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Milano fu fondata dalla popolazione celtica degli Insubri attorno al VI secolo a.C.. Come dimostrano prove archeologiche del XIX secolo probabilmente nacque come un piccolo villaggio, che un po' alla volta andò ingrandendosi. Secondo la tradizione riportata da Tito Livio la fondazione avvenne attorno al 600 a.C. ad opera del gallo Belloveso, nipote del sovrano dei Galli Biturigi che si insediò nel mezzo della pianura, sconfiggendo le precedenti popolazioni etrusche. Dalla posizione della città, situata nel mezzo di importanti vie di comunicazione derivò il nome Mediolanum. Era questa un'usanza tipica dei celti, infatti si ritrovano altre città in Gallia con lo stesso nome, da cui poi deriveranno Moiliens, Meuliens, Miolan.
La leggenda fa risalire il nome dal rinvenimento da parte di Belloveso di una scrofa lanuta (in medio lanae) che divenne il simbolo della Milano gallica fino al IV secolo. Sembra che il centro della vita cittadina sia stato lo stesso di ora, all'incirca in piazza Duomo. Secondo Polibio qui sorgeva il tempio di una divinità gallica, Belisama, che egli identifica con Atena o Minerva, dove erano custodite le sacre insegne guerriere degli Insubri, dette le immobili.
Dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, Milano fu conquistata nel 222 a.C., in seguito ad un aspro assedio, dai consoli romani Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco Claudio Marcello, la conquista fu contrastata dalla discesa di Annibale al quale la popolazione locale si alleò. Fu solo nei primi anni del II secolo a.C. che gli Insubri e i Boi si assoggettarono alla dominazione romana.
Poco si sa della Milano celtica e poco anche della prima Milano romana. All'89 a.C. risale la legge di Pompeo Strabone (Lex Pompeia de Gallia Citeriore) che conferì alla città dignità di colonia latina. I notabili milanesi disapprovarono la dichiarazione della valle padana come semplice provincia (Gallia Citerior o Cisalpina) e appoggiarono il tentativo del console Lepido di rovesciare i successori della corrente sillana. Il tentativo fallì e nel 77 a.C. la ribellione fu domata con una strage.
Per via della sua favorevole posizione di retrovia Milano fu di valore per le campagne di Cesare alla conquista della Gallia, negli anni dal 58 a.C. al 50 a.C. Milano divenne il più importante centro della Gallia Cisalpina e, sull'onda dello sviluppo economico, nel 49 a.C. venne elevata, nell'ambito della Lex Roscia allo status di municipium civium romanorum.
Nell'età imperiale l'importanza militare, politica ed economica della città crebbe, Roma, per la sua posizione non era più centrale all'amministrazione e alla difesa dell'Impero, minacciato sui confini settentrionali, nel II secolo la città viene insignita del titolo di colonia imperiale e nel secolo successivo le ricorrenti invasioni barbariche ne misero in evidenza la sua qualità di avamposto di difesa. Aureliano, nel corso della ristrutturazione delle province, ne fece il capoluogo della provincia di Aemilia et Liguria e sede di un ufficiale imperiale preposto a vigilare sul fronte occidentale, quello orientale era per contro sorvegliato da Aquileia.
Alla crescita dell'importanza militare si accompagnò il riconoscimento politico, nel 286 divenne sede imperiale e divenne residenza di Massimiano, a capo dell'Impero Romano d'Occidente. Il tetrarca fece costruire una seconda cerchia di mura (di quattro chilometri) e abbellì la città con vari monumenti, le terme che portano il suo nome, il circo, il teatro e l'anfiteatro forse provvisorio, di legno. Il nuovo centro cittadino, con il foro e la zecca, si spostò di qualche centinaio di metri rispetto a quello gallico, dove ora sorge S. Sepolcro. Di questi monumenti restano ben poche tracce, come per esempio le colonne di S. Lorenzo, ivi trasportate in un periodo successivo. Restano invece numerose iscrizioni marmoree che testimoniano le intense attività operaie, artigianali e mercantili.
In seguito all'abdicazione di Massimiano (306) avvenuta per volere di Diocleziano vi fu una serie di guerre di successione nel corso delle quali in pochi anni si succedettero 4 imperatori, prima Severo che preparò la spedizione contro Massenzio, lo stesso Massenzio in lotta contro Costantino e infine Costantino reduce dalla vittoria contro Massenzio.
A Milano, nel 313 Costantino si accordò con Licinio per consentire, con l'Editto di Milano, la pratica del culto cristiano, le cui prime cellule risalgono al II secolo. Iniziò quindi la costruzione di alcune basiliche romane. Nel periodo del Vescovo Ambrogio e dell'imperatore Teodosio I Milano divenne il centro più influente della Chiesa d'Occidente. Fu costruita la basilica di Sant'Ambrogio. Qui Sant'Agostino fu convertito al cristianesimo nel e ricevette il battesimo l'anno seguente.
