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Napoleone cronologia




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NAPOLEONE CRONOLOGIA



1769, 15 agosto: Ad Ajaccio in Corsica nasce Napoleone da Carlo Maria Bonaparte e Maria Letizia Ramolino.


1789, 14 luglio: Presa della Bastiglia, simbolo dell'Assolutismo; Luigi XVI riconosce la sovranità del popolo.


1789, 26 agosto: L'Assemblea Nazionale Costituente vota una Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino.


1793: Napoleone è nominato comandante dell'artiglieria nell'esercito incaricato di riprendere Tolone ai realisti.


1794, marzo: Generale di brigata e Comandante dell'artiglieria italiana.


1795, 3 ottobre (13 vendemmiaio): Repressione della Rivolta Realista.


1796, 7 marzo: Sposa Giuseppina Tascher, vedova del Generale Alexandre de Beauharnais.


1796 - 1797: Prima Campagna d'Italia: serie ininterrotta di vittorie sui Piemontesi ed Austriaci. Si conclude con la pace di Campoformio: nascono la Repubblica Cisalpina la Repubblica di Venezia.


1798: Spedizione in Egitto destinata a tagliare la via inglese per le Indie.

10 giugno: Occupazione di Malta

1 luglio: Occupazione d'Alessandria.

1 agosto: La flotta francese è distrutta ad Abukir da Nelson.


1799, 10 novembre: Colpo di Stato del 18 brumaio: Napoleone è nominato Console provvisorio. S'instaura la dittatura militare: è capo dello Stato e dell'esercito; detta la Costituzione dell'Anno VIII.


1800: Seconda Campagna d'Italia.

14 giugno: Vittoria di Marengo contro gli Austriaci.


1801, luglio: Concordato con Papa Pio VII.


1802, 24 gennaio: Diviene presidente della Repubblica italiana.

25 marzo: Pace d'Amiens tra Inghilterra e Francia. La Gran Bretagna s'impegna a restituire le colonie alla Francia e Malta ai Cavalieri di S. Giovanni.

4 marzo: È nominato Console a vita. Piemonte e Isola d'Elba sono annessi alla Francia.


1804, 18 maggio: Viene proclamato imperatore dei francesi col nome di Napoleone I.

2 dicembre: Consacrazione nella Cattedrale di Nôtre - Dame per mano del Papa Pio VII.


1805, maggio: Diventa Re d'Italia. Annessione della Repubblica Ligure.

21 ottobre: Disastro navale di Trafalgar dopo che la Terza Coalizione aveva dichiarato guerra alla Francia.

2 dicembre: Vittoria d'Austerliz contro gli eserciti Austro - Russi.

26 dicembre: Trattato di Presburgo: L'Austria cede il Veneto, il Tirolo, il Trentino, l'Istria e la Dalmazia. Costruzione del grande impero che circonda la Francia di Stati i cui sovrani, parenti o alleati dell'imperatore, adottano il Codice Napoleonico.


1806, 14 ottobre: Vittoria francese a Jena e Auerstad contro la IV Coalizione (Prussia, Russia e Inghilterra).

Luglio: pace di Tilsit con la Russia. La Prussia è smembrata a favore dei nuovi Stati Vassalli (la Vestfalia è data a Girolamo Bonaparte, il Granducato di Varsavia è affidato al Re di Sassonia).

21 novembre: Blocco continentale che avrebbe dovuto distruggere la potenza economica dell'Inghilterra precludendole il mercato europeo.


1807 - 1809: Annessione dell'Etruria, occupazione dello Stato Pontificio, conquista del Portogallo, occupazione della Spagna.


1809, aprile: La V Coalizione dichiara guerra alla Francia.

14 ottobre: Pace di Vienna.


1810, 1 aprile: Napoleone sposa Maria Luisa d'Austria dopo aver ripudiato Giuseppina.

Luglio: Annessione dell'Olanda all'Impero.

Dicembre: Annessione dei territori tedeschi del Baltico.


1811, 20 marzo: nasce Napoleone II, il «Re di Roma».


1812, 24 giugno: Spedizione di Russia.

7 settembre: Vittoria di Borodino.

14 settembre: Incendio di Mosca.

19 ottobre: Dopo un inutile tentativo di negoziare con lo zar, Napoleone ordine la ritirata.


1813, 25 gennaio: Concordato di Fontainebleau con Pio VII nella speranza di riunire intorno a se i cattolici d'Europa.

