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Il nazismo
Origini.
Il Nazismo nacque in Germania in seguito alla grave crisi economica e alle tensioni sociali, che erano sorte dopo la sconfitta della I° guerra mondiale. Il trattato Versailles stabilì che la Germania doveva pagare tutti i debiti di guerra e, subire l'occupazione militare francese nel bacino della Ruhr, una delle zone più importanti per l'economia della Germania. Questo portò al tracollo economico con un'inflazione spaventosa e un altissimo numero di disoccupati. Crebbero movimenti di protesta sempre più forti e le potenze occidentali fecero ben poco per controllare la situazione politica tedesca. Dopo le prime tendenze democratiche, infatti, la situazione volse verso sempre più accentuati estremismi di destra e di sinistra e alla rinascita di un nazionalismo sempre più aggressivo con desideri di rivincita sulla Francia e sul trattato di Versailles.
La crisi economica del 1929 aggravò ancora di più la situazione economica della Germania che si stava appena riprendendo e rese ancora più difficile il pagamento dei debiti nonostante fossero stati ridotti.
Ascesa al potere di Hitler.
Il partito Nazista nacque negli anni 20, ma raggiunse un alto numero di seguaci solo dopo il 1930. Era capeggiato da Adolf Hitler, il quale era già stato protagonista di una rivolta d'estrema destra nel 1923 a Monaco di Baviera, che gli procurò solo una leggera condanna. Egli riuscì a sfruttare questi problemi e crearsi consensi sempre più ampi alleandosi con i monarchici conservatori. Hitler accusò il trattato di Versailles e gli ebrei di essere la causa della crisi della Germania, e promuoveva il ritorno di una nazione forte e dominatrice sull'Europa con un 'terzo reich' dopo il sacro Romano Impero e L'Impero tedesco (1871) .
I deboli governi che si susseguivano non erano in grado di fronteggiare l'ascesa di Hitler e del suo partito nazista che aveva una sempre maggiore popolarità. Egli acquistò potere anche grazie all'appoggio dei grandi industriali degli ambienti militari e conservatori che vedevano nel nazismo un modo per contrastare i movimenti socialisti e comunisti che in quel periodo avevano un seguito considerevole. In occasione dell'incendio del Parlamento accusò i comunisti e ottenne l'appoggio dei partiti conservatori. Così dopo le elezioni che videro un successo per i nazisti, Hitler è chiamato da Hindenburg, il presidente della repubblica, un conservatore, a formare il governo nel gennaio del'33. Si trattò di un governo di coalizione tra nazisti ed esponenti conservatori.
Egli raggiunse presto i pieni poteri dittatoriali assumendo tutte le cariche più importanti, anche quella di presidente della repubblica. Non appena al potere instaurò un regime nazista, che ispirandosi al fascismo di Mussolini in Italia, limitava le libertà personali ed eliminava gli oppositori. Furono cancellati la libertà di stampa, di sciopero, tutti gli atri partiti furono messi al bando e tutte le attività furono controllate dal regime. Assunse il titolo di 'Führer' (condottiero), e si sbarazzò anche di alcuni suoi sostenitori come le SA (reparti d'assalto) le squadre armate che, come le 'camicie nere' in Italia, gli avevano permesso di conquistare potere con atti di violenza. Egli instaurò delle milizie militari le SS (schutz staffeln, squadre di protezione) e una polizia segreta di stato (GESTAPO) che direttamente ai suoi comandi dovevano eseguire le più spietate operazioni di 'pulizia' degli oppositori creando un clima di terrore.
Il nazismo alla conquista dell'Europa.
In politica estera Hitler trovò alleati nei regimi autoritari e fascisti come in Italia e Giappone, destò simpatie negli ambienti più conservatori di tutta l'Europa e sostenne il partito nazionalista durante la guerra civile in Spagna. Vennero iniziati grandi lavori pubblici che apparentemente servivano per migliorare l'economia ma in realtà preparavano la Germania ad uno scontro bellico. Le sue intenzioni di creare uno 'spazio vitale' per il popolo tedesco furono sottovalutate dagli altri stati occidentali (Francia ed Inghilterra in particolare). Questi troppo occupati a risollevarsi dalla crisi economica del 1929 erano convinti che un rafforzamento della Germania avrebbe controbilanciato la crescita dell'URSS, sottoposta alla dittatura comunista di Stalin. Hitler poté così compiere annessioni territoriali (l'Austria e la Cecoslovacchia nel 1938) senza trovare grandi ostacoli aggirando i vari trattati di pace. Quando l'intenzione di Hitler di conquistare l'Europa divenne evidente, era ormai troppo tardi per fermare l'avanzata del Terzo Reich e lo scoppio della II° guerra mondiale.
