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SCELTA DEI TRONCHI
Il legno impiegato nella rifinitura delle stanze viene scelto e trattato con molta cura. Per le stanze più importanti si procede in questo modo: per prima cosa viene segata una grossa tavola, e se ne scarta la parte la parte centrale perché è soggetta a creparsi. Poi si incide un profondo solco nel montante rotondo, che forma quasi sempre la parte anteriore della corta tramezza che divide in due rientranze, o nicchie, la parte di fondo della stanza. Con questo trattamento il legno è meno soggetto a incrinarsi o a scheggiarsi.
Una volta completato l'interno, il lavoro del daiku, o carpentiere, è finito; poi interviene una nuova squadra di artigiani, detti sashimonoya, cioè ebanisti, il carpentiere vero e proprio ha costruito la struttura portante grezza e parti analoghe. Molta cura viene dedicata alla ricerca di legname che abbia venature uniformi e colori intonati; cosa possibile solo se si adopera materiale proveniente da uno stesso tronco. Nei depositi di legname si vedono assi di lunghezza uniforme legate in cataste, in effetti sono legate esattamente nel tronco prima che questo venisse segato. Ed è così per tutto il legname, i pezzi vengono sempre accatastati in questo modo. In un deposito di legname non si vedono mai tavole ammucchiate in disordine, ma tutte quelle ottenute sezionando uno stesso tronco sono legate strettamente e senza aver subito alcuno spostamento.
Poiché le dimensioni delle stanze sono determinate del numero di tatami che devono contenere, le travi, i montanti, i travetti inclinati, le assi del pavimento, i pannelli del soffitto e tutti i listelli vengono costruiti in rapporto alle loro misure. I sei in lunghezza, e si adattano al pavimento formando una superficie compatta. L'architetto indica sulla pianta il numero dei tatami per ogni stanza, e questo numero determina la grandezza della stanza. Occorrono quindi pezzi di legno di lunghezze ben precise, e il carpentiere sa con certezza di trovarli nel deposito.
Dunque la costruzione della casa giapponese non comporta quasi nessuno spreco, ben diversamente dalle nostre, che vengono fabbricate con criteri dispendiosi. Nel nostro paese, quando uno ha costruito la casa in legno, si ritrova la cantina a la rimessa zeppe di materiale di scarto, e per un anno almeno, se non di più, ha la magra consolazione di alimentare il caminetto e la cucina economica con pezzi di legno, grezzi e rifiniti.
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