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Tra XV e XVI secolo: la politica dell'equilibrio in Italia; il consolidamento delle nazioni europee; le guerre d'Italia (da Carlo VIII a Francesco I)
Con la pace di Lodi del 1454 viene definita una situazione di equilibrio, tra le diverse realtà politiche italiane, destinata a durare sino alla fine del secolo.
Sono stabilite le prerogative delle principali potenze italiane: il ducato di Milano (sotto la signoria di Francesco Sforza), Firenze (controllata dai Medici) e la repubblica di Venezia (consolidatasi anche sulla terraferma); rimangono intatti i domini pontifici nell'Italia centrale e vengono riconosciuti i diritti degli altri stati.
L'Italia meridionale è sotto la dominazione aragonese. Gli aragonesi di Spagna controllano direttamente come loro possesso, Sardegna e Sicilia, mentre il regno di Napoli è affidato dal 1442, dopo la vittoria nella guerra contro gli angioini, ad un ramo cadetto della dinastia principale.
L'equilibrio venutosi a creare, che ha un suo cardine fondamentale in Lorenzo de Medici (il Magnifico) e che vede emergere Firenze come centro di riferimento non solo politico ma anche culturale (umanesimo e rinascimento), si interrompe alla fine del secolo quando si apre una fase di conflitti che coinvolge, insieme agli stati italiani, le nazioni europee nel frattempo intente a consolidarsi all'interno dei propri confini.
La Francia, uscita vincitrice dalla guerra dei cent'anni, si rafforza, dopo la morte di Carlo VII con il successore Luigi XI. Il nuovo re si impegna in una politica volta ad eliminare nel territorio francese ogni forma di principato indipendente dalla corona dei Valois. Primo suo obiettivo risulta essere l'annessione del ducato di Borgogna, che aveva ottenuto di essere liberato dal vincolo feudale nei confronti del regno di Francia in cambio del suo appoggio contro gli inglesi. Il conflitto tra Luigi XI e Carlo il Temerario, duca di Borgogna, si risolve con la battaglia di Nancy (1477) nella quale Carlo trova la morte. La Francia annette così i territori borgognoni ad esclusione delle Fiandre. Maria di Borgogna, figlia di Carlo il Temerario, sposa infatti, Massimiliano d'Asburgo, figlio dell'imperatore Federico III. Lo scontro tra Francia ed Impero viene evitato con un accordo che garantisce agli asburgo il controllo delle Fiandre.
Luigi XI estende successivamente l'egemonia dei Valois anche sui principati di Provenza e di Angiò. Alla morte di Luigi XI gli succede al trono Carlo VIII che, sposando Anna di Bretagna (1491), annette al regno di Francia anche questo principato rimasto sino ad allora indipendente.
L'Inghilterra, altra protagonista della guerra dei cent'anni, vive tra il 1455 e il 1485 una fase della sua storia caratterizzata da conflitti interni alla aristocrazia cavalleresca che confluiscono nella cosiddetta Guerra delle due rose. Si tratta in effetti di una guerra civile combattuta dalle dinastie dei Lancaster e degli York, entrambe discendenti da figli cadetti di Edoardo III ed impegnate a contendersi il trono.
Dal 1399, dopo la morte di Riccardo II, a capo della monarchia inglese era stata la famiglia dei Lancaster con Enrico IV, Enrico V ed Enrico VI (vedi fine della guerra dei cent'anni). Quest'ultimo cade vittima della follia nel 1453. Questo evento, in concomitanza con la contemporanea conclusione della guerra dei cent'anni, crea le condizioni che danno l'avvio alle ostilità. L'aristocrazia inglese, privata dei bottini di guerra e dei ricavi prodotti dal saccheggio messo in atto per più di un secolo in terra di Francia, si divide sui due fronti (York e Lancaster) aprendo un trentennio di conflitti violentissimi.
Il risultato della guerra è duplice: l'aristocrazia viene di fatto annientata come "classe sociale" da questa lotta intestina; il sovrano che emerge vincitore, Enrico VII Tudor (imparentato con entrambe le dinastie contendenti), può mettere in atto così una politica di accentramento del potere nelle mani del re, essendo il parlamento (che era il principale contendente istituzionale del sovrano e all'interno del quale tradizionalmente il ruolo di guida spettava proprio all'aristocrazia) fortemente indebolito.
