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Il successo di Napoleone nella conquista del potere poggiava sul ruolo dell'esercito della vicenda rivoluzionaria: dal momento in cui il popolo francese si era identificato con la nazione in armi, il controllo dell'esercito e delle sue possibilità di vittoria divenne la fonte principale del potere e la garanzia di una stabilizzazione delle conquiste rivoluzionarie.
L'ascesa al potere di Napoleone venne sancita dalla nuova Costituzione dell'anno VIII che, sottoposta a plebiscito, entrò in vigore alla fine del 1799. Il potere esecutivo fu interamente attribuito al Primo console (Napoleone); gli altri due membri del consolato ebbero solo un ruolo consultivo. Il Primo console deteneva anche l'iniziativa legislativa (ossia il diritto di proporre leggi), unitamente a un organismo tecnico di sua nomina, il Consiglio di Stato. Gli altri poteri legislativi erano affidati a tre assemblee: il Tribunato, che discuteva le leggi senza poterle votare; il Corpo legislativo, che le votava senza poterle discutere; il Senato, che ne controllava la costituzionalità prima della promulgazione.
Si venne di fatto instaurando un governo dittatoriale, basato su un consenso diretto del popolo ottenuto attraverso i plebisciti.
La più duratura delle realizzazioni napoleoniche fu la riforma amministrativa. Il principale strumento di centralizzazione burocratica fu l'istituzione dei prefetti, rappresentanti del governo in ogni dipartimento, che dipendevano direttamente dal Primo console e avevano compiti politici e amministrativi.
Furono estese notevolmente le competenze dello Stato, con particolare attenzione all'istruzione pubblica.
In politica estera, al fine di conseguire il raggiungimento della pace e consolidare il proprio potere, Napoleone riprese la guerra con gli austriaci, sconfiggendoli a Marengo (giugno 1800) e concludendo nel febbraio 1801 la pace di Lunéville.
Nel 1802, con la pace di Amiens, ebbe inizio l'unico, brevissimo periodo di pace tra Francia e Inghilterra.
Nel luglio 1801 fu raggiunto con il Concordato con la Chiesa di Roma, con il quale il nuovo pontefice Pio VII riconosceva la Repubblica francese e la vendita dei beni nazionali; da parte sua lo Stato si assumeva l'onere della retribuzione del clero.
Nel 1802 Napoleone si fece nominare console a vita.
Nel 1804 promulgò il Codice civile, che riaffermava i diritti inalienabili citati nelle precedenti costituzioni.
Repressa duramente una congiura realista, nel 1804 Napoleone si fece nominare imperatore dei francesi.
Nell'Europa centrale e orientale una serie di grandi vittorie militari costrinsero alla pace Austria, Prussia e Russia; fu soppresso il Sacro romano impero e furono istituiti Stati satelliti in Olanda, Germania e Polonia.
Nel 1805 la Repubblica italiana si trasformò in Regno d'Italia: il dominio napoleonico si estese progressivamente a tutta l'Italia, esclusa la Sicilia.
Nel 1806 Napoleone proclamò il blocco continentale che stabiliva il divieto per i paesi europei di commerciare con l'Inghilterra, mirando a distruggere la potenza inglese attraverso una crisi economica indotta dall'assenza di sbocchi commerciali. In realtà il blocco continentale danneggiò anche l'economia francese, oltre a quella di tutti gli Stati su cui si estendeva, facendo crescere l'ostilità nei confronti della Francia.
In Spagna i contadini si opposero a Napoleone, perché erano ancora legati al re e alla Chiesa, ed egli aveva determinato la fine della dinastia dei Borbone (ponendo sul trono spagnolo suo fratello) e fatto arrestare il pontefice (1805) e confiscato i beni della Chiesa.
In Spagna e nella Sicilia (occupata dagli inglesi) furono approvate nel 1812 costituzioni moderate che sarebbero state assunte a modello dal movimento liberale dell'età della Restaurazione.
La Russia si sganciò dall'alleanza con la Francia, rivendicando una politica economica autonoma e la libertà di commercio; Napoleone cercò di fronteggiare la situazione con l'invasione della Russia (1812), che si risolse però in una ritirata a prezzo di fortissime perdite, dato che la Russia si rifiutò di trattare.
Una nuova coalizione tra Inghilterra, Russia, Prussia e Austria sconfisse i francesi a Lipsia; dopo l'occupazione di Parigi, Napoleone dovette abdicare (aprile '14) e ricevette il possesso dell'isola d'Elba. Al trono di Francia saliva Luigi XVIII.
Nel marzo 1815 Napoleone, tornato in Francia, riassunse il potere facendo leva sul malcontento serpeggiante tra gli strati popolari e l'esercito. Fu poi sconfitto a Waterloo, in Belgio (18 giugno) e deportato sull'isola di Sant'Elena.
Napoleone fu sconfitto per diversi motivi:
l'esercito era un miscuglio eterogeneo di uomini provenienti da venti nazioni diverse;
si trovò contro Inghilterra, Austria, Prussia e Russia;
in Spagna, le Cortes costituite da forze liberali combatterono contro di lui, poiché aveva smantellato le istituzioni del sistema liberale;
le borghesie nazionali rivendicavano autonomia economica; avevano inoltre subito l'imposizione di nuove tasse per finanziare le campagne militari;
le forze nazionalistiche rivendicavano il diritto di ogni popolo di mantenere le proprie tradizioni.
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