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L'OPPOSIZIONE ALLA RESTAURAZIONE
LE QUESTIONI NAZIONALI IRRISOLTE. L'Italia (formata da più Stati), la Germania (politicamente frammentata) e la Polonia (spartita fra Russia, Prussia e Austria), in cui Napoleone aveva avviato la costituzione di Stati unitari (anche se subordinati agli interessi francesi), oltre al Belgio (di religione cattolica, costretto a convivere con l'Olanda calvinista) e alla Grecia (sottomessa all'Impero turco-ottomano), svilupparono, all'indomani del Congresso un sentimento patriottico a nazionale che conquistò strati sempre più ampi dell'opinione pubblica.
L'idea di base era quella dell'unità nazionale, secondo la quale ogni nazione doveva avere la possibilità di cistituirsi come stato autonomo e indipendente, che i cittadini potessero percepire come propria patria.
ROMANTICISMO E NAZIONE. Il nazionalismo fu uno dei temi cruciali diffusi dal Romanticismo.
La nazione a cui guardavano i Romantici è un popolo che ha storia, tradizioni, lingua e cultura non soltanto comuni ma anche specifici, cioè diversi da quelli degli altri popoli.
Inoltre, come ogni uomo deve affermare la propria libertà individuale, allo stesso modo ogni popolo deve difendere e valirizzare la propria identità nazionale, affermandola contro chiunque voglia limitarla o soffocarla.
Fu in nome di questi ideali di libertà e di nazione, che la maggior parte degli intelluati romantici assunse posizioni liberali e democratiche, schierandosi contro l'ordine imposto dal Congresso di Vienna e contro l'assolutismo.
IL LIBERALISMO. La principale teoria politica della prima metà dell'Ottocento fu il liberalismo, nato nel Seicento con il pensiero del filosofo inglese John Locke e diffusosi nel Settecento grazie a Montesquieu e sopratto alle rivoluzioni francese e americana.
I liberali auspicavano uno Stato che garantisse ai cittadini le fondamentali libertà politiche ed economiche.
Tali libertà dovevano essere riconosciute e tutelate da una Costituzione, cioè da una legge dello Stato che:
Stabilisse i diritti dei cittadini
Stabilisse il limite del potere del sovrano
Affidasse una quota significativa dei poteri statali a un Parlamento eletto dai cittadini (suffragio riservato ai più abbienti, per timore che il popolo attentasse alle libertà e agli interessi borghesi)
IL LIBERISMO ECONOMICO. il progetto politico del liberalismo prevedeva anche dirette implicazioni economiche, descritte dalla teoria detta del liberismo, nata nel Settecento ad opera del filosofo Adam Smith
Secondo le tesi liberiste:
I Governi avrebbero dovuto abolire dazi e dogane, lasciando che la libera concorrenza favorisse lo sviluppo economico (teoria del libero mercato già sostenuta da Smith)
A industriali e commercianti doveva essere lasciata piena libertà d'azione anche nella regolamentazione dei rapporti di lavoro con gli operai
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