16 marzo: La Prussia entra in guerra con la Francia.

19 ottobre: Sconfitta di Lipsia. Crolla il Grande Impero.


1814, 25 gennaio: Napoleone abbandona Parigi e con 60.ooo uomini inizia la campagna di Francia. Ma il 4 aprile è costretto ad abdicare in favore del figlio.

11 aprile: Trattato di Fontainebleau: gli rimangono il titolo di Imperatore e il governo dell'Isola d'Elba.


1814, ottobre - 1815, giugno: Congresso di Vienna: sistemazione politica e territoriale dell'Europa dopo la caduta dell'Impero Napoleonico.


1815, 1 marzo: Napoleone fugge dall'Isola d'Elba, rientra in Francia e inizia l'ultimo periodo cosiddetto dei "cento giorni".

15 giugno: In Belgio sconfigge i prussiani a Ligny.

18 giugno: Viene sconfitto a Waterloo.

17 ottobre: Al congresso di Vienna si decide di esiliarlo nella lontana isola di Sant'Elena.


1821, 5 maggio: MUORE, dopo aver dedicato gli ultimi anni della propria vita a scrivere il suo Memoriale che verrà pubblicato nel 1823.



LA FRANCIA AI TEMPI DI NAPOLEONE


La Francia di Napoleone è ancora, e lo rimarrà per svariati decenni, un paese a maggioranza contadina: oltre l'85% degli abitanti vivono in campagna. L'agricoltura rappresenta la principale risorsa.

Alla base della società rimane la terra. Il possesso di terre, e non la proprietà urbana o il deposito bancario, determina la considerazione sociale. I diritti feudali sono stati aboliti, sono comparsi i privilegi legati al possesso della terra, ma è rimasto intatto il prestigio sociale.

Questa Francia rurale è una Francia immobile, cioè una Francia il cui orizzonte si limita al campanile della chiesa e ai confini territoriali. Pur senza sottovalutare l'incidenza delle migrazioni stagionali e la durezza di essere strappati al suolo natio a causa della coscrizione, notiamo come questa Francia non si muova e viva ripiegata in se stessa.

Una Francia immobile, ma pur sempre una Francia che muta: la proprietà contadine è aumentata e il catasto sancisce tale espansione; i diritti feudali sono scomparsi e l'imposta diventa più equa, mentre un'altra congiuntura favorisce l'arricchimento delle campagne e, nonostante le requisizione e gli arruolamenti degli uomini, lascerà il ricordo di un'età "dell'oro" per il mondo contadino francese. Un modo immobile, ma di sorprendente varietà. Si possono distinguere le pianure, che si estendono dal settentrione della Francia all'alta Normandia: campi incolti e vallate paludose, vaste fattorie e piccole proprietà, le cui risorse vengono integrate dall'artigianato rurale; gli altipiani orientali ricoperti di boschi; le piccole proprietà occidentali tenute a prato e delimitate da siepi ad albero; la valle della Loira con diversa fertilità; le campagne del Rodano; la parte sud - occidentale, dove domina la mezzadria; le regioni montuose del centro, che sembrano aver ignorato la Rivoluzione; il litorale mediterraneo, infine, dove la minaccia dei barbari ha ceduto il posto ai pericoli di sbarco da parte dell'Inghilterra.



IL TEMPO


La vita contadina scorre seguendo il ritmo delle stagioni, scandito dagli almanacchi venduti dai venditori ambulanti. Nelle campagne la maggioranza della popolazione vive al di fuori del tempo misurato e diviso in ore i tre scampanii bastano a ritmare il lavoro; l'orologio è un oggetto raro riservato alla gente di città; comincia a diffondersi nel mobilio dei contadini quello a muro, ma le meridiane restano quelle più usate. Ci si serve anche di orologi idraulici. Il riposo domenicale è accuratamente rispettato e del resto è diventato ufficiale dopo la firma del Concordato. La domenica è giorno di riposo, quello dei giochi e dei balli, in cui si fanno conoscenze di fattoria in fattoria, di villaggio in villaggio.



