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Le eccedenze di personale e la tutela dell'occupazione
Nell'ambito della tutela dell'occupazione, un rilievo notevole assume il fenomeno dell'eccedenza e della riduzione di personale nelle imprese. Nel caso di eccedenze di personale viene in rilievo proprio la "contraddizione", esistente nella società tra la disoccupazione e l'esigenza di garantire non solo la conservazione, ma anche il miglioramento dei livelli di reddito e di occupazione dei lavoratori che si offrono sul mercato. Proprio perché la disciplina delle eccedenze di manodopera è, dunque, una materia cruciale (nella quale si confrontano gli interessi confliggenti all'occupazione, da un lato, ed all'esercizio dell'attività economica dall'altro) ci sono stati diversi interventi legislativi, che hanno cercato di regolarla, adeguandola ai cambiamenti progressivi dell'ambito socio-economico. La disciplina delle eccedenze si è evoluta in 3 fasi, che vanno dall'immediato dopoguerra, fino ai giorni nostri:
La prima fase: inizia con la soppressione del blocco dei licenziamenti e l'istituzione (1945) della "gestione ordinaria" della Cassa integrazione guadagni (CIG) e colloca la previsione dei licenziamenti collettivi, per la riduzione di personale, nell'ambito esclusivamente contrattuale della disciplina interconfederale, accanto a quella dei licenziamenti individuali.
Nella seconda fase: successiva alla Legge n. 604/'66, sui licenziamenti individuali, si pone innanzitutto il problema della delimitazione dell'ambito di applicazione della disciplina contrattuale di licenziamenti collettivi, la quale stabiliva essenzialmente oneri di tipo procedurale, rispetto a quello della disciplina legale limitativa dei licenziamenti individuali. Nel contempo, a seguito dell'introduzione nel 1968 della "gestione straordinaria" della CIG, si sviluppa, a partire della prima metà degli anni '70, una generalizzazione dell'uso della CIG come strumento d'intervento di lunga durata a sostegno del reddito dei lavoratori, in quanto tale alternativa ai licenziamenti.
La terza fase: è quella aperta dalla Legge n. 223/'91, nella quale si assiste ad una risistemazione della normativa sull'intervento straordinario della CIG, il quale viene ricondotto alla funzione di strumento di sostegno dei processi di ristrutturazione industriale, laddove la disciplina sull'intervento ordinario della CIG viene conservata sostanzialmente immutata, e dunque, con le sue originarie funzioni. Inoltre si procede ad una "legislazione" della materia dei licenziamenti collettivi, i quali ritornano ad essere lo strumento, configurato come normale dalla legge, da utilizzare nelle ipotesi di eccedenze definitive di personale.
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