Ideologia: l'antisemitismo
Ciò che caratterizzò di più il nazismo fu il culto della razza ariana che voleva la stirpe germanica dominare e comandare su tutte le altre considerate inferiori, come simbolo della Germania ariana venne adottata la Svastica. Con grandi operazioni di propaganda, organizzate dal ministero di Joseph Goebbels, si esaltarono le masse all'odio razziale e al militarismo più violento. Il culto della razza ariana era impartito fin dalle scuole e anche a livello scientifico si fornivano continue prove della superiorità biologica dei tedeschi. Anche l'organizzazione sociale era improntata all'autoritarismo più assoluto di stampo militare per cui tutti dovevano obbedire al proprio superiore. In ogni fabbrica, organizzazione pubblica c'era un piccolo Führer. Gli ebrei furono al centro di questo odio razziale e subirono le più spietate conseguenze del regime nazista. Essi iniziarono già dal 1933 ad essere esclusi dalla vita pubblica, venivano trasformati nel rifiuto della società, e venne tolto loro ogni diritto. Le leggi di Norimberga, approvate nel 1935, privavano gli ebrei di quasi ogni diritto e libertà: Vennero proibiti i matrimoni misti, le attività commerciali e sottoposti ad azioni di violenza da parte delle SS come nella famosa notte dei cristalli nel mese di novembre del 1938, quando tutti i negozi degli ebrei vennero distrutti e saccheggiati. Col tempo le persecuzioni aumentarono: vennero deportati nei campi di concentramento fino ad arrivare alla 'soluzione finale' cioè all'eliminazione fisica per 'purificare la Germania'.
Durante la guerra l'espansione della Germania nazista sull'Europa portò con sé il suo antisemitismo. Nei territori dell'Europa orientale, dove gli ebrei erano più numerosi, vennero creati nelle città dei ghetti. Qui gli ebrei erano isolati dal resto della città, costretti a portare sugli abiti la Stella di Davide gialla, e a vivere in condizioni di sovraffollamento e denutrizione.
Il più famoso fu il ghetto di Varsavia nel quale scoppiò una rivolta nel 1943 che venne repressa nel sangue dai nazisti: oltre 56.000 ebrei vennero uccisi e il ghetto venne distrutto. Il razzismo e l'antisemitismo tedesco arrivarono anche in Italia dove il regime fascista emanò le leggi razziali nel 1938 che appunto avevano come principale bersaglio proprio gli ebrei che anche qui rimanevano esclusi e discriminati dalla vita pubblica e sociale.
Molti intellettuali, politici e scienziati, riuscirono a scappare verso gli stati più democratici come Inghilterra e Stati Uniti, ma per chi rimaneva ed era un oppositore o un ebreo venne messo a tacere o eliminato. Anche libri, opere artistiche, cinema, musica che in qualche modo contenevano idee contrarie al regime vennero eliminati, tutto doveva essere in regola con l'ideologia del regime.
I campi di concentramento
L'atrocità del nazismo raggiunse il suo apice nei campi di concentramento dove furono rinchiusi tutti gli oppositori al nazismo, politici, prigionieri di guerra, omosessuali, zingari, oltre agli ebrei. Per questi ultimi fu riservato il trattamento peggiore: in condizioni di vita disperata, sfruttati al limite della resistenza umana.
Nei campi di sterminio furono provate le torture terribili: dagli uomini usati come cavie negli esperimenti scientifici per provare nuove armi, veleni, farmaci per studiare la resistenza al dolore agli stermini di massa nelle camere a gas o nei forni crematoi.
I campi di concentramento erano diffusi in tutta l'Europa sottoposta al dominio tedesco, fra i lager più tristemente famosi ci sono quelli di Auschwizt, Dachau, Buchenwald, Mauthausen. Anche in Italia c'erano dei campi di concentramento: la Risiera di San Sabba e Fossoli.
Solo il bisogno di manodopera per la guerra che si avviava verso una sconfitta per la Germania, li salvò dallo sterminio totale, e in ogni modo alla fine della seconda guerra mondiale ben 6 milioni di ebrei erano stati sterminati dal nazismo.
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