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60° anni di storia: La Costituzione italiana
Ricorre nell'anno 2008 il 60^ anniversario della costituzione italiana, infatti la legge fondamentale della Repubblica italiana entrò in vigore il 1 gennaio 1948.
La Costituzione repubblicana rappresenta il frutto del lavoro dell'Assemblea costituente, composta di 556 membri eletti il 2 giugno 1946(lo stesso giorno in cui il popolo italiano a, suffragio universale, si pronunciò per la repubblica istituzionale) e presieduta da Umberto Terracini.
Il progetto, redatto da una commissione di 75 membri, fu sottoposto il 31 gennaio 1947 all'Assemblea, che nel corso di 170 sedute esaminò 1663 emendamenti; la votazione per l'approvazione del testo definitivo ebbe luogo il 22 dicembre 1947. La Costituzione fu firmata dal presidente della Repubblica Enrico De Nicola e controfirmata dal presidente del consiglio Alcide De Gasperi e dal presidente dell'Assemblea costituente, Terracini. Inoltre dobbiamo nominare le donne 21 donne elette il 2 giugno 1946(data in cui le donne per la rima volta poterono votare). Tra queste ricordiamo Maria Federici, Angela Gotelli, Nilde Lotti, Lina Marlin, Teresa Noce, che furono chiamate a far parte della Commissione dei 75, incaricate di redigere il testo della Costituzione, documento fondamentale della nostra convivenza civile. Il loro lavoro ha contribuito all'affermazione, del principio di uguaglianza per lo sviluppo di un paese moderno.
La Costituzione è composta di 139 articoli, divisi in quattro sezioni:principi fondamentali; parte prima, dedicata ai diritti e ai doveri dei cittadini; parte seconda,concernente l'ordinamento della Repubblica; 18 disposizioni transitorie e finali, riguardanti situazioni relative al trapasso dal vecchio al nuovo regime e destinate a non ripresentarsi.
I principi fondamentali e la prima parte della Costituzione contengono, innanzitutto, un ampio conoscimento dei diritti civili e politici essenziali, che vengono garantiti nella loro immodificabilita: l'uguaglianza davanti alla legge e l'inviolabilità dei diritti del'uomo (libertà personale, diritto alla difesa, presunzione di innocenza, inviolabilità del domicilio, segreto epistolare, libertà di circolazione e soggiorno, di espatrio, di riunione, di associazione, di religione, di opinione e stampa). Sono riconosciuti esplicitamente i diritti della famiglia, dei minori, il diritto alla salute, la libertà delle criti e delle scienze, il diritto all'istruzione.
Accanto ai diritti civili e politici la Costituzione stabilisce dei diritti sociali che hanno valore di programma politico-sociale per guidare la società italiana verso obbiettivi di uguaglianza. Questo aspetto, che contraddistingue la Costituzione italiana, trova espressione dirette nell'articolo 3:'È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese'. In questosenso vanno interpretati il riconoscimento del diritto al lavoro.
I diritti del cittadino sono inoltre riconosciuti e tutelati non solo con riferimento a ciascun individuo ma anche nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua attività (famiglia, comunità locale, partiti, sindacati, associazioni, ecc..). Un richiamo preciso sottolinea i doveri inderogabili di solidarietà, politica, economica e sociale.
Un'altra peculiarità della Costituzione italiana consiste nell'elencazione, oltre che dei diritti, dei doveri dei cittadini. Accanto al diritto-dovere del lavoro, consistente nello svolgere un'attività utile per la società, vi sono la fedeltà alla Repubblica, il pagamento delle imposte, il dovere dei genitori di curarsi dei figli, il dovere di votare e di difendere la patria.
La seconda parte della Costituzione definisce le strutture dell'ordinamento statale: il Parlamento, nucleo centrale del sistema politico, con il suo bicameralismo perfetto; il Presidente della Repubblica, con un ruolo di garante del'unità nazionale e di coordinatore, mediatore e regolatore dei rapporti tra i poteri dello stato; il Presidente del Consiglio dei ministri e il Governo, detentori del potere esecutivo e dell'indirizzo politico; la Magistratura, di cui è solennemente riconosciuta l'autonomia.
La costituzione italiana è 'rigida', cioè non può essere modificata con leggi ordinarie. Ciò allo scopo di sottrarre la legge fondamentale dello stato alle trasformazioni che appaiono più convenienti a maggioranze parlamentari contingenti. Ciò non significa che sia immodificabile. Al contrario essa prevede delle procedure per adottare leggi di revisione della costituzione ma non possono essere modificati i diritti che la prima parte della Costituzione dichiara inviolabili.
Tutto ciò suggerisce delle riflessioni nuove rispetto al passato, infatti potremo con un esame di coscienza,e non solo, valutare il significato della Costituzione italiana.
A mano a mano che le generazioni nascono, vivono sempre più lontane nel tempo rispetto agli eventi fondativi della comunità nazionale.
In Italia in questo periodo parlare di patria significa essere giudicati 'nazionalisti' o ancor peggio di essere ritenuti ideologicamente più arretrati e attaccati a ideologie definitivamente tramontate.
Sugli edifici pubblici la bandiera nazionale sventola in favore della comune volontà di manifestare la propria nazionalità con orgoglio.
La Costituzione fa si che ogni cittadino italiano possa affermare con fierezza le sue radici storico-culturali ma anche denunciare tutto ciò che vada contro ogni singola legge.
Ma tra coloro che vogliono affermare tutto ciò c'è chi non sente quest'attaccamento alla nazione e neanche i moltissimi documenti sulla liberazione riescono a far tornare la passione e l'amore per la patria in tali soggetti.
Eppure io credo che queste persone non riflettano abbastanza sull'aggettivo 'Nazionale', questa parola per il suo significato ideologico, è stata fortemente voluta dagli italiani dopo la seconda guerra mondiale, da coloro che come i resistenti hanno partecipato alla guerra e si sono sentiti stranieri nel proprio territorio, proprio perché né il governo liberale né a maggior ragione il governo fascista, avevano dato la possibilità di creare una comunità che avesse valore assoluto, che aiutasse a crescere nelle formazioni sociali, nella famiglia, nella scuola, nelle associazioni, nelle professioni.
Una comunità, con diritti inviolabili che spettano alla persona umana, e di doveri di solidarietà a cui cittadini devono inderogabilmente adempiere l'uno verso l'altro nella vita politica, economica e sociale.
Una comunità in cui tutte le istituzioni che si unificano nella parola' repubblica' operano per rendere effettiva e non astratta la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, tanto da poterci chiamare collettivamente Fratelli d'Italia.
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