La storia della gioventù tedesca durante la dittatura hitleriana Tra il 1933 e il 1945 quasi tutti
i ragazzi tedeschi fisicamente validi vennero inquadrati in un mostruoso
ingranaggio che li inghiottiva a dieci anni e li restituiva a diciotto ma
soltanto per arruolarli nelle file della SA o delle SS. Le SS - abbreviazione del tedesco
Schutzstaffel
(«reparti di difesa») - erano un'unità paramilitare
d'élite del Partito Nazista.
Vennero formate reclutando appartenenti delle SA, nel
, per essere la guardia
personale di Adolf Hitler e per sorvegliare i raduni del partito
Ogni anno, la sera del 19 aprile, la vigilia del compleanno del Führer, le
nuove leve facevano il loro solenne ingresso nella sezione giovanile del
movimento nazista. Dopo il 1933, questa sezione giovanile divenne una scuola, una Chiesa, un
sodalizio spirituale e razziale, il modello della società germanica che Hitler
intendeva edificare. Nelle cerimonie iniziatiche, nei campeggi, nei corsi
ideologici, nelle esercitazioni ginniche e militari, i giovani di Hitler
apprendevano il senso dell'onore e il culto delle tradizioni germaniche, lo
spirito combattivo, l'odio per gli ebrei e gli zingari, e soprattutto la
devozione al Führer; e si preparavano a considerare la morte per la patria come
il momento più alto e più nobile della loro esistenza.
Una devozione così totale che questi giovani, quando ormai le sorti del
conflitto erano decise, accettarono di farsi massacrare combattendo al fronte o
tra le macerie della Berlino accerchiata dall'Armata Rossa.
«Questa è la storia di una generazione che non ebbe scelta. Non fu lei a votare
per Hitler, lo fecero i suoi genitori. Per effetto di quella scelta, i ragazzi
e le ragazze degli anni Trenta e dei primi anni Quaranta furono catturati dallo
Stato e usati dallo Stato come nessun'altra generazione tedesca prima e dopo la
loro. "Questa gioventù", dichiarò Hitler nel 1938 in un tono già quasi
irridente e sprezzante, "non ha altra possibilità che imparare a pensare in
tedesco e ad agire in tedesco."»
Guido Knopp
Molti, tuttavia, furono coloro che uscirono da quella esperienza indignati e
sgomenti. Ancora oggi, quando li si interrogano sui loro sentimenti di allora,
molti 'giovani di Hitler', ormai settantenni, fanno fatica a
descrivere lo stato di ipnosi culturale con cui vissero la loro militanza
giovanile. Ai giovani d'oggi che chiedono bruscamente: 'Perché siete stati
tanto scemi? Chi ve lo ha fatto fare?', uno di essi risponde semplicemente:
'Ringraziate Dio di poter fare questa domanda. Noi allora non avremmo
potuto farla'.