La tutela del lavoro nell'ordinamento giuridico dello stato italiano

LA TUTELA DEL LAVORO NELL'ORDINAMENTO GIURIDICO DELLO STATO ITALIANO

La legislazione sociale è quel complesso di norme che mirano alla tutela del lavoro subordinato ed alla previdenza ed assistenza ai lavoratori.

La legislazione sociale è una lenta conquista delle organizzazioni sindacali che riuscirono a far accogliere gradualmente le loro richieste con un duplice ordine di provvedimenti:

provvedimenti giuridici per tutelare il lavoro mediante la protezione dei soggetti deboli, la riduzione degli orari lavorativi, la vigilanza sulla sicurezza e l'igiene degli stabilimenti, a prevenzione degli infortuni;

provvedimenti economici intesi a soccorrere i lavoratori nei casi di infortunio, invalidità, vecchiaia, malattia, disoccupazione, mediante le assicurazioni obbligatorie.

In Italia i primi Sindacati apparvero verso il 1870. Le branche della legislazione sociale sono tre:

una è diretta a limitare l'autonomia privata nell'attuazione del rapporto di lavoro;

una seconda è diretta a creare un ambiente favorevole allo sviluppo, all'orientamento, all'affermazione della personalità del lavoratore;

una terza mira a precostituire i mezzi idonei ad impedire che il lavoratore si trovi abbandonato a se stesso quando sopravvengono eventi dannosi o l'età anziana.

Sotto la denominazione assistenza sociale si comprendono quelle forme di pubblico intervento amministrativo, che si propongono di proteggere l'interesse del lavoratore.

Attuano l'assistenza sociale lo Stato e gli Enti pubblici:

lo Stato provvede alle funzioni assistenziali che gli sono riservate mediante il Ministero del lavoro e della previdenza sociale;

al Ministero del lavoro si affianca il Ministero della sanità per quel che riguarda l'aspetto sanitario dell'attività assistenziale;

alle regioni fanno capo importanti forme di assistenza, sia direttamente, sia sotto forma di concorso finanziario.

L'art. 38 della Costituzione dichiara che i lavoratori hanno diritti che siano prevediti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia, disoccupazione involontaria.

Si inquadrano nel corpo della legislazione sociale, costituendone le norme sulla previdenza sociale che ha per scopo il fornire al lavoratore i mezzi economici per superare un male futuro ed eventuale.

L'ordinamento giuridico della previdenza sociale si fonde sulle assicurazioni sociali che si differenziano dalle consuete forme di assicurazioni private perché, oltre all'interesse privato dell'assicurato, vi è un interesse sociale che si riassume nella tutela dei lavoratori. Perciò esse sono sottoposte ad una particolare disciplina, costituita da norme di diritto pubblico, la quale:

rende obbligatoria l'assicurazione per evitare che eventuali imprevidenze degli interessati ricadano a carico della collettività;

accolla gli oneri dell'assicurazione al datore di lavoro;

attribuisce l'esercizio dell'assicurazione non ad un'impresa privata avente fine di lucro, ma ad un ente pubblico.

Le diverse forme di assicurazione sociale esistente nel nostro ordinamento vengono solitamente classificate in due gruppi: nelle assicurazioni contro i rischi specifici rientrano l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, contro le malattie professionali, contro la disoccupazione involontaria; nelle assicurazioni contro i rischi generici rientrano l'assicurazione contro l'invalidità-vecchiaia-morte, contro la tubercolosi, contro le malattie non assicurate e per la maternità.

La funzione previdenziale in materia di assicurazioni sociali è affidata a due grandi Enti pubblici, l'Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS) e l'Istituto Nazionale per gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) ed agli organi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'INPS ha il compito di gestire l'assicurazione contro la vecchiaia. Il rapporto si istituisce mediante richiesta fatta obbligatoriamente dal datore di lavoro: in caso di mancata richiesta, il datore di lavoro è soggetto a sanzioni, ma il rapporto assicurativo non si istituisce ed il lavoratore non può beneficiare delle previdenze. Il finanziamento, che avviene mediante contributi pagati dai datori di lavoro e dai lavoratori, dà diritto ad una pensione in caso di vecchiaia, cioè del raggiungimento dell'età di 65 anni per gli uomini di 60 per le donne, oppure perché siano trascorsi almeno 35 anni dalla data di inizio dell'assicurazione.