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L'ITALIA REPUBBLICANA
Al termine della seconda guerra mondiale l'Italia è in condizioni gravissime: città e strade sono state distrutte, l'agricoltura e l'industria sono in crisi, vi è una forte inflazione.
I governi italiani dell'immediato dopoguerra si fondano sulla solidarietà di tutti i partiti antifascisti, compreso il PCI che, seguendo le direttive di Togliatti, si dichiara disposto a collaborare con le altre forze democratiche per il rinnovamento e progresso del Paese.
Nel 1946 si svolgono in Italia, a suffragio universale maschile e femminile, due consultazioni popolari d'importanza decisiva: il referendum istituzionale fra monarchia e repubblica, che si conclude con la proclamazione della repubblica, e le elezioni dell'Assemblea Costituente. Alla proclamazione della repubblica (con il 54,3% dei voti), Umberto II, succeduto al padre Vittorio Emanuele III solo da un mese, abbandona la capitale e si trasferisce in Portogallo, dove rimane fino alla morte. Nelle elezioni dell'Assemblea Costituente, i partiti di massa ottengono un enorme successo: numerosi seggi toccano alla DC, al PSI e al PCI. I Liberali, che avevano sempre governato l'Italia prefascista, ottengono soltanto pochi seggi, e quasi annientato risulta il Partito d'Azione, che di lì a poco si scioglie. L'Assemblea Costituente svolge i propri lavori a Roma, e li conclude entro il dicembre 1947; la Costituzione entra in vigore dal I° gennaio 1948.
Nel 1947 entra in crisi il PSI, legato al PCI da un patto d'unità d'azione; i fautori dell'autonomia socialista escono dal PSI e fondano il Partito Socialista Democratico Italiano. La scissione incrina la compattezza delle sinistre e permette a De Gasperi, leader democristiano, di operare una svolta moderata. Egli estromette le sinistre dal governo e forma un governo di centro costituito solo da democristiani, liberali, repubblicani e socialdemocratici. La nuova linea politica viene convalidata dal trionfo della DC nelle elezioni dell'aprile 1948. Durante la prima legislatura (1948-1953) de Gasperi tiene costantemente la presidenza del Consiglio. Anche dopo le dimissioni di De Gasperi (1953), i governi di centro si susseguono ininterrottamente fino al 1962, mentre il paese attraversa un periodo di intenso sviluppo produttivo, culminato fra il '55 e il '63 nel cosiddetto miracolo economico.
La maggioranza governativa si fa però sempre più esigua, ed è necessario cercare l'appoggio del PSI; si passa così dai governi di centro ai governi di centro-sinistra. Dopo la quinta legislatura (1968-72) il centro-sinistra perde di incisività. Sono per l'Italia anni molto difficili: le condizioni economiche si deteriorano, le scuole sono agitate da un tumultuoso movimento giovanile, il Paese è sconvolto dagli attentati del terrorismo nero; il 12 dicembre 1969 nella Banca dell'Agricoltura di Milano (Piazza Fontana) esplode una bomba che uccide sedici persone e ne ferisce più di ottanta; inizia così il terrorismo nero (fascista), che si manifesterà in altri crimini analoghi. A questo terrorismo si unisce presto il terrorismo che si dichiara "rosso e proletario", ma che in realtà consegue gli stessi risultati del terrorismo nero, cioè genera tensione e disordini. Nelle elezioni del 1976 il PCI compie un grande balzo in avanti, mentre la DC conserva le sue forti posizioni. La solidarietà fra i due maggiori partiti consente alla repubblica di superare la pericolosissima situazione creata dall'assassinio di Aldo Moro, presidente della DC (9 maggio 1978), perpetrato dalle Brigate Rosse. Alle elezioni del 1983 il PSI ottiene un modesto successo e la DC subisce una netta flessione; tanto basta perché la presidenza del Consiglio dei ministri sia affidata a Craxi, che guida un governo di coalizione detto pentapartito (cioè costituito da cinque partiti: DC, PSI, PRI, PSDI e PLI). Craxi stipula nell'84 con la Santa Sede un nuovo Concordato, compatibile con i princìpi della Costituzione repubblicana.
Dall'87 la presidenza del Consiglio ritorna ad esponenti della DC. Intanto si formano leghe locali, come la Lega Lombarda. Nel '91 il Partito Comunista Italiano, abbandonando le pregiudiziali marxiste, si trasforma in Partito Democratico della Sinistra, di tendenze riformiste; non aderisce però al PDS una consistente minoranza di militanti del vecchio PCI, che si costituisce in Partito della Rifondazione Comunista. Sui politici, e specialmente su socialisti e democristiani, si abbatte la tempesta di Mani Pulite, che in pochi anni determina il crollo della DC. Si accende un pericoloso contrasto tra la magistratura e i politici, alcuni dei quali, temendo avvisi di garanzia, accusano i magistrati di fare un uso distorto e persecutorio della giustizia. In queste circostanze la cosiddetta "Prima Repubblica" viene condannata senza distinzioni. Al tramonto o alla trasformazione dei vecchi partiti corrisponde la nascita di due nuove formazioni politiche: Alleanza Nazionale e Forza Italia. Si è soliti indicare con l'espressione Seconda Repubblica il nuovo assetto politico determinatosi in Italia a partire dal 1992-94, caratterizzato da un profondo rinnovamento della classe politica e dalla nascita del bipolarismo. le elezioni del 1994 decretano il successo della coalizione formata da Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord; tale coalizione è poco omogenea e Berlusconi è costretto a dimettersi dopo pochi mesi. Dopo il governo Dini, vengono indette nuove elezioni politiche anticipate (1996), in cui la coalizione di centro-destra (Polo delle libertà) è sconfitta dalla coalizione di centro-sinistra (l'Ulivo, formato principalmente dal PDS e dai Popolari), il cui leader è Prodi; meriti del governo Prodi ('96-'98) sono l'abbassamento del tasso di inflazione e il raggiungimento dei parametri richiesti dal Trattato di Maastricht per entrare nel sistema fondato sulla moneta unica (Euro).
SVILUPPI ECONOMICI DELL'ETA' REPUBBLICANA
Uscita dalla guerra in condizioni disastrose, l'Italia si riprende rapidamente, grazie a discrete capacità industriali e alla presenza di manodopera a basso costo. L'economia italiana si sviluppa rapidamente sino a raggiungere tra il '55 e il '63 un livello di prosperità senza precedenti nella storia nazionale. Il "miracolo economico" permette la diffusione di un certo benessere anche tra i ceti popolari. Nel 1963-64 vi è un periodo di recessione a causa della politica deflazionistica messa in atto dal governo e dalle autorità monetarie. Dal 1963 l'economia italiana alterna periodi di depressione a periodi di ripresa espansiva. Negli anni '70 iniziano ad incidere su tale andamento anche eventi di carattere internazionale. Alla fine degli anni Settanta una crisi petrolifera fa salire del 150% il prezzo del greggio, provocando una forte inflazione. Entrata nel Sistema Monetario Europeo nel '79, l'Italia è costretta ad uscirne nel '92 nonostante gli sforzi del governo Amato, ma vi rientra nel novembre del '96, durante il governo Prodi, in vista dell'entrata nel sistema monetario fondato sull'Euro. Nei quattro anni compresi fra l'uscita e il rientro nello SME, la lira si è fortemente svalutata, e ciò ha permesso uno straordinario incremento delle esportazioni, che ha contribuito a rimettere in sesto la nostra economia e a preparare le condizioni necessarie per l'ingresso dell'Italia fra i Paesi europei a moneta unica.
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