Milano rimase capitale dell'Impero fino al 402 quando arrivarono le invasioni dei visigoti di Alarico e il titolo passò a Ravenna.
Le scorrerie barbariche di Alarico e la crisi dell'Impero comportarono, con Onorio nel il trasferimento della capitale dell'Impero d'Occidente a Ravenna, città più facilmente difendibile e meglio collegata a Bisanzio. Cinque anni dopo Alarico saccheggiò la città per la seconda volta. Poi nel arrivò Attila con i sui unni e la mise a ferro e fuoco. Seguì la decadenza della città e la sua devastazione da parte dei Burgundi tra il e il e - dopo i domini di Odoacre e Teodorico - la sua distruzione ad opera del goto Uraia ( ).
Verso la metà del VI secolo si hanno la calata dei Longobardi e l'entrata in Milano del loro re Alboino nel . Di conseguenza l'aristocrazia senatoria, il vescovo e gran parte del clero si rifugiano per più di settant'anni a Genova; la città si impoverisce gravemente, anche per il prevalere di Pavia, divenuta la capitale dei Longobardi.
In questo periodo si ebbe una germanizzazione della regione intorno a Milano e di altre aree che complessivamente vennero chiamate Longobardia; questo termine, trasformatosi in Lombardia, passò a designare la regione intorno a Milano. Mentre gli Ostrogoti tentarono di portare avanti la cultura romana, inizialmente sotto i Longobardi la popolazione cittadina venne trattata come una popolazione di sconfitti e sogetta a pesanti tributi che andavano nelle tasche dei liberi germanici. Le cose migliorarono col regno di Autari ( - ) e ancor di più sotto la regina Teodolinda che si era convertita al cattolicesimo, dall'originario arianesimo. Le chiese vengono riparate, i vescovi acquistano di nuovo la loro autorità, i servi vengono liberati in nome del cristianesimo. A metà del VIII secolo Milano ha le mura riparate, con nove torri - due in più del periodo imperiale - un acquedotto funzionante, le strade selciate.
Nel periodo franco, dopo il 774, si ebbe una ripresa di Milano, in precedenza sovrastata da Pavia, la capitale dei Longobardi; la città fu sede di un conte imperiale e di un vescovo influente, come Angilberto I ( - ) e Angilberto II ( - ). Si diffuse l'ordinamento vassallatico, che sostituì la commendatio longobarda, e con esso il feudalesimo. I duchi furono sostituiti dai conti. Ai vescovi fu concessa l'immunità ecclesiastica, cioè il diritto di giudicare le persone del proprio territorio e l'esenzione dalle tasse.
Disgregatosi l'impero carolingio con la deposizione di Carlo III
nel ,
i poteri politici furono detenuti dai conti, divenuti poi marchesi, e dai
vescovi. Nonostante l'arbitrarietà del potere feudale, soprattutto nelle
campagne, in città si fanno ancora progressi economici, espandendo i commerci
con
L'epoca comunale fu caratterizzata da lotte intestine fra le diverse fazioni politiche, Ottone Visconti sfruttò abilmente l'esigenza posta da più parti della società di una maggiore tranquillità nella vita politica cittadina per imporre la supremazia della dinastia dei Visconti. Si assistette così al tramonto definitivo dell'esperienza comunale per Milano. Il libero Comune era riuscito ad estendere la sua influenza su gran parte della Lombardia e vi era stato un imponente aumento della popolazione e dell'economia.
Lo stesso Azzone dovette poi fronteggiare le liti di discendenza interne alla famiglia. Il 21 febbraio , nella Battaglia di Parabiago, combatté al fianco dello zio Luchino, le truppe mercenarie elvetiche della Compagnia di San Giorgio, guidate dall'altro suo zio Lodrisio. Vinse grazie alla leggendaria apparizione di Sant'Ambrogio a cavallo, che mise in fuga le truppe nemiche: tale evento è ritratto su di una formella bronzea, di uno dei portoni del Duomo.
Intanto l'economia della città era andata crescendo: nel secolo XIII Milano era una delle poche città europee ad avere più di 100.000 abitanti, l'artigianato era in pieno sviluppo, soprattutto per la lavorazione dei metalli e dei tessuti, agricoltura e allevamento erano fiorenti ed i traffici intensi, anche grazie ala costruzione di una efficiente rete di canali. L'inizio della costruzione del duomo da parte di Gian Galeazzo Visconti nel manifestava nel modo più tangibile l'affermazione della floridezza della città e della signoria dei Visconti, divenuta Ducato nel .
