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Negazionismo
Il negazionismo è una forma estrema di revisionismo storico che reinterpreta circoscritti avvenimenti storici, specialmente quelli riguardanti il fascismo e il nazismo, negandone l'esistenza o mettendone in dubbio la veridicità.
Questo movimento di pensiero nasce intorno agli anni cinquanta, quando per la prima volta compaiono argomentazioni che contestano la responsabilità tedesca nella seconda guerra mondiale, sostenendo che i nazisti avevano semplicemente risposto alla minaccia ebrea.
Due tra i maggiori esponenti del negazionismo sono David Irving, dell'Insitute for Historical Review, e Robert Faurisson, dell'Università di Lione.
Irving negò molti dei punti fondamentali dell'Olocausto, tra i quali, il coinvolgimento di Hitler nella seconda guerra mondiale e l'esistenza e l'utilizzo delle camere a gas. Irving parlò della sua teoria sul non-coinvolgimento di Hitler nel suo libro Hitler's War, che fu bandito in molti stati. Per quanto riguarda le camere a gas, sosteneva che esse furono costruite solo in seguito alla seconda guerra mondiale e quindi quelle che sono arrivate a noi, all'interno dei campi di concentramento, sono solo dei falsi.
Faurisson è ricordato soprattutto per aver negato l'esistenza delle camere a gas sostenendo che esse non esistevano e che, anche se esistevano, erano impiegate esclusivamente per uccidere le pulci che infestavano i campi.
Le teorie negazioniste, non potendo avere a loro favore delle prove, basano tutta la loro veridicità sulla confutazione dei documenti e delle testimonianza riguardanti il genocidio risalente alla seconda guerra mondiale. I negazionisti, però, non scelgono una qualsiasi testimonianza da confutare, bensì, scelgono con cura quelle più facilmente contrastabili. Si assiste così ad una vera e propria selezione di prove, da parte degli esponenti del negazionismo, i quali arrivano anche a negare l'esistenza di alcune di esse.
Quando devono esporre un'argomentazione facendo uso di una testimonianza "avversaria", i negazionisti, la isolano dal suo contesto in modo da renderla più vulnerabile ai loro attacchi e vi trovano errori e contraddizioni spesso inesistenti. Nel caso in cui riuscissero a trovare un vero errore all'interno di una qualsiasi prova, allora i negazionisti la considererebbero non valida grazie al principio del falsus in uno falsus in omnibus, sostenendo che la presenza di un errore non escluda il fatto che tutta la prova sia falsa. Talvolta i negazionisti hanno persino inventato testimonianze da portare a loro favore.
Nelle loro esposizioni, le quali spesso mancano di contenuti consistenti, i negazionisti puntano molto sulla dialettica e sulla retorica. Assumendo, infatti, un tono professionale e adeguato, magari con una buona capacità di catturare l'attenzione e di ammaliare con le parole, possono arrivare a convincere gli ascoltatori più sprovveduti e non molto informati sugli argomenti trattati.
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