In Spagna nel 1469 si celebra il matrimonio tra Isabella, sorella del re di Castiglia Enrico IV, e Ferdinando, figlio del re d'Aragona Giovanni II. La Castiglia alla morte di Enrico IV (1474) diviene teatro di un conflitto per la successione al trono che coinvolge da un lato Isabella, proclamatasi regina, e dall'altro Giovanna, figlia illegittima di Enrico IV e nipote di Alfonso V del Portogallo. La guerra tra Castiglia e Portogallo si conclude nel 1479 quando muore il re d'Aragona Giovanni II e gli succede al trono il figlio Ferdinando, marito di Isabella. I regni di Castiglia ed Aragona si trovano così ad essere riuniti ed ottengono con il Portogallo una pace favorevole. Nel 1492 la conquista da parte di Ferdinando ed Isabella del regno di Granada, ultimo avamposto arabo nella penisola iberica, determina l'unificazione di tutta la Spagna.
L'Impero dal 1437 è sotto il controllo degli asburgo, prima con Alberto II e successivamente con Federico III e Massimiliano I. Il fatto che nei possedimenti dinastici degli asburgo fossero concentrate la maggior parte delle miniere di argento aveva infatti consentito a questi ultimi di ottenere, dietro cospicui pagamenti, l'appoggio dei principi elettori. Massimiliano I divenuto imperatore nel 1493, avvia una politica intesa ad unificare l'insieme dei territori germanici accentrandone il controllo sotto la sua autorità. Nel 1495 la dieta di Worms, convocata dall'imperatore, delibera una serie di provvedimenti con lo scopo di dare forma al disegno di Massimiliano I. Vengono sancite: la pace tra i principati tedeschi, il ruolo di arbitro assegnato all'imperatore nel caso di conflitti, l'istituzione di tribunali imperiali al di sopra dell'autorità dei principi e l'esazione di una imposta generale sul prodotto delle terre di tutta la Germania.
Nel 1453 era caduta sotto al spinta dei turchi Costantinopoli e l'Impero ottomano si era spinto in occidente fino ai Balcani assumendo inoltre il controllo di buona parte delle rotte commerciali nel mediterraneo.
In questo contesto si inseriscono le vicende che riguardano l'Italia e che prendono avvio dal 1494 con l'invasione da parte di Carlo VIII del regno di Napoli.
La Francia, unita politicamente dalla dinastia dei Valois, deve ancora consolidarsi come stato. L'aristocrazia delle province del regno, per garantire il proprio appoggio alla monarchia, ottiene, infatti, in cambio, tutta una serie di privilegi in ambito amministrativo e fiscale. Dal punto di vista economico, in particolare, manca un sistema efficace di gestione delle finanze e di riscossione delle imposte, che consenta di reperire le risorse necessarie a sostenere la politica di rafforzamento del regno messa in atto dai Valois.
Carlo VIII vede nella conquista del regno di Napoli un possibile strumento attraverso il quale trovare una soluzione a queste contraddizioni interne alla Francia.
Dal punto di vista diplomatico Carlo VIII costruisce una serie di alleanze che creano le condizioni affinché il suo disegno abbia successo.
o ottiene la neutralità di Inghilterra e Spagna, garantendo alla prima un risarcimento in denaro e cedendo alla seconda territori sul confine pirenaico
o ottiene la neutralità dell'Impero in cambio della cessione della Franca Contea
o ottiene il favore di Venezia in cambio della cessione dei porti pugliesi una volta completata la conquista
o ottiene l'appoggio di Ludovico Sforza (il Moro), il quale spera di avere il supporto del re francese per consolidare il suo domino su Milano (che controlla per averne usurpato la signoria essendosi nominato tutore del legittimo duca)
o ottiene a Firenze l'appoggio delle fazioni aristocratiche ostili ai Medici (fazioni che così rovesciano la signoria di Piero de Medici per instaurare una repubblica alleata della Francia)
o ottiene il permesso di attraversare lo Stato Pontificio da papa Alessandro VI (che deve fronteggiare una serie di oppositori interni e teme che il conflitto con il re di Francia possa indebolirlo)
All'inizio del 1495, quindi, l'invasione del regno di Napoli, iniziata l'anno prima, si realizza.
