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L'etĄ arcaica (viii-vi secolo a.c.) - la nascita della pólis




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L'ETĄ ARCAICA

VIII-VI SECOLO A.C.


La nascita della pólis


Quando si esaurirono i movimenti migratori nella regione dell'Egeo, la Grecia continentale, le isole e le coste dell'Asia Minore erano tutte occupate da popolazioni che, sebbene divise in unitą territoriali politicamente indipendenti, riconoscevano di avere una comune identitą culturale, basata sulla lingua, sulla religione e sulle comuni tradizioni; esse adottarono anche la comune denominazione di 'elleni', che, secondo Omero, era in origine il nome di una popolazione che viveva a sud della Tessaglia. Il termine 'greci', usato in seguito da popoli stranieri, deriva da Graecia, nome latino di una piccola tribł dell'Epiro che fu forse la prima con la quale i romani entrarono in contatto.


L'etą arcaica, sebbene caratterizzata dall'assenza sia di invasioni dall'esterno sia di conflitti con i popoli confinanti, fu tuttavia un periodo travagliato, di forti tensioni sociali: i fenomeni pił importanti furono la nascita delle póleis (cittą-stato), il passaggio dalla monarchia ai regimi aristocratici, l'insorgere di tirannidi o di regimi democratici e la colonizzazione. Le cittą-stato si formarono nel corso dell'VIII secolo a.C., in conseguenza del progressivo allentarsi dei legami gentilizi che nell'epoca precedente avevano avuto il sopravvento su quelli politici. Alcune póleis si svilupparono da antiche cittą micenee, altre invece furono fondate ex novo in zone fertili o vicine al mare, che avessero perņ anche facilitą di comunicazione con l'interno; tuttavia, indipendentemente dalla loro origine, le cittą-stato caratterizzarono la storia greca per quattro secoli e furono al tempo stesso centro politico, economico e militare.


Ciascuna pólis era costituita dalla cittą vera e propria e dal territorio circostante; la cittą era di solito cinta da mura e aveva, oltre alle case e alle botteghe degli artigiani, una piazza (agorį) dove si tenevano il mercato e le assemblee del popolo; l'acropoli, cioč la 'cittą alta', costituiva la parte pił fortificata dell'abitato, dove i cittadini potevano rifugiarsi in caso di pericolo e dove vi era il tempio della divinitą protettrice della cittą. La popolazione perņ non viveva tutta nel centro urbano, ma anche nel territorio circostante, destinato prevalentemente all'agricoltura o al pascolo.


Le póleis avevano una dimensione limitata, ma erano politicamente indipendenti e autonome: ciascuna infatti aveva culti, leggi e feste sue proprie. Proprio la limitata estensione del territorio, che spesso non forniva sufficienti risorse agli abitanti, spinse le cittą a cercare di espandersi a discapito dei centri vicini, che talora persero la loro autonomia a vantaggio della cittą pił forte. Frequenti erano perņ le anfizionģe (leghe sacre), alleanze di pił póleis, solitamente limitrofe, che si riunivano intorno a un santuario molto venerato: dapprima le anfizionģe si occupavano solo di finanziare il santuario e di organizzare le feste religiose, successivamente cominciarono a dirimere le questioni sorte fra le póleis e, trasformandosi in federazioni di contenuto sempre pił politico, potevano decidere anche una 'guerra sacra' contro qualche cittą della lega che non avesse rispettato i patti. L'anfizionģa pił importante fu quella che aveva sede a Delfi, nella Focide.


Nonostante le cittą-stato greche avessero ciascuna una propria autonomia, esse furono comunque caratterizzate da un comune sviluppo politico: alle originarie monarchie che dominavano le póleis nella fase del loro consolidamento, tra l'800 e il 650 a.C., si sostituirono governi aristocratici formati da oligarchie, che detenevano, oltre al controllo delle terre, anche quello politico.



Un altro fenomeno di importanza rilevante fu la colonizzazione, che interessņ vaste zone del Mediterraneo dall'VIII al VI secolo a.C. (seconda colonizzazione) e alla cui origine vi furono fattori determinanti, come il bisogno di terre coltivabili (scaturito dall'incremento demografico), la connaturata povertą del suolo greco e l'affermarsi del latifondo (dava in affitto lotti di terre) a discapito della piccola proprietą, il desiderio di esportare le merci in sovrabbondanza e la ricerca di materie prime. Ma anche le lotte all'interno delle cittą tra le opposte fazioni per la conquista del potere facevano sģ che gli esponenti delle fazioni sconfitte o scegliessero o fossero costretti ad andare in esilio. Questa seconda espansione coloniale si diresse sia verso Occidente (Magna Grecia, Sicilia, Francia) sia verso Oriente (penisola calcidica e costa della Tracia). I coloni greci non incontrarono resistenza nelle zone in cui si insediarono e la convivenza con gli indigeni fu solitamente pacifica. La cittą che veniva fondata, pur mantenendo un legame particolare con la madrepatria (la cittą colonizzatrice) conservandone il dialetto, i costumi e le tradizioni, era politicamente indipendente.


La colonizzazione fu importante sia perché diffuse la cultura greca nel Mediterraneo sia perché accelerņ lo sviluppo economico e politico della Grecia. Tra il VII e il VI secolo a.C. si verificņ infatti una fase di forti conflitti sociali che opposero l'aristocrazia fondiaria al popolo (démos) che, grazie allo svilupparsi delle attivitą artigianali e commerciali, si arricchiva sempre di pił e aspirava ad avere un peso politico maggiore. Questi contrasti causarono l'avvento di due nuove e diverse figure politiche nel mondo greco: i legislatori e i tiranni. In alcune cittą, infatti, si ricordano figure di legislatori (Licurgo a Sparta, Zaleuco a Locri, Dracone ad Atene) dalla storicitą non sempre sicura, considerati quasi dei 'padri' della Costituzione locale. Altrove, invece, facendo leva sul malcontento popolare presero il potere con la forza degli aristocratici, che governarono con scarsi vincoli costituzionali: furono detti tiranni.


L'etą dei tiranni (650-500 ca. a.C.) rappresentņ un momento di grande sviluppo culturale: anche se il titolo indicava un potere conquistato illegalmente, i tiranni Periandro di Corinto, Gelone di Siracusa o Policrate di Samo furono buoni governanti. Al rafforzamento economico e politico si affiancņ una notevole fioritura della cultura greca, anche grazie alla reintroduzione della scrittura agli inizi dell'VIII secolo a.C.: si fissarono per iscritto i poemi di Omero; nella Ionia nacque il pensiero filosofico con le speculazioni di Talete, Anassimandro e Anassimene; Esiodo e i poeti lirici (tra cui Archiloco, Mimnermo, Alcmane, Tirteo, Alceo) scrissero le loro opere.


Politicamente frammentata nelle numerose cittą-stato, la Grecia tuttavia riconosceva la propria identitą sul comune terreno della cultura, della lingua e della religione. Il santuario di Delfi, con il suo oracolo, acquisģ grande importanza in tutto il territorio greco, cosģ come i quattro grandi giochi panellenici, tutti a carattere religioso: i Giochi olimpici, istmici, pitici e nemei; i primi (che si tenevano regolarmente ogni quattro anni) erano cosģ importanti che invalse l'uso di calcolare il trascorrere degli anni a partire dalla prima Olimpiade, svoltasi nel 776 a.C.


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