LA GIORNATA LAVORATIVA


Come in precedenza, anche nel periodo napoleonico la giornata lavorativa comincia con il sorgere del sole. I lavoratori agricoli si svegliano prima che faccia giorno per battere i cereali nel granaio. Il lavoro dei campi termina quando scende la sera, dopo una pausa verso mezzogiorno. L'inverno comporta un rallentamento dell'attività, anche se la piccola industria rurale, soprattutto quella tessile interviene a fornire risorse supplementari.  Nel periodo della mietitura e in quello della vendemmia la durata della giornata lavorativa risulta eccessiva. La donna aggiunge al lavoro dei campi l'attività di casalinga. La scarsità di dipendenti agricoli, dovuta alla crescente domanda di soldati costringe la donna ad aiutare il marito nelle incombenze più dure. Vengono utilizzati anche i bambini per costruire gli armenti per dare da mangiare al pollame e per altre attività minori.



NAPOLEONE


Fu eccezionale comandante militare: le numerosissime vittorie ottenuta dai francesi sotto la sua guida sono infatti da ascrivere alla sua capacità di manovrare in modo coordinato ed efficace i diversi corpi d'armata costituenti i nuovi eserciti di massa. La rapidità e la fantasia delle decisioni, l'abilità ad usare il fattore sorpresa, l'organizzazione dei servizi informativi, la decisione nell'inseguire il nemico battuto, il carisma nel comando furono fattori decisi per le sue vittorie. L'importanza storica di napoleone non è tuttavia limitabile al solo piano delle conquiste militari. Tramite queste egli contribuì fortemente a divulgare in tutta Europa le idee della Rivoluzione francese ponendo le basi per un complessivo e irreversibile mutamento culturale, politico e istituzionale del continente: basta pensare al suo sforzo di codificazione e di uniformazione giuridica, che si estese dalla Francia ai paesi sottoposti all'impero da lui creato. La reazione al suo rigido dominio contribuì a rinsaldare i sentimenti nazionali in diversi paesi, avviando un processo che avrebbe segnato tutto il secolo XIX°.



L'ASCESA


Secondo figlio di Carlo Maria Bonaparte e di Letizia Ramolino, come capitano d'artiglieria si distinse all'assedio di Tolone, liberando la città dagli inglesi (1793). Nominato generale di brigata, brevemente sospettato di legami con i Giacobini, fu riabilitato e P. Barras gli affidò la repressione dell'insurrezione realista contro il Direttorio. Legatosi a Giuseppina Tascher de La Pagerie, vedova del generale A. de Beauharnais, la sposò il 7/3/1796. Nominato generale in capo dell'armata d'Italia (2/3/1796), condusse la campagna con rapidità fulminea, rivelando il suo genio militare: attraverso una serie di vittorie (Cairo Montenotte, Millesimo, Lodi, Arcole, Rivoli) sugli austro - sardi, i francesi entrarono a Milano (15/5/1796), favorendo poi la nascita delle Repubbliche Cispadane e Cisalpina (1796-97). Napoleone quindi prese Mantova (2/2/1797) e occupò i territori veneti (5/1797), costringendo gli austriaci alla pace di Campoformio (17/10/1797), da lui trattata scavalcando il Direttorio. Timoroso del suo crescente potere, il Direttorio allontanò Napoleone affidandogli la spedizione in Egitto, destinata a tagliare alla Gran Bretagna la rotta dell'India. Nonostante i successi iniziali (vittoria delle Piramidi sui mamelucchi, 21/7/1798), la distruzione della flotta francese ad opera di H. Nelson ad Abukir (1°.VII) compromise però la missione.



LA PRESA DEL POTERE


Rientrato in Francia (9/10/1799), con l'appoggio del fratello Luciano, di E. Sieyès, Ch.-M. Talleyrand, J. Fouché, G. Murat, organizzò il colpo di Stato del 18 brumaio (9/11/1799), con il quale abbatté il Direttorio e instaurò il regime del consolato, divenendo I Console. Da allora Napoleone attuò la duplice opera di accrescimento del potere personale e di accentramento politico - amministrativo dello Stato, esautorando le assemblee legislative e rafforzando gli appartai esecutivi (creazione dei prefetti). Riorganizzò le finanze, la giustizia, creò i Licei, la Legion d'onore, la Banca di Francia, fece promulgare un codice civile, che segnò una tappa decisiva nel rinnovamento del diritto moderno. Ritornò in Italia e, battuti gli austriaci a Marengo (14/6/1800), li costrinse alla pace di Luneville (9/2/1801), che riconobbe alla Francia l'influenza sull'Italia del Nord e il dominio sulla riva sinistra del Reno. Con la pace di Amiens impegnò l'Inghilterra (1802) a restituire le colonie occupate durante la Rivoluzione. Con il Concordato con la Santa Sede (16/7/1801) cercò di riconciliare al regime i cattolici. Si fece proclamare Console a Vita (2/8/1802) e assunse la presidenza della Repubblica Italiana.



