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IL CONCILIO DI TRENTO
L'evento più rappresentativo della risposta cattolica alla Riforma protestante fu il concilio di Trento, convocato da papa Paolo III Farnese nel 1545 e durato fino al 1563. Con l'esplosione della protesta luterana, la convocazione di un concilio era apparsa come la via maestra. La convocazione del concilio era stata sollecitata dall'imperatore Carlo V e bloccata dalle resistenza degli intransigenti (che non erano disponibili a venire a patti con il nemico) e l'avversione dei papi (che temevano l'indebolimento del ruolo del pontefice e della sede romana).
Quando infine nel 1545 il concilio fu aperto il conflitto tra cattolici e protestanti attraversava in quel momento una fase molto acuta, i protestanti infatti rifiutarono di intervenire al concilio con propri rappresentanti; il concilio non potendo realizzare la pacificazione si trasformò in uno strumento di lotta contro i protestanti.
Furono infatti confermate le tesi
o Dei sette sacramenti (fu ribadito che nell'eucarestia è veramente e realmente presente il corpo e il sangue di cristo; fu riaffermato il valore del sacramento del sacerdozio, contro la tesi del sacerdozio universale)
o Della dottrina della giustificazione attraverso la fede e le opere
o Del libero arbitrio dell'uomo
o Della validità della Bibbia latina e la necessità di una sua corretta interpretazione, coerente alla tradizione della chiesa.
o Del culto dei santi.
Il concilio assunse inoltre importanti decisioni
o sull'organizzazione della chiesa, rafforzandone la gerarchia con al vertice il papa, poi i vescovi, il clero e i fedeli.
o Introdusse l'obbligo della residenza dei vescovi nelle loro diocesi e dei parrochi nelle loro parrocchie con la sollecitazione di compiere visite pastorali alle comunità diocesane.
o Vennero istituiti i seminari per la formazione del clero.
o Un altro aspetto fu la moralizzazione della vita religiosa con l'obbligo per il clero di una vita modesta e integra.
Da un lato il concilio trovò forti proteste, ma l'attuazione pratica dei decreti conciliari (promulgati nel 1564) vide in prima fila alcuni vescovi, che si impegnarono per realizzare nelle loro diocesi quanto stabilito a Trento.
Esemplare in questo senso fu il ruolo svolto dal cardinale Carlo Borromeo, che restaurò la sua chiesa, promosse seminari per la formazione del clero, e ristabilì la magnificenza dei cerimoniali per richiamare il popolo alle sue funzioni religiose.
Una dura battaglia fu combattuta da un lato con la repressione più dura dei gruppi protestanti, dall'altro con la ricerca degli strumenti più efficaci per legare i fedeli al culto cattolico. In Italia (come in molte parti della Francia e della Spagna) la repressione fu durissima e condusse in poco tempo alla completa eliminazione della presenza protestante nella penisola.
Lo strumento principe della repressione dell'eresia su il Sant'Uffizio, istituito da Papa III nel 1542. La congregazione del Sant'Uffizio coordinava i lavori dei tribunali dell'inquisizione romana; essa istruiva processi per eresia spesso sulla base di confessioni estorte con terribili torture o ottenute in confessionale (i sacerdoti dovevano mettere a disposizione dei tribunali le informazioni assunte in confessione e negare l'assoluzione a chi si rifiutasse di riferire conoscenze su presunti eretici) usando la confessione come strumento di potenza. Dopo la conclusione del processo, i condannati erano affidati al "braccio secolare" (forza armata) per l'esecuzione della condanna.
L'inquisizione perseguì appartenenti a tutti i gruppi sociali tra cui ricordiamo Campanela, Bruno e Galileo Galilei.
Un
altro fondamentale strumento di repressione in campo culturale fu L'Indice dei
Libri Proibiti, istituito da Paolo IV nel
La repressione ecclesiastica si indirizzò anche contro le forme tradizionali di culto e in genere di cultura popolare che apparivano in contrasto con la religione. Ne fecero in particolare le spese numerose donne, accusate in quanto streghe, di avere rapporti con il diavolo.
Dopo il concilio di Trento la ripresa della chiesa cattolica comportò anche un intenso sforzo di elaborazione culturale: la chiesa si impegnò anche a ristabilire un dialogo con la cultura laica.
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