A questo punto, però, gli stati italiani che, ognuno per motivi diversi, avevano avallato il disegno di Carlo VIII (Venezia, Milano e lo Stato Pontificio), sia perché hanno consolidato le loro posizioni, sia perché si rendono conto del pericolo rappresentato dalla presenza francese in Italia, si accordano tra loro e con il re di Spagna per ristabilire i legittimi sovrani sul trono di Napoli.
Carlo VIII trovatosi isolato abbandona Napoli, che viene così riconquistata dagli aragonesi. Durante il viaggio di ritorno verso la Francia si scontra a Fornovo con gli eserciti italiani. L'esito della battaglia è tale da non impedire a Carlo VIII il rientro in patria ma allo stesso tempo sancisce la rinuncia definitiva al suo disegno egemonico nei confronti del regno di Napoli.
La politica di espansione francese in Italia riprende con il successore di Carlo VIII, Luigi XII, le cui mire si rivolgono verso il ducato di Milano.
Dopo aver preparato il terreno attraverso una serie di accordi diplomatici con Venezia e con il papa Alessandro VI (al cui figlio illegittimo Cesare Borgia consente di creare un dominio personale in Romagna), Luigi XII ha ragione facilmente di Ludovico il Moro e occupa Milano nel 1500.
1500 - Luigi XII stipula un accordo segreto con Ferdinando il Cattolico re di Spagna per la spartizione del regno di Napoli. L'accordo salta nel momento in cui Federico III re di Napoli, venuto a conoscenza del progetto di Ferdinando, decide di abdicare in favore di Luigi XII.
Si apre così un conflitto per il predominio nell'Italia meridionale che si conclude nel 1504 con il prevalere della Spagna.
L'Italia viene divisa in zone di influenza: la Francia controlla il ducato di Milano mentre il Regno di Napoli entra a far parte della dominazione spagnola.
Alla morte di Alessandro VI diviene pontefice Giulio II, appartenente alla famiglia dei Della Rovere rivale dei Borgia, e intenzionato a consolidare il proprio ruolo nell'Italia centrale.
A fare le spese dei progetti del papa sono innanzitutto Cesare Borgia, il cui principato in Romagna crolla, e successivamente Venezia, contro cui il papa organizza nel 1508 la lega di Cambrai, una alleanza politico militare che coinvolge Francia, Impero e Spagna.
1509 - Venezia subisce la grave sconfitta di Agnadello e la sua stessa sopravvivenza sembra essere messa in pericolo.
Il timore che troppo forte possa diventare in questo modo la presenza straniera
in Italia, porta il papa, dapprima ad uscire dall'alleanza con gli altri
sovrani europei, e poi, di fronte alla reazione di Luigi XII, a creare una
nuova lega, denominata lega Santa, in funzione antifrancese (1510).
Luigi XII non riesce a difendere i suoi domini nell'Italia settentrionale. Gli Sforza, con il supporto della fanteria svizzera, riottengono il controllo di Milano.
A Firenze, con l'appoggio della Spagna, viene abbattuta la repubblica e viene restaurata la signoria dei Medici.
Il successore di Luigi XII, Francesco I, riapre il conflitto in Italia, sconfigge nel 1515 i fanti svizzeri e occupa nuovamente la Lombardia.
Il trattato di Noyon del 1516, stipulato tra Carlo I d'Asburgo, re di Spagna, e Francesco I, re di Francia, sancisce formalmente lo stato di fatto: il ducato di Milano alla Francia, il Regno di Napoli alla Spagna.
Sta tuttavia per aprirsi una nuova fase di conflitti il cui protagonista principale sarà Carlo d'Asburgo che, nel 1519, alla corona spagnola unisce la corona imperiale.
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