L'IMPERO


Dopo diverse sollecitazioni il 18/5/1804 il Senato proclamò Napoleone imperatore dei francesi e Pio VII lo consacrò nella cattedrale di Notre - Dame. L'impero fu dichiarato ereditario e venne creata una nuova nobiltà. Napoleone prese poi il titolo di Re di Italia (26/5/1805). Dissolta ogni opposizione e imposto il controllo dello Stato sulle attività culturali e artistiche, Napoleone inaugurò una politica espansionistica in Europa, dedicandosi all'edificazione del "Grande Impero", con una corona di Stati soggetti alla Francia, spesso retti da sovrani parenti o amici di Napoleone (Olanda a Luigi Bonaparte; Napoli a Giuseppe Bonaparte, poi a Gioacchino Murat; Vestfalia a Girolamo Bonaparte; Spagna a Giuseppe Bonaparte). Contro l'egemonia francese, particolarmente forte nell'area germanica, sorsero la III e la IV coalizione delle potenze europee, che però Napoleone smantellò battendo gli austro - russi ad Austerliz (2/12/1805), i prussiani a Jena (14/10/1806) e i russi a Eylau e Friedland (8/2 e 14/6/1807).Lo zar fu costretto alla pace di Tilsit (25/6/1807) e all'alleanza con Napoleone, libero di rivolgersi contro l'Inghilterra per fare del Mediterraneo un "Lago Francese". In questo quadro si collocano il Blocco Continentale (21/11/1806) che chiudeva i mercati europei ai commerci britannici, l'occupazione del Portogallo (11/1802) e della Spagna (7/1808). Tuttavia se non fu difficile avere ragione della V coalizione sconfiggendo l'Austria a Wargram (5 - 6/7/1809) e imponendole la pesante Pace di Vienna, il risveglio dei sentimenti nazionali in Germania e Spagna incominciò ad aprire le prime crepe nella costruzione napoleonica. Per garantirsi una discendenza diretta, e controllare gli Asburgo, Napoleone ripudiò Giuseppina, sposando Maria Luisa d'Asburgo (1810), che gli assicurò l'erede Napoleone II. Anticipando i preparativi bellici dello zar, Napoleone invase la Russia (24/6/1812) alla testa della Grande Armata che, dopo l'occupazione di Mosca, fu costretta ad una spaventosa ritirata. La situazione fu estremamente difficile per Napoleone, a corto di soldati esperti e di armamenti: Prussia (3/1813) e Austria (8) si unirono alla Russia e batterono Napoleone nella battaglia delle nazioni a Lipsia (16 - 19/10/1813), mentre Germania e Olanda insorgevano contro il dominio francese. La Francia fu invasa, e Napoleone, dopo una disperata resistenza, fu costretto ad abdicare dai suoi marescialli (4 - 6/4/1814), ricevendo la sovranità dell'Isola d'Elba, mentre il congresso di Vienna si apprestava a demolire il Grande Impero. Sfuggendo alla sorveglianza inglese, Napoleone rientrò in Francia (1/3/1815), inaugurando i "Cento giorni", nei quali riprese il potere; battuto definitivamente a Waterloo dalla VII coalizione (18/6/1815), Napoleone abdicò di nuovo (22/6) e si consegnò agli inglesi. Deportato nell'isola di Sant'Elena, vi morì il 5/5/1821. Le sue ceneri furono riportate in Francia nel 1840.



IL "CODICE NAPOLEONE"


