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L'Italia dopo il fascismo




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L'Italia dopo il fascismo


Parola chiave: Qualunquismo
Un paese sconfitto
1945: l'economia italiana era in condizioni gravissime, l'inflazione aveva assunto ritmi paurosi. Un serio problema era costituito dagli ex partigiani, spesso riluttanti a deporre le armi. Ma la minaccia più grave all'ordine pubblico, nel Mezzogiorno era legata al contrabbando e alla borsa nera. In Sicilia in particolare, ripresa del fenomeno mafioso.
La frattura Nord-Sud: A partire dal settembre '43, le due metà del paese avevano vissuto due esperienze completamente diverse.
Forze in campo:
Il ritorno alla dialettica democratica si era accompagnato a un'impetuosa crescita della partecipazione politica. Partito socialista (Psiup) pareva destinato ad assumere un ruolo da protagonista grazie anche alla popolarità del suo leader Pietro Nenni e posizione intermedia fra il Pci e i partiti borghesi.
Al contrario il Partito comunista, Togliatti, autentico partito di massa, legame con l'Urss. Democrazia Cristiana (segretario era Alcide De Gasperi) godeva invece di un esplicito e massiccio appoggio della Chiesa.
Partito liberale, Partito repubblicano, Partito d'azione, l'Uomo qualunque. Un ruolo importante, fu svolto anche dalla Cgil.
Dalla liberazione alla repubblica:
Il sucessore di Bonomi fu Ferruccio Parri, Partito d'azione, era stato uno dei capi della Resistenza. caduta del governo
La Dc riuscì a imporre la candidatura di Alcide De Gasperi
2 giugno 1946: elezioni dell'Assemblea costituente. vittoria repubblicana.
I due anni che vanno fino alle consultazioni politiche del 18 aprile '48 furono decisivi per la storia della neonata Repubblica.
Primo e provvisorio presidente della Repubblica fu Enrico De Nicola.
Secondo governo De Gasperi.
Scissione di Palazzo Barberini: il Psiup si scisse in Psi (Nenni) e Psdi (Saragat). crisi di governo. De Gasperi diede le dimissioni e, ottenuto il reincarico, formò un governo di soli democristiani (Einaudi al Bilancio e Carlo Sforza agli Esteri).
Il testo costituzionale entrò in vigore dal 1° gennaio 1948.
La scelta in favore di un modello parlamentare, unita a una legge elettorale proporzionale, obbligava i governi a fondarsi su accordi di coalizione e rendeva difficile ogni forma di alternanza: ciò avrebbe contribuito a bloccare il sistema politico italiano.
Marzo '47: proposta democratica di inserire nella Costituzione l'articolo 7, in cui si stabiliva che i rapporti fra Stato e Chiesa erano regolati dal concordato stipulato nel 1929.
Le elezioni del '48: travolgente successo della Dc.
14 luglio 1948: attentato a Togliatti. tre mesi dopo le elezioni,
Sul terreno della politica economica, le forze moderate bloccarono i tentativi delle sinistre di introdurre nel sistema forti elementi di trasformazione.
A tutto questo i dirigenti della sinistra non seppero contrapporre una coerente linea alternativa. costrette all'opposizione, si impegnarono in un'impopolare battaglia contro il piano Marshall.
Einaudi: manovra economica. scopi: fine dell'inflazione, il ritorno alla stabilità monetaria e il risanamento del bilancio statale, ottenendo i risultati che si era prefissato.
I fondi del piano Marshall non furono utilizzati per sviluppare la domanda interna, con poche concessioni alle politiche keynesiane.
L'Iri fu potenziato con nuovi finanziamenti e l'Agip, l'ente petrolifero di Stato, fu rilanciato dalla scoperta di giacimenti di idrocarburi in Val Padana.
