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L'ITALIA DAL 1871 AL 1900
Destra al governo
In questi anni, l'Italia fu attraversata da un problema finanziario, cercato di risolvere dal governo di destra con una politica di forte aumento della tassazione come l'imposta sul macinato dei cereali, di contenimento delle spese e di moderata svalutazione della lira.
Sinistra al governo
Il malcontento suscitato soprattutto sulla borghesia rafforzò la sinistra interprete di un ideologia che si potesse adottare un sistema di governo meno rigido, basato si di un suffragio elettorale più ampio e che fosse possibile spendere un po' di più per il benessere e l'elevamento culturale delle masse popolari. Nel 1876, in seguito alle dimissioni di Minghetti per un problema relativo alla politica ferroviaria, la sinistra entra al potere con A. Depretis nominato dal Re Vittorio Emanuele II. Il Depetris sciolse le camere, indisse le elezioni che dimostrarono una schiacciante maggioranza di sinistra. Negli anni successivi, la destra si scompaginò e fu in parte assorbita dalla sinistra nella quale si formarono forze rivali dando così vita al trasformismo. Cadde così l'illusione che in Italia potesse consolidarsi un sistema basato sull'alternarsi al potere di due partiti come in Inghilterra..
Le principali riforme della sinistra furono:
istruzione elementare obbligatoria e gratuita
abolizione dell'imposta sul macinato
allargamento del suffragio elettorale
intensificazione dei lavori pubblici
In politica estera la sinistra concluse la Triplice alleanza ( 1882 ) e iniziò la politica coloniale con l'occupazione dell'Eritrea. Nel 1880 - 87 vi fu una crisi agraria con una forte discesa dei prezzi di grano e cereali. I redditi degli agricoltori furono gravemente falciati costringendo i contadini all'emigrazione.
Per quanto riguarda la politica estera della Sinistra essa va vista all'interno di un nuovo fenomeno che si andava affermando a livello internazionale: il colonialismo
L'occupazione della Tunisia, dove esistevano interessi italiani, da parte della Francia, guastò i rapporti fra i due governi, tradizionalmente amici, l'Italia si avvicinò così alla Germania e all'Austria, con le quali stipulò la Triplice Alleanza.
Il patto suscitò un'ondata di sdegno in tutta la penisola, poiché si temeva che il governo volesse mettere da parte ogni rivendicazione sul Trentino e sulla Venezia Giulia, ancora in mano austriaca.
Alla Triplice Alleanza si contrapporrà la Triplice Intesa tra Inghilterra, Francia e Russia
Francesco Crispi, succeduto a Depretis nel 1887, assunse sin dall'inizio un violento atteggiamento repressivo verso il movimento operaio, atteggiamento che provocò l'inasprirsi dei moti dei lavoratori.
Deciso assertore della politica coloniale, lanciò il paese nell'avventura abissina risolta dalla disfatta di Adua, che lo costrinse alle dimissioni. Lo sostituì il conservatore Antonio di Rudinì che concluse alla meglio l'avventura africana, assicurando all'Italia la povera colonia dell'Eritrea.
Rudinì, nella politica interna assunse una posizione fortemente reazionaria, soffocando i moti per il rincaro della vita, esplosi nel 1898 in tutta Italia, e con particolare violenza a Milano. In seguito a questi atti fu costretto a dimettersi, ma Umberto I lo sostituì con un altro primo ministro reazionario, Pelloux.
L'Italia attraversò un momento di grave crisi che sfociò nel 1900 nell'uccisione di Umberto I.
Il regno passò a Vittorio Emanuele III.
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