Fin dagli inizi dell'età moderna la pluralità delle fonti del diritto (legislazione regia, consuetudini locali, diritto comune ossia diritto romano, diritto canonico) e l'eccessiva libertà lasciata ai giudici in sede i di interpretazione e applicazione delle norme giuridiche erano state avvertite come punti deboli nelle costruzioni statali e come ostacoli a una razionale organizzazione della vita sociale. Consolidazioni del diritto, parziali o totali, si erano avute in Francia con le celebri ordinanze di Luigi XIV, nello stato sabaudo con le costituzioni del 1723,  del 1729 e del 1770, nel Ducato di Modena con il cosiddetto Codice Estense del 1771. Si da il nome di "consolidazione" a una raccolta di leggi già esistenti, che miri ad assicurarne la coerenza e la sistematicità, ma senza una pretesa di esaustività. Un codice in senso proprio è invece un complesso organico di norme giuridiche che si impone come fonte unica e esclusiva del diritto, non integrabile con il ricorso ad altri sistemi. I primi codici in questo senso furono il Codice penale austriaco del 1787 e il Codice civile prussiano del 1794. Ma senza paragone maggiore è stata l'influenza sulle legislazioni contemporanee dei codici napoleonici, e in particolare del Codice civile. L'impresa, invano tentata a più riprese dalle assemblee rivoluzionare, fu condotta a termine in poco più di tre anni grazie alla ferma volontà del primo console e all'alto livello dei giuristi chiamati a parteciparvi. Il testo fu preparato da una speciale commissione insediata il 14 agosto 1800, sottoposti alle osservazioni dei tribunali di Cassazione e di appello, discusso nel corso di oltre cento sedute spesso alla presenza dello stesso Bonaparte) dal Consiglio di Stato, approvato dal Corpo legislativo e infine promulgato il 4 marzo 1804. Il Codice civile dei francesi, ribattezzato nel 1807 "Codice Napoleone", consta di 2281 articoli ed è diviso in tre libri: Delle Persone; Dei beni e delle differenti modificazioni delle Proprietà; Dei differenti modi coi quali si acquista la proprietà.

Dal punto di vista tecnico - giuridico, le formulazioni del Codice realizzavano una felice sintesi tra il diritto romano e il diritto consuetudinario vigente in molte parti della Francia. Come tutta l'opera politica e amministrativa di Napoleone, esse rappresentavano un compromesso tra i principi gerarchici e autoritari derivati dalla tradizione dell'antico regime e i valori affermatesi nell'età dei "lumi" e durante la Rivoluzione Francese: laicità dello Stato, uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, libertà di coscienza, libertà di lavoro, carattere sacro ed inviolabile della proprietà e dei contratti. In nessun campo la Commistione tra il vecchio e il nuovo è così evidente come nelle parti del codice che riguardano il diritto di famiglia, cioè i rapporti tra i coniugi e tra genitori e figli, l'eredità e le successioni. Da un lato erano affermati senza incertezze il carattere civile del matrimonio e la possibilità del divorzio (sia pure in casi determinati dalla legge), dall'altro molte norme sancivano l'autorità assoluta del padre di famiglia e l'inferiorità giuridica della donna, incapace di stare in giudizio e di compiere qualsiasi atto importante senza l'autorizzazione del marito. Quest'ultimo era considerato amministratore unico dei beni patrimoniali conferiti dai coniugi, a meno che la moglie richiedesse con atto giudiziale la separazione dei beni. Erano tassativamente vietati i fedecommessi (cioè l'obbligo fatto all'erede di trasmettere a sua volta il patrimonio a persone designata dal testatore) e l'articolo 745 stabiliva la divisione in parti uguali dell'eredità tra tutti i figli, maschi e femmine: l'articolo 913 consentiva al genitore di sottrarre dall'asse ereditario per la donazione tra vivi o la deposizione testamentaria, fino ala metà dei beni di sua proprietà. Totale era la subordinazione dei figli ai genitori fino alla maggiore età, stabilita a 21 anni e il loro consenso era indispensabile per contrarre matrimonio fino ai 25 anni compiuti per i maschi.

Il Codice civile francese dovette la sua fortuna alla chiarezza e al vigore dell'enunciato oltreché alla sua aderenza ai caratteri della società uscita dalla Rivoluzione. Esso fu applicato in tutti i paesi soggetti o vassalli dell'impero e anche dopo la caduta di Napoleone fu mantenuto in vigore in Francia e rimase un modello per l'elaborazione dei codici di molti paesi europei ed extraeuropei: il primo Codice dell'Italia unita, promulgato nel 1865, ne riprendeva l'impianto generale e ne riproduceva letteralmente molti articoli e tracce importanti ne conserva anche il Codice del 1942 ancora vigente. Non si sbagliava dunque Napoleone, quando scriveva, nell'esilio di Sant'Elena: ".la mia vera gloria non consiste nell'aver vinto quaranta battaglie. Ciò che nulla potrà cancellare, ciò che vivrà in  eterno e il mio Codice civile.".



