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Diritto all'Istruzione durante il periodo Vittoriano




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Diritto all'Istruzione durante il periodo Vittoriano


       

Benjamin Disraeli William Ewart Gladstone


Come detto in precedenza, il periodo vittoriano fu un periodo di grandi riforme sociali. Disraeli nel 1859 presentò un progetto di riforma elettorale per estendere il diritto di voto a tutti coloro che pagavano le tasse; la proposta fu inizialmente respinta, ma durante il suo secondo cancellierato , varò comunque una nuova legge, che estese notevolmente la base elettorale.


Con il secondo Reform Bill (1867) furono create nuove circoscrizioni elettorali e ridotti i seggi di quelle con meno di 10.000 abitanti, aumentando invece la rappresentanza delle città industriali del nord (Birmingham, Liverpool, Manchester). Fu esteso il diritto di voto agli artigiani e ai salariati più abbienti, che risiedevano nei centri urbani.

Diventò così assolutamente prioritario rendere l'educazione elementare di massa. E, se possibile, obbligatoria. La situazione in Inghilterra era piuttosto seria e decisamente arretrata anche per l'epoca: solo la metà dei bambini aveva una qualche istruzione, solitamente di qualità decisamente mediocre.

Gladstone, due anni dopo la propria elezione come Primo Ministro, nel 1870, fece la sua prima importante riforma, che riguardava l'Educazione. Fino ad allora la maggior parte delle scuole era gestita da anglicani, che ricevano un piccolo sussidio statale.

Coloro che sostenevano il Primo Ministro desideravano un sistema scolastico statale e laico, che estromettesse la Chiesa Anglicana. I conservatori si opponevano fieramente.

Il progetto fu opera di Forster: aumentò il sussidio alle scuole confessionali, garantendone la sopravvivenza e creò istituti pubblici finanziati dalle tasse locali e completamente laici. In seguito fu approvato un emendamento che vietava l'insegnamento strettamente confessionale anche nelle scuole "private".

Tra il 1870 e il 1890, la frequentazione scolastica crebbe da un milione e un quarto a quattro milioni e mezzo. Nel 1880 essa fu resa obbligatoria e undici anni dopo la scuola primaria divenne gratuita.

Le riforme che migliorarono il sistema scolastico inglese culminarono nel 1871, con l'University Test Act, con il quale si aprivano di fatto le porte dell'Università anche ai non praticanti della Chiesa Anglicana. Nello stesso anno, Oxford seguì Cambridge nella creazione di un'università femminile.

Il problema della laicità dell'Università era emersa a Cambridge fin dal 1856, quando per la prima volta non ebbe luogo la cerimonia della Dichiarazione di Fede.

Per i successivi quindici anni, il dibattito fu acceso. Si trattava di cambiare una tradizione che era sopravvissuta ben duecento anni.

Dopo la riforma universitaria, l'accesso dei Cattolici all'università non fu automatico. Fino al 1892, vi fu il divieto formale di accedervi.

Tre anni dopo, la Chiesa di Roma permise ai Cattolici di entrare a Cambridge e Oxford. Ma il numero di studenti non Anglicani crebbe con estrema lentezza, nel 1929, erano centotrenta.


Dopo aver chiarito l'aspetto giuridico analizzato da Hardy nel suo Jude the Obscure, passiamo ora a considerare l'aspetto più profondo del romanzo, attraverso uno studio della storia del concetto filosofico di Angoscia.


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