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LE RIFORME DEI GRACCHI
Nel II secolo a.C. esplose il problema dei
contadini senza terra. Teoricamente la legge consentiva a chiunque di farsi
assegnare un lotto pagando allo stato una sorta di affitto. Poiché solo i
ricchi disponevano dei soldi necessari per pagarlo e comprare le sementi anche
i lotti dell'ager publicus finirono nelle mani dei latifondisti. Il fatto che
l'ager publicus si concentrasse in poche mani violava una norma prevista nelle
leggi Licinie Sestie secondo le quali nessuno poteva possederne più di 500
iugeri (2500mq) ma tutti gli uomini di potere erano interessati ad
impossessarsi dell'ager publicus e così nessuno si impegnò a far rispettare la
legge. Tiberio Gracco pose con decisione il problema dell'ager publicus.
Esponente di un'importante famiglia romana e nipote di Scipione
l'Africano,Tiberio considerava inaccettabile ce la maggioranza della
popolazione romana fosse ridotta in miseria si rendeva conto delle conseguenze
che ciò avrebbe comportato. Si convinse della necessità di una riforma agraria
che restituisse la terra ai contadini. Questa riforma era indispensabile anche
da un punto di vista militare:solo chi possedeva la terra infatti poteva far
parte dell'esercito:la scomparsa dei piccoli proprietari terrieri rendeva
dunque difficile il reclutamento. Tiberio si fece eleggere tribuno della plebe
nel
nessuno poteva possedere più di 500 iugeri di terra di ager publicus,altri 250 iugeri erano concessi per ogni figlio per un massimo di 1000 iugeri.
l'ager publicus recuperato sarebbe stato diviso in piccoli lotti da 30 iugeri da distribuire ai contadini poveri.
Una commissione di 3 membri era incaricata di confiscare le terre detenute abusivamente dai latifondisti e di distribuirle ai contadini nullatenenti.
Nonostante l'opposizione del senato,schierata
a difesa delle grandi proprietà,l'assemblea della plebe approvò la proposta di
Tiberio. L'opposizione dei proprietari fu molto forte. Per garantire
l'applicazione della legge Tiberio cerco di farsi rieleggere tribuno della
plebe anche l'anno seguente. I suoi avversari lo accusarono di voler diventare
tiranno e nell'estate del
Dopo la morte di Tiberio il senato non ebbe il
coraggio di abolire la sua riforma ma piuttosto cercò di ostacolarne
l'applicazione. Lo scontro politico si fece più duro quando il fratello di
Tiberio,Gaio Gracco,divenne tribuno della plebe nel
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