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PERSONAGGI CELEBRI
STORIA CONTEMPORANEA - LA PRIMA GUERRA MONDIALE
GABRIELE D'ANNUNZIO: divenne in breve l'idolo dell'alta società e dei salotti letterari. La sua facilità nell'assimilare esperienze letterarie, contemporanee e non, ne fecero il massimo esponente del Decadentismo italiano. Dopo essere vissuto per qualche tempo in Francia, nel 1914-1915 fu tra i più influenti propugnatori dell'intervento italiano e, scoppiata la guerra, partì volontario. Il suo costante desiderio di riscattare la propria vita privata in una serie di gesta eroiche fu ampiamente soddisfatto: protagonista e organizzatore di svariate e spesso felici imprese belliche (la beffa di Buccari, il volo su Vienna), fu ripetutamente decorato e promosso tre volte per merito di guerra. Approfittò della popolarità acquistata con un ultimo gesto: nel settembre del 1919, raccolto un gruppo di volontari, occupò Fiume non assegnata dal patto di Londra all'Italia, costrinse il presidio interalleato ad andarsene e tenne il governo della città per un anno, allontanandosene soltanto quando vi fu costretto con le armi dal generale Caviglia. Dopo di allora si ritirò in una vecchia villa, a Gardone Riviera, che riempì di cimeli di guerra e che chiamò «Il Vittoriale». Nel 1937 venne nominato presidente dell'Accademia d'Italia.
FRANCESCO GIUSEPPE I D'ASBURGO Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria (Vienna 1830-1916). Figlio dell'arciduca Francesco Carlo, secondogenito dell'imperatore Francesco I e della principessa Sofia di Baviera, fu educato dalla madre, donna assai intelligente e abile ma di idee reazionarie. Divenne imperatore durante la crisi del 1848, un momento molto critico per gli Asburgo. Francesco Giuseppe in meno di due anni vide ristabilita l'autorità imperiale in Boemia e in Ungheria e riaffermata la preminenza dell'Austria in Germania e in Italia. L'incerto atteggiamento assunto durante la guerra di Crimea, però, non solo gli inimicò la Russia, ma non gli assicurò neppure le simpatie delle potenze occidentali. Dalla riconciliazione con l'Ungheria nacque il dualismo, basato sulla supremazia dei Tedeschi e dei Magiari, rispettivamente nella parte occidentale ed orientale dell'Impero. Francesco Giuseppe stesso assunse il duplice titolo di imperatore d'Austria e re d'Ungheria. In politica interna affidò per 14 anni il governo, a cominciare dal 1879, al conservatore Taaffe. Francesco Giuseppe affrontò con realismo la situazione internazionale fino al 1914, quando l'assassinio del nipote ed erede Francesco Ferdinando lo portò a dichiarare la guerra alla Serbia, dando origine al primo conflitto mondiale.
PAUL LUDWIG VON BENECKENDORFF HINDENBURG: generale e uomo di Stato tedesco. Allo scoppio della guerra fu richiamato e nominato comandante delle truppe sul fronte orientale. Fronteggiò l'offensiva russa e riuscì a sconfiggere le armate avversarie, con la collaborazione di Ludendorff. Nella primavera del 1916 respinse un'offensiva russa guidata dal generale Brusilov, e nell'agosto del medesimo anno venne chiamato a sostituire il generale in campo, Falkenhayn. Dopo il crollo della Russia zarista in seguito alla rivoluzione bolscevica, si spostò sul fronte occidentale dove sostenne l'opportunità di una guerra di posizione contro i numerosi attacchi degli Alleati, rafforzati dall'entrata in guerra degli Stati Uniti. Esso di fronte all'impossibilità materiale di continuare le ostilità, chiese egli stesso al governo imperiale di iniziare trattative per l'armistizio. Finita la guerra si ritirò a vita privata scrivendo anche un libro di memorie, ma alla morte del presidente Ebert, gruppi di destra appoggiarono la sua elezione a presidente della Repubblica. Fu rieletto presidente. L'anno seguente, Hindenburg nominò Hitler cancelliere del Reich, sanzionando così la fine della Repubblica di Weimar e della democrazia tedesca.
THOMAS WOODROW WILSON: 28s presidente degli Stati Uniti. Figlio di un pastore presbiteriano d'origine scozzese da cui ereditò una severa fede calvinista e ferme convinzioni morali, andò gradualmente modificando il suo orientamento ideologico, passando dalle posizioni conservatrici giovanili a posizioni sempre più democratiche e facendo propri gli ideali progressisti. Nel 1910 entrò nella vita politica affiliandosi al partito democratico. Candidato alle elezioni presidenziali, fu eletto nel 1913. Avviò una serie di iniziative per affermare l'ideale egualitario di una democrazia di piccoli proprietari e il suo programma fu in buona parte attuato. Essendo scoppiata in Europa la guerra, concentrò i propri sforzi nel tentativo di tenere il Paese fuori dal conflitto; successivamente si convinse che la partecipazione degli Stati Uniti alla guerra era inevitabile. Nell'aprile del 1917 dichiarò guerra alla Germania. Con la famosa dichiarazione dei «quattordici punti» (gennaio 1918) precisò gli obiettivi per i quali gli Stati Uniti stavano combattendo, affermando che la pace avrebbe dovuto fondarsi sull'uguaglianza e sull'autodeterminazione di tutti i popoli. Per il conseguimento di questo fine, chiese che fosse costituita una lega comprendente tutte le nazioni. Alla conclusione del conflitto continuò a battersi per il suo ideale di un nuovo ordine mondiale. Ottenne che fosse creata la Società delle Nazioni. Abbandonò la vita politica nel 1919.
NAZARIO SAURO: fu ufficiale nella marina austro-ungarica, che abbandonò allo scoppio della guerra per arruolarsi in quella italiana. Compì coraggiose imprese contro le navi nemiche guadagnandosi la medaglia d'argento. Al comando del sommergibile Giacinto Pullino, che si accingeva a raggiungere il golfo del Quarnaro, egli fu catturato con tutto il suo equipaggio. Dopo un processo per alto tradimento il 10 agosto, fu condannato all'impiccagione.
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