1947: il trattato di pace fra l'Italia e gli alleati fu firmato a Parigi e ratificato dalla Costituente nel luglio dello stesso anno. L'Italia vi era considerata a tutti gli effetti come una nazione sconfitta. Doveva impegnarsi a pagare le riparazioni e a ridurre la consistenza delle sue forze armate. Rinunciva inoltre a tutte le colonie (nel '50 avrebbe ottenuto, per un decennio, l'amministrazione della Somalia). Mantenne l'Alto Adige.
Primavera-estate del 1945: migliaia di italiani, a Trieste, a Gorizia e in molti centri dell'Istria furono uccisi o deportati con la generica accusa di complicità con il fascismo. Molti di loro furono gettati, vivi o morti, nelle foibe. 1954: Trieste veniva riunita all'Italia; accordo definitivo: trattato di Osimo del 1975.
1949: l'adesione al Patto atlantico, per volontà di De Gasperi e Carlo Sforza
Gli anni del centrismo
1949-53: prima legislatura repubblicana
1948: Appoggiato dalla Dc, Luigi Einaudi fu eletto presidente della Repubblica; i suoi governi furono sempre presieduti da De Gasperi, seguendo la => formula del centrismo.
1950: Riforma agraria. incrementare la piccola impresa agricola: rafforzare il ceto dei contadini indipendenti, egemonizzato dalla Dc attraverso la Coldiretti. Legge che istituiva la «Cassa per il Mezzogiorno» (fu sciolta nel 1983). I risultati non corrisposero del tutto alle attese. Legge Fanfani sul finanziamento alle case popolari e riforma Vanoni che introduceva per la prima volta l'obbligo della dichirazione annuale dei redditi. Le sinistre continuarono a condurre contro i governi De Gasperi un'opposizione dura. Comunisti e socialisti furono «schedati» e a volte discriminati negli impieghi pubblici.
1953: la «legge truffa»: modifica dei meccanismi elettorali in senso maggioritario.
Elezini del '53: il premio di maggioranza non scattò e la Dc di De Gasperi dovette registrare la sua prima sconfitta.
lunga fase di transizione e di ricerca di nuovi equilibri. Il paese cominciava, sia pure lentamente, a modernizzarsi. Dimessosi De Gasperi, i sucessivi governi a guida democristiana continuarono ad appoggiarsi sulla esigua maggioranza quadripartita.
1955: fu presentato in Parlamento il piano Vanoni (dal nome dell'allora ministro del Bilancio) il primo e ancor timido tentativo di programmazione economica mai sperimentato fin allora in Italia.
1956: fu creato il ministero delle partecipazioni statali col compito di coordinare l'attività delle aziende di Stato (soprattutto l'Iri e l'Eni, Ente nazionale idrocarburi, fondato nel '53)
1956: insediamento della Corte costituzionle. Nel '58 fu insediato il Consiglio superiore della magistratura.
1953-58: Seconda legislatura repubblicana: progressiva emarginazione del gruppo dirigente degasperiano ed emergere della nuova generazione formatasi nell'Azione cattolica degli anni '20 e '30: Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Mariano Rumor e soprattutto Amintore Fanfani, che diventato nel '54 segretario della Dc, cercò di rafforzarne la struttura organizzativa e di svincolar il partito dai condizionamenti di Confindustria, collegandolo all'emergere dell'industria di Stato, in particolare all'Eni di Enrico Mattei.
1955: elezione di Giovanni Gronchi a presidente della Repubblica.
1956: La denuncia dei crimini di Stalin e l'invasione sovietica dell'Ungheria costituirono un trauma per tutti i militanti di sinistra. Ma, mentre il Pci si mantenne sostanzialmente fedele al modello sovietico, il Psi se ne distaccò in modo definitivo. Fu lo stesso Nenni a guidare la svolta autonomista. Il Psi si dichiarava disposto a collaborare a una politica di riforme.
1958: alle elezioni il Psi registrò un netto progresso. Le premesse politiche per l'apertura a sinistra c'erano tutte. Né mancavano i margini economici per una politica di riforme, dato che il paese stava cominciando a vivere il più rapido boom industriale della sua storia.

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