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La Resistenza e la liberazione dell'Italia (25 aprile 1945)
Circa 200 mila uomini, di diversa provenienza sociale e politica, operano nelle formazioni dei partigiani. Questi, uniti in un movimento di opposizione spirituale, politica ed armata al nazifascismo, danno vita alla Resistenza italiana.
I partigiani sono operai e studenti, contadini ed intellettuali che, uniti ai soldati ed agli antifascisti tornati dall'esilio, lottano sulle montagne, nelle città e nelle campagne del centro-nord. Un ruolo di grande rilevanza politica ed organizzativa è assunto dalle formazioni partigiane di sinistra (comuniste e socialiste); ma sono presenti anche formazioni cattoliche, liberali ed autonome.
Tutti i partiti che operano nella Resistenza formano degli organismi militari definiti C.L.N. (Comitati di Liberazione Nazionale). Tutti i C.L.N. periferici fanno capo ad un C.L.N. centrale con sede a Roma ed ad un C.L.N.A.I. (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) con sede a Milano.
I partigiani ostacolano i colpi di mano dei Tedeschi, evitano sabotaggi o ne fanno; occupano zone di territorio e partecipano ad azioni di guerra con armi catturate al nemico o fornite dagli Alleati. Con i partigiani combattono tutti i cittadini. Infatti, la Resistenza è l'unica guerra veramente sentita dagli Italiani. Contro i partigiani si rivolgono le azioni dei nazisti e dei fascisti di Salò. Molte rappresaglie nazifasciste, come quelle di Boves, Marzabotto o delle Fosse Ardeatine a Roma, sono delle vere e propie stragi, condotte con truculenza e lucida violenza.
Intanto sul piano politico, il 13 ottobre 1943, l'Italia dichiara guerra alla Germania ed è riconosciuta come paese cobelligerante al fianco degli Alleati.
Quegli Alleati che stanno risalendo, pian piano, la penisola e, man mano, liberando il territorio italiano. Il 4 giugno 1944, tra il tripudio della popolazione, è liberata Roma. Nello stesso giorno Umberto di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele III, è nominato luogotenente generale del regno, mentre Pietro Badoglio, troppo compromesso col Fascismo e le vicende belliche, è sostituito alla guida del governo da Ivànoe Bonomi, capo del C.L.N.
Per circa un anno gli Alleati si fronteggiano con i Tedeschi attestati sulla cosiddetta linea gotica, un asse posto tra Rimini e La Spezia. Solo nella primavera del 1945 riescono a sfondare lo sbarramento tedesco e a dilagare nella Pianura Padana e nelle maggiori città del nord. Le popolazioni insorgono e combattono con gli Alleati contro il nemico in fuga.
Il 25 aprile 1945 l'Italia è libera dal giogo nazista. Il C.L.N.A.I. dichiara, nello stesso giorno, di assumere tutti i poteri civili e militari nelle regioni settentrionali.
Due giorni dopo Mussolini è fucilato dai partigiani a Giulino di Mezz'egra, sulle rive del lago di Como. Due giorni ancora ed il comando tedesco in Italia firma la resa senza condizioni.
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