo corso quando si è in presenza
di condotte gravi. Facciamo il caso in cui una Università emetta un
provvedimento disciplinare avverso un dipendente che ha rubato dei testi di
studio. La scelta, in senso lato, di giurisdizione crea qui uno squilibrio fra
le conseguenze della condotta (provvedimento disciplinare) rispetto alla sua
gravità effettiva (reato di furto). Nondimeno vengono chiaramente percepiti
anche i vantaggi portati dalla Diversion. Quest'istituto può vantare certamente
un'efficacia finalizzata al raggiungimento di un controllo sociale per certi
tipi di condotta ove la giustizia ordinaria è controproducente in termini di
eccessiva stigmatizzazione (overstigmatism). L'eccessiva onerosità della
giustizia ordinaria, dove poi non c'è poi una proporzione tra costi-benefici, è
eliminata attraverso procedimenti economici che vanno incontro a soggetti in
ristrettezze economiche. Inoltre la Diversion agisce come forza moderatrice per
raggiungere sia l'efficacia penale che di risorse. Dall'altro lato, però, la
mancanza di procedimenti formali porta ad abusi, arbitrii, disuguaglianza di
trattamento. La NACRO (National Association for the Care and Resettlement of
Offenders-UK) non nasconde la propria preoccupazione per questa moltiplicazione
smisurata di sistemi penali "alternativi" carenti in sicurezza per l'imputato.
Il principio di legalità, la coerenza nelle decisioni, la prevedibilità, la
proporzionalità e la scrupolosa valutazione delle prove, nonché la garanzia di
un contraddittorio efficace sono tutte garanzie di cui il reo non dovrebbe
essere privato. La volontà della NACRO è quindi tesa a far confluire queste
esigenze nei programmi di Diversion in modo da garantire che la persona
sottoposta a tali misure non patisca una sofferenza maggiore e ingiusta a
quella cha avrebbe sofferto se non avesse evitato tutta o parte del contatto
con il procedimento ordinario di giustizia.
In
conclusione, la Diversion, intesa come tentativo di risparmiare alla società e
al reo una pena o un processo inutile, è un istituto, o meglio una politica
criminale ben consolidata in molti paesi. Anche l'Italia, spesso lenta ai
cambiamenti in senso non formalistico, è stata influenzata dal principio della
"minima offensività del processo" ripreso da tale indirizzo teorico. La
mediazione penale, specialmente quella minorile ma anche la nuova mediazione ordinaria,
ne sono chiaramente ispirate. Come si vedrà nel prosieguo lo spirito italiano,
seppur entro ristretti limiti, sta cambiando verso una visione non necessitata
del processo e della punizione in cambio di scelte che abbiano come fine uno
scopo più educativo. Anche noi stiamo tentando di sostituire a pene coercitive
e spesso inutilmente afflittive, pene o forse più che altro soluzioni più
soddisfacenti sia per la società, che per la vittima che per il reo.