La signoria dei Visconti si concluse con Filippo Maria, morto senza eredi. Si ebbe
allora un tentativo di restaurazione dei poteri comunali, la cosiddetta Repubblica Ambrosiana, soffocato però nel da Francesco
Sforza, condottiero che era stato al servizio dei Visconti
(comandante di una compagnia di ventura, cioè di una compagine di mercenari),
che diede inizio alla signoria degli Sforza. Seguì un periodo di stabilità e
prosperità, che in particolare vide lo sviluppo della coltivazione del gelso e della lavorazione della seta. A manifestare
l'orgoglio per questa crescita furono compiute opere come il Castello Sforzesco (già esistente in epoca
viscontea, ma riadattato, ingrandito e completato dagli Sforza) e l'Ospedale
Maggiore. Gli Sforza inoltre riuscirono ad attrarre a Milano personalità come Leonardo da
Vinci, il quale riprogettò e migliorò la funzione dei navigli e
dipinse l'Ultima Cena (Cenacolo Vinciano), e Bramante.
Contemporaneamente gli Sforza condussero azioni espansive nell'Italia
Settentrionale e in aree dell'Italia Centrale che portarono a scontrarsi con
gli interessi delle altre potenze italiane, soprattutto con
Il delicato periodo che va dalla metà del XV alla metà del XVI secolo vede succedersi i seguenti arcivescovi, alcuni dei quali di significativa importanza per la città: Carlo I da Forlì ( - ); Stefano dei conti Nardini di Forlì ( - ); Giovanni IV Arcimboldi ( - ) e Guido Antonio Arcimboldi ( - ); Ottaviano Arcimboldi ( ); Ippolito I d'Este ( - ); Ippolito II d'Este (1519-1550).
Nel corso della signoria di Ludovico il Moro, nel Milano diventa la prima delle signorie italiane a cadere sotto gli attacchi delle monarchie nazionali. Nel discende in Italia un esercito di Luigi XII di Francia comandato dall'esule Gian Giacomo Trivulzio e nel il Moro viene definitivamente sconfitto. Negli anni successivi si sviluppa la lotta per il predominio su Milano tra Francia da un lato e Asburgo d'Austria e Spagna dall'altro. Prevale alla fine Carlo V con la battaglia di Pavia nel e nel Milano e il territorio del ducato sono occupati dall'imperatore e inizia un periodo di 170 anni di dominazione spagnola. Questi anni vedono il controllo piuttosto oppressivo sui piani ideologico e fiscale dei governatori spagnoli. Si riscontra però un rifiorire dell'economia fino all'inizio del cinquecento, in conseguenza della fine di un lungo periodo di turbolenze. Si ha poi la crescita di prestigio e di influenza del clero, soprattutto per merito delle preminenti figure di San Carlo Borromeo arcivescovo dal al e di Federico Borromeo arcivescovo dal al .
Si riscontra invece una profonda crisi demografica ed economica intorno al 1630 a causa della peste descritta nei Promessi sposi e della calata dell'esercito tedesco; si riscontrano poi fenomeni di stagnazione economica da inquadrarsi in una situazione di depressione che si riscontra in generale nella penisola fino verso la metà del Settecento. All'inizio del Settecento si assiste alla crisi del Regno di Spagna e nel nel corso della guerra di successione spagnola Milano viene occupata da Eugenio di Savoia e passa sotto il dominio austriaco, formalizzato dal Trattato di Rastadt nel .
Un periodo di vivaci riforme inizia intorno alla metà del secolo XVIII sotto il regno di Maria Teresa d'Austria (1740-1780) e prosegue con il regno di Giuseppe II d'Austria (1780-1790). In questo periodo Milano riprende ad avere un ruolo primario sia sul piano culturale (sensibilità e contributi verso l'Illuminismo) che su quello economico. Svolgono ruoli importanti figure come Pietro Verri, Alessandro Verri, Cesare Beccaria, Paolo Frisi, Ruggero Boscovich, Giuseppe Parini e Giuseppe Piermarini.
Il 1 gennaio entra in vigore il censimento. Sappiamo che a questa data a Milano (esclusi i Corpi Santi) c'erano 5206 unità immobiliari con 2423 proprietari rispetto a 108.000 abitanti.
Dal 1796 al fu capitale della Repubblica Cisalpina, dal al capitale della Repubblica Italiana e dal al capitale del Regno Italico (Napoleonico).
Tornata all'Austria dopo il periodo napoleonico con il Regno Lombardo-Veneto, nel in seguito alla seconda guerra d'Indipendenza, passò a far parte del Regno di Sardegna, trasformatosi nel nel Regno d'Italia.
Crescita economica e industriale.
Vita culturale. L'opera lirica.
Problemi della popolazione.
La prima guerra mondiale.
Il Fascismo
La seconda guerra mondiale
Immigrazione.
La ricostruzione.
Crescita dei consumi, contestazione, anni di piombo.
Terziarizzazione.
Televisione, mondo della moda.
Difficoltà della modernizzazione nell'era di Internet.
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