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Pomezia e il regime fascista




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POMEZIA E IL REGIME FASCISTA


Prima della bonifica e dell'edificazione delle  "città nuove", il territorio pontino si presentava paludoso sebbene fosse in parte abitato.

I principali abitanti erano contadini provenienti dalla Ciociaria, i territori erano possedimenti di nobili e ricche famiglie. Nel 1919 gli ing. Amedeo e De Marchi elaborarono i primi progetti di bonifica idraulica, mentre l'ing. Corraggiolo pensò al progetto di bonifica per il territorio tra Terracina e Borgo Faiti. In questo territorio vicino al mare,l'attività principale era la pesca agevolata dalle presenza dei pescatori di Gaeta e di Torre del Greco, cui si aggiunsero anche abruzzesi e Ciociari.

Questo portò ad un buon inserimento in questo novello territorio in cui gli Abruzzesi preferirono l'attività di boscaioli e i ciociari chiamati "Guitti", si dedicarono alla pastorizia delle gradi tenute agricole con salari irrisori sotto un potere quasi feudale. Quindi questa zona che comprendeva Terracina, Sabaudia e San Felice Circeo era abbastanza viva ma molto retrograda, attendeva con ansia una bonifica integrale. E fu cosi che il 4 ottobre 1925 Mussolini annunciò l'inizio dell'opera di bonifica che fu avviata nel 1928. L'interesse della bonifica non aveva solo il fine di creare nuovi territori ma di sfruttarli per l'agricoltura.

Sin dalla sua salita al potere, il Duce si pose il problema della bonifica integrale di vaste zone della penisola, cercando di trovare aiuti e finanziamenti fino a quando, l'8 dicembre del '28, la camera approvò la legge sulla bonifica e in tutta Italia iniziarono i lavori. L'Italia guadagnò ben un milione e seicento ettari di terreno coltivabile ed edificabile e circa due miliardi di lire. Furono in molti tra operai, artigiani, tecnici,ingegneri che lavorarono alla costruzione di canali, impianti idrovori, collettori,strade. Importantissimo fu il canale Mussolini che si estende su tutto l'agro pontino e buona parte di quello romano, l'Agro pontino alla fine dei lavori si estese per 77000 ettari, e per la prima volta si fece uso di mezzi meccanici.

Il fascismo aveva lanciato l'operazione della bonifica non soltanto per sanare la zona dell'agro pontino ma anche per sostenere visibilmente e con enfasi il concetto che rimandava ad un'Italia rurale, tradizionalista e sdegnosa di fronte all' industrializzazione avanzante nonché custode delle sue tradizioni. Conclusi i lavori di bonifica si iniziò a costruire le città (Littoria, Pontinia, Aprilia, Sabaudia e Pomezia),17 borghi e 4000 case coloniche che successivamente saranno forniti di energia elettrica e mezzi di sussistenza. Importante fu la costruzione della via Pontina, che fu però completata solo dopo la guerra. Il territorio fu diviso in poderi da 20/25 ettari in base alla grandezza della famiglia. L'intera zona compresa tra i monti Lepini e gli Ausoni, delimitata dal promontorio del Circeo e dal mar Tirreno, che si estende fino verso Roma, è oggi conosciuta da tutti come Agro Pontino e Romano. Un territorio interessato da una popolazione che si avvicina alle 25.0000 persone, e che fino al '28 si era guadagnata la fama di zona mortifera e crudele. Questa zona,anticamente fulcro religioso e abitativo delle popolazioni Latine che vivono sulle loro coste l'approdo di Enea che fonderà Lavinium dopo aver vinto i Rutili, gli antichi abitanti di Ardea, dando vita successivamente a quella che sarà la civiltà romana, sarà abbandonata per molti secoli salvo qualche tentativo di bonifica da parte dei papi che misero anche il genio di Leonardo Da vinci all'opera ma con scarsi risultati. Progetti furono proposti anche all'inizio del 900 ma rimasero solo sulla carta.

La presenza forte dello Stato in questa grande opera fu essenziale nel 1928 sotto il controllo dell' O.N.C, che prevedeva oltre alla bonifica pontina interventi anche sul delta del Po, in Maremma, Sardegna e Puglia. Il problema principale era sconfiggere la Malaria nella zona dell'attuale Latina:il rischio contagio era infatti cosi alto che nel progetto consegnato da Cancelli al Duce si prevedevano tantissimi morti tra gli operai, ma le adeguate precauzioni ne fecero contare 50 alla fine di tutta la bonifica. Eliminate le paludi,grazie ad una rete di canali e di scarico delle acque nel mare, si provvède alla costruzione delle prime case coloniche.