LA VITA MILITARE


Le guerre napoleoniche hanno fatto precipitare il processo di quella formazione di quella casta militare che Robespierre temeva e che aveva già avuto un ruolo preponderante sotto il Direttorio. L'ordine napoleonico si basava sull'esercito; l'ascesa sociale era legata soprattutto alla spada. Per ottenere le spalline era opportuno, tuttavia, seguire, nel 1804, una delle due vie preferenziali: Politecnico o Scuola Militare Superiore, istituita nel 1802. a partire dal 1804, si può anche entrare nei vélites (che verranno soppressi nel 1807, quando questa di reclutamento andrà declinando) o scegliere la scuola di cavalleria di Saint-German, creata nel 1809. ad ogni modo queste vie d'accesso, malgrado i sussidi, presuppongono studi costosi, riservati a un'élite sociale.

I nuovi ufficiali vengono reclutati essenzialmente nella regione parigina e nell'Est. L'Ovest, per motivi politici, fornisce pochi ufficiali. Quanto al Centro entrano in ballo motivi di arretratezza culturale. Infatti, pur non essendo richiesta una particolare istruzione da parte dei quadri militari, erano rari gli analfabeti.



L'ARTE MILITARE DI NAPOLEONE



La fanteria fu l'arma più importante durante le guerre napoleoniche. Il problema su cui allora si discusse a lungo fu quello dell'opportunità o meno di continuare a impiegarle in battaglia su tutta la linea del fronte d'attacco, con due o tre file di moschettieri, oppure se utilizzarla con formazioni a colonna, che si dimostravano a volte più efficaci  per scopi offensivi, specialmente su terreni accidentati. Napoleone adottò un sistema misto, decidendo di volta in volta le diverse combinazioni tattiche a seconda della natura e degli ostacoli del terreno.

Il generale francese apportò invece alcune innovazione nell'impiego dell'artiglieria. I cannoni, finora distribuiti alla "spicciolata" tra fanteria e cavalleria, vennero concentrati in appositi reggimenti separati, venne potenziato l'impiego dei pezzi trainati da cavalli e la massa di fuoco fu utilizzata per aprire brecce nelle prime file nemiche, prime di lanciare all'attacco fanteria e cavalleria.

Napoleone introdusse importanti cambiamento anche nella cavalleria. In particolare, aumentò il numero di reggimenti nella cavalleria leggera, come quello degli ussari, che no venivano impiegati in battaglia come forza di sfondamento, ma restavano nelle retrovie pronti per l'inseguimento, cosicché una battaglia incerta poteva trasformarsi in vittoria. Il motivo fondamentale delle vittorie francesi fu comunque il forte legame tra le file dei soldati e gli ufficiali. Questi ultimi, infatti, non provenivano dai ranghi della nobiltà dell'alta borghesia come in passato, ma si erano guadagnati i gradi sul campo di battaglia, combattendo con disciplina e valore.

La "grande armata" che portò Napoleone a strepitose vittorie militari e a costruire un impero europeo, presentava numerose caratteristiche dell'esercito nazionale nato durante la Rivoluzione; era, infatti, un esercito basato sulla coscrizione obbligatoria con centinaia di migliaia di soldatini armi pronti a combattere per la patria. Potendo disporre di un numero elevato di soldati, Napoleone divideva le truppe in molteplici schieramenti, che nelle battaglie attaccavano in modo rapido su diversi fronti, creando disorientamento tra il nemico. Per provocare ancora più scompiglio, i soldati francesi usavano una tattica adottata durante i primi anni di guerra della Rivoluzione; attaccavano di corsa in massa creando una furiosa mischia di corpo a corpo. Anche l'artiglieria, molto mobile, e assai efficace, giocava un ruolo fondamentale nel creare scompiglio nelle file avversarie con un continuo e violento fuoco di sbarramento che precedeva l'assalto di soldati. Gli eserciti napoleonici erano molto mobili anche negli spostamenti da una zona all'altra. All'interno degli eserciti napoleonici avevano un ruolo di primo piano gli ufficiali, molto legati al loro capo, scelti tra gli esponenti di tutte le classi sociali sulla base delle loro effettive capacità e gratificati con ricchi stipendi e prestigio sociale. Infine non dobbiamo ignorare le eccezionali  qualità militari e strategiche di Napoleone e la sua capacità di suscitare entusiasmo e cieca fedeltà tra i soldati e gli ufficiali.

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