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Il dopoguerra in Italia, Europa e Mondo
La guerra era durata 4 anni, 3 mesi e 14 giorni. Non era stata però un improvvisa catastrofe giunta dall'esternon ma era sorta dagli stessi sviluppi della società boeghese. A lungo i governi avevano sfidato il delicato equilibrio internazionale e si erano esposti al rischio di infrangerlo; a lungo i più diversi ceti sociali si erano estasiati nel linguaggio violento del nazionalismo: ovunque lo scoppio della guerra era stato accolto con manifestazioni di gioia che sorpresero dolorosamente i pacifisti. La guerra stessa inasprì gli opposti nazionalismi, mentre fu solo in seguito alla guerra che il piccolo partito bolscevicco riuscì a prendere il potere in Russia e a creare uno stato socialista.
Mentre la grande guerra volgeva al termine, l'incombere del comunismo in Russia non fu l'unico motivo di paura per i ceti della grande e piccola borghesia, Nell'agosto del 1914 finisce la stabilità monetaria per colpa dell'inserimento della moneta cartacea. La guerra aveva sconvolto la fisionomia dell'Europa, determinando il crollo dei pilastri dell'ordine europeo centro orientale: l'impero russo si era dissoloto a causa della rivoluzione interna; quelli tedesco, austro-ungarico e ottomano non sopravvissero alla sconfitta e vennero smembrati. Tranne la Franci e la Svizzera tutti gli stati dell'Europa ottocentesca erano monarchie; quasi tutti gli stati che derivavano dal crollo degli imperi erano repubbliche che erano contornate da grande incertezza. La guerra aveva dimostrato che l'Europa non costituiva più l'unico centro economico e politico del mondo e le due potenze del novecento erano diventate Stati Uniti e Giappone.
L'Europa usci dal conflitto profondamente sconvolta e devastata, solo le vittime nelle forze di terra furono più di 37 milioni. Nel periodo del dopoguerra ci sono stati anche decessi causati dalla denutrizione, dal tifo, colera, tubercolosi e la micidiale influenza "spagnola". Tra il 19 e il 24 l'Europpa attraverso una fase di ristagno, la guerra aveva prosciugato la meta delle ricchezze nazionali. Tutti i paesi europei cimbattenti erano gravati da un pesante deficit pubblico, causato dalle spese militari; anche l'apparato industriale era stato profondamente segnato dal conflitto per le distruzioni di fabbriche, aziende ecc. che ne causarono il falimento.
Durante la guerra erano aumentate le importazioni soprattutto dagli USA, la scarsità delle merci ne provocò l'aumento dei prezzi.
Questo aumento provocò anche una forte inflazione rendendo difficile anche la vita dei più abbietti. Si diffuse il mercato nero e il mal contento sociale. Incompatibile era il contrasto tra le povertà e la ricchezza degli industriali, in tutta Europa si vide un aumento delle agitazioni, degli scioperi, delle manifestazioni sindacali ma anche dello scontro politico.
Una nuova mentalità, nuovi valori e aspirazioni di vita si erano diffusi durante la guerra, sia tra i combattenti sia tra i civili. La guertra aveva stimolato una generale tendenza all'organizzazione e alla solidarietà. Nelle fabbriche milioni di donne presero il posto degli uomini inviati al fronte, acquisendo una nuova coscienza della loro importanza, l'organizzazione di grandi movimenti collettivi divenne uno degli aspetti più significativi della società del dopoguerra. Questo avvenne in un clima di forte disagio sociale e morale, nei paesi vittoriosi non si erano avuti il benessere e i miglioramenti che le autorità avevano promesso durente la guerra; nei paesi sconfitti alle difficolta meteriali si aggiungeva il peso dell'umiliazione e della condanna, generando un senso di isolamento e di rivincita.
L'inflazione e la disoccupazione colpiscono l'economia italiana aumentando il costo della vita di tre volte e la riconversione delle industrie comporto una forte disoccupazione.
Si apri una fase di lotte sociali tra contadini e operai, agli scioperi che miravano a ottenere salari più alti e migliori condizioni di lavoro mentre tumulti popolari contro il carovita si affiancavano a più riprese, mentre nelle campagne meridionali i contadini occupavano le campagne promesse dallo stato durante la guerra.
Gli scioperi ottengono risultati importanti: aumento dei salari e maggiore occupazione, giornata lavorativa di otto ore che riuscivano a compensare solo in parte.
Un forte disagio attraversava i ceti medi che nutrivano profonda avversione nei confronti del socialismo temendo una rivoluzione come in Russia. Per questo ebbe successo il nazionalismo. La mancata assegnazione all'Italia della Dalmazia e di Fiume diffonde il mito della vittoria mutilata.
Il primato economico passa dall'Europa agli USA la cui economia fu sconvolta da una grande crisi che ebbe conseguenze sia economiche che politiche, il sistema europeo era dipendente da quello americano.
Negli anni venti l'economia degli Stati Uniti conobbe un grande boom senza precedenti, era iniziata l'epoca dei consumi di massa con beni di consumo durevoli.
Per l'agricoltura la guerra europea aveva portato un buon affare ampliando il mercato.
Nasce la speculazione finanziari e le persone investono quasi, se non tutto il loro patrimonio, si diffuse un rapido arricchimento però seguito dal crollo della borsa di New York che manda in rovina milioni di americani che il più delle volte si suicidano. Nel 1932, da tre anni in profonda crisi, si tennero negli Stati Uniti le elezioni presidenziali. Il presidente uscente, Hoover, non avendo conseguito alcun successo nella lotta contro la crisi fu nettamente sconfitto da Franklin Roosvelt. Già nel discorso inaugurale questi annunciò di voler iniziare un 'New Deal' (nuovo corso) nella politica economia e sociale: un nuovo stile di governo che si sarebbe caratterizzato soprattutto per un più energico intervento dello Stato nei processi economici e per la stretta associazione fra l'obiettivo della ripresa economica e gli elementi di riforma sociale. Il New Deal fu avviato immediatamente con una serie di provvedimenti: fu ristrutturato il sistema creditizio, fu svalutato il dollaro per rendere più competitive le esportazioni, furono aumentati i sussidi di disoccupazione e furono concessi prestiti ai cittadini.
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