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I diritti sociali di prestazione




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I diritti sociali di prestazione


I diritti sociali nel senso più stretto hanno per oggetto prestazioni dovute ai cittadini, in forza di specifiche disposizioni costituzionali rivolte alla repubblica, intesa quale insieme dei pubblici poteri. Ma è proprio in questo campo che si avverte con la massima evidenza il nesso intercorrente fra diritti sociali e diritti di libertà. Ciò vale in primo luogo per la tutela della salute, che l'art. 32 Cost. considera "come fondamentale diritto dell'individuo" e come "interesse della collettività". L'utilità di proclamazioni siffatte fu posta seriamente in dubbio da certi costituenti, i quali sostenevano che si sarebbe trattato di un tertium genus d'incerta classificazione, comunque affidato alla buona volontà del legislatore ordinario. Dal che la concezione assicurativa-previdenziale del diritto alla salute, che appunto confondeva la sfera di applicazione dell'art. 32 con quella dell'art. 38, a vantaggio di categorie determinate anziché di tutti i cittadini. Con tutto questo, a partire dagli anni '70 si sono registrate l'emergenza e la graduale concretizzazione del diritto alla salute, autonomamente concepito. Lo "statuto dei lavoratori" si è sforzato di tutelare comunque la salute e l'integrità fisica dei lavoratori stessi nei luoghi di lavoro. Successivamente un passo decisivo è stato compiuto dalla legge istitutiva del servizio sanitario nazionale, che si è proposta di assicurare "mantenimento" e "recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o socialy". In pari tempo la giurisprudenza della cassazione ha fatto della salute il contenuto di un vero e proprio diritto soggettivo assoluto.


Anche in tema di pubblica istruzione, la carta costituzionale impone allo stato una serie di prestazioni. In primo luogo, spetta alla repubblica istituire "scuole statali per tutti gli ordini e gradi". Inoltre è sempre alle scuole statali che sembra riferirsi la proposizione costituzionale per cui "l'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita": la gratuità della scuola dell'obbligo non potrebbe, infatti, essere posta a carico dei gestori privati, senza compromettere il loro stesso diritto di istituire scuole non statali. Del pari, è sempre allo Stato ed altri enti pubblici competenti in materia che la costituzione prescrive di concretizzare il diritto allo studio, nei riguardi degli alunni o degli studenti "capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi".


La proclamazione delle libertà di arte e di scienza non è il frutto di un esercizio retorico dei costituenti ma vale a chiarire che non possono esistere espressioni artistiche ufficiali, né indirizzi scientifici "di Stato". Quanto alla libertà d'insegnamento la letteratura giuridica è concorde nell'assegnarle un campo ben più vasto. Da una parte, il combinato disposto degli art. 21 e 33 Cost. vale a garantire l'insegnamento svolto a titolo individuale. D'altra parte, lo stesso art. 33 tutela, sia pure in modo implicito, l'insegnamento finalizzato all'istruzione ed esercitato nell'ambito delle istituzioni scolastiche. Ma nella seconda ipotesi l'insegnamento si presenta come una libertà fondamentale. Da ultimo, l'art. 33 terzo comma, statuendo che "enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione", garantisce altresì il pluralismo scolastico e dunque la libertà di scuola: per scuola intendendosi l'organizzazione di tutti gli elementi personali. Si suole ritenere che il riferimento alle "norme generali sull'istruzione" sottintenda una vera e propria riserva di legge statale: riserva che abbraccia tutti gli istituti di istruzione, comprese quelle che la corte costituzionale ha denominato scuole meramente private. Più ardua e controversa si dimostra l'interpretazione dell'inciso "senza oneri per lo stato". L'opinione prevalente è nel senso che si tratti del tassativo divieto di qualsivoglia sovvenzione pubblica senza distinguere fra il momento dell'istituzione e il momento della conseguente attività. Un'ulteriore ragione distintiva tra le scuole statali e non statali consiste nel carattere pubblico di tutti gli istituti di istruzione superiore, comprese le cosiddette università libere. Ma la recente legge è valsa a garantire alle istituzioni universitarie di qualsiasi denominazione e natura ampi spazi di autonomia, soprattutto normativa. A completare il discorso concorre l'art. 38 Cost.: sia garantendo l'assistenza sociale a favore dei cittadini bisognosi, sia fissando le basi costituzionali della previdenza sociale. Sia nell'uno che nell'altro caso, la mano pubblica non monopolizza l'erogazione delle prestazioni necessarie; bensì fornisce un minimo di grado di tutela. Quanto poi alle prestazioni assistenziali, lo stesso art. 38 proclama la libertà d'assistenza. Nell'ambito di quella che complessivamente è stata definita sicurezza sociale, gli interventi pubblici sono però i più rilevanti ed onerosi. È dunque inevitabile che sia riservato al legislatore ordinario il compito di determinare l'ammontare delle prestazioni, non soltanto in vista delle "esigenze di vita dei lavoratori" ma anche in considerazione delle "effettive disponibilità finanziarie".



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