La crisi del 29 diede un forte colpo alla penisola che contava soprattutto in Veneto molta disoccupazione i primi furono dunque i veneti seguiti dai romagnoli, friulani, sardi e trentini in 10 anni si assegnarono a più di 600 nuclei familiari poderi e case. Tra i selezionati vi erano famiglie molto numerose, combattenti di guerra,orfani di guerra. L'unico punto di contatto tra l'Italia e le terre bonificate erano le stazioni ferroviarie di Santa Palomba e Terracina da cui si potevano notare sul volto dei coloni le speranze riposte in una terra promessa dopo tanta difficoltà. Con la nascita di Littoria (1932), Sabaudia (1934), Pontinia (1935), Aprilia (1937), Pomezia (1939) non si arrivò alla fondazione di semplici città, bensi'a  punti di riferimento per tutti i coloni, era infatti vicina un'ulteriore guerra più drammatica del previsto che portò con se morte e distruzione, quei coloni vincitori dalla palude e dalla malaria riuscirono a riemergere ed a ricostruire in democrazia ciò per cui avevano lottato ed abbandonato le proprie terre d'origine, per delle nuove che erano oramai divenute di fatto le loro.

Nel novembre del 1937 l'O.N.C bandi' un concorso pubblico per il piano regolatore di Pomezia, lavoro molto interessante,in cui si doveva sintetizzare il lavoro svolto per le precedenti costruzioni. Pomezia doveva nascere nei pressi del litorale romano, con la Laurentina che si intrecciava con la strada che proveniva da Roma, con la Mediana che legava Littoria con l'autostrada Roma-Ostia, proseguendo per l'Aurelia. La popolazione su cui era basato il piano regolatore era di 12.000 abitanti su tutto il territorio comunale e di 3.000 concentrati nel centro. Il progetto era basato sulla massima limitazione dei materiali, molto gradito infatti l'impiego di materiali del posto come tufo,selce,pomice. Gli architetti Petrucci, Tufaroli, Paolini, Silenzi vinsero il bando di concorso su altri 6 pretendenti. Tale progetto viene localizzato lungo l'arteria che da Littoria, passando per Pratica di Mare, avrebbe dovuto collegarsi, tagliando la Pineta di Castel Porziano, con la Borgata di Acilia e da qui, tramite la via del Mare con Roma. Dall'incrocio delle due arterie principali sarebbe nata la piazza su cui sorgeva la Chiesa. Queste caratteristiche hanno fatto del progetto il più apprezzato dalla commissione giudicatrice. Quindi il 25 aprile 1928 viene fondata Pomezia:  di buon mattino si comincia a preparare il tutto, per prima cosa si elevano i due palchi per le autorità, viene posto un treppiedi con un argano in grado di sollevare il travertino con un foro in cui verrà incastonato il cilindro d'acciaio zincato che conterrà la pergamena dell' O.N.C. firmata da Mussolini. Questo viene incassato nel foro e poi sigillato con del cemento bianco e benedetto da mons. Trovalusci. Dopodichè il masso viene calato nello scavo, grande riverenza trombe e bandiere al vento mentre il Duce saluta la folla in festa. I lavori di costruzione hanno subito inizio, la data dell'inaugurazione è già fissata per il 29 ottobre 1939, la più giovane città dell'agro pontino, Pomezia costituisce la porta d'ingresso del territorio bonificato. Pomezia doveva corrispondere alle esigenze di un borgo rurale in relazione alla storia, al territorio e alla popolazione. Il comune e la torre civica furono tra le prime costruzioni seguite dalla posta, la Chiesa, la casa del fascio e la scuola. Il centro storico fu realizzato in soli diciotto mesi nei quali furono costruite anche delle case.

Il comune venne costituito il 3 giugno 1938 con il Reggio decreto e sottrasse gran parte del suo territorio a Roma e Ardea, i suoi primi uffici furono sistemati presso gli edifici del borgo di Pratica. E finalmente nel 1939 insieme ai primi abitanti Mussolini poté tornare per visitare le opere concluse dando fine alla bonifica dell'agro pontino iniziata nel 1928. Inoltre, la battaglia contro la palude, ha dato vita ad una vera e propria "concezione artistica" espressa nelle architetture delle città nuove.

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