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Le ideologie politiche imperanti (Nazionalismo, Cultura della guerra, Antisemitismo, Pacifismo, Internazionalismo).
La riforma elettorale del 1912, approvata con i voti favorevoli dei socialisti, doveva rappresentare una vittoria per tutti coloro che credevano fermamente nell'esistenza di una forza che spingeva la società verso il progresso: democrazia, libertà, giustizia sociale, avrebbero caratterizzato il mondo del futuro, però giunse quando diversi fattori avevano messo in crisi l'età giolittiana.
Il primo di questi fatti fu la comparsa del nuovo movimento politico dei nazionalisti nato nei primi anni del 900. In principio fu limitato ai gruppi di intellettuali che leggevano la rivista "il regno" fondata nel 1903 da Corradini. Il tratto più evidente del nazionalismo era l'opposizione alla democrazia che si esprimeva con un linguaggio particolarmente violento, giudicavano la democrazia come "impero delle bestie da soma, regno degli schiavi, padronanza dei servi", i nazionalisti contrapponevano il culto della forza e dell'eroismo esaltando la guerra e lo spirito di conquista.
Le idee nazionaliste ebbero diffusione fra i ceti della piccola borghesia (studenti, intellettuali, impiegati) ma presto cominciò a trovare consensi nel mondo imprenditoriale.
Nel 1910 in un congresso tenuto a Firenze i nazionalisti costituirono una associazione politica impegnata a influire sulle scelte del governo. Con la conquista della Libia Giolitti soddisfa le richieste dei Nazionalisti. I movimenti nazionalisti si affermano in tutta Europa coinvolgendo larghe fasce della popolazione.
Dopo alcuni decenni di pace fra i paesi europei, il ripetersi di crisi internazionali contribuì a diffondere la convinzione che una nuova guerra non solo era possibile ma probabile. L'azione diplomatica e il freno esercitato dall'esistenza di alleanze difensive fecero la loro parte nel consigliare la rinuncia alla forza e nel suggerire accordi.
Ma in questi anni si stava formando un clima culturale favorevole alla guerra che era vista ora come desiderabile perché il suo compito essenziale nella storia era quello di far emergere il gruppo che, risultando vincitore, si rivelava il meglio dotato per sopravvivere, la guerra serviva quindi per il miglioramento biologico e culturale dell'umanità.
Il nuovo nazionalismo mostrava una spiccata predilezione per il militarismo e l'autoritarismo e rifiutava apertamente il metodo della discussione e del confronto nelle aule parlamentari.
Il nazionalismo accolse le idee razziste del Darwinismo sociale e su queste basi dette un contributo fondamentale alla nascita di una nuova forma di antisemitismo. Per secoli in tutta Europa gli Ebrei venivano discriminati e perseguitati a causa della loro religione e successivamente vennero considerati razza inferiore ed estranea, presentata dai nazionalisti come una minaccia per la compattezza della nazione.
I primi ad usare l'antisemitismo come arma politica, volgendo contro gli ebrei il malessere delle folle ignoranti, furono gli Zar russi che distruggevano le loro case e sinagoghe massacrandoli. Ciò che rivelò l'esistenza del moderno antisemitismo fu l'affare Dreyfus. Nel 1893 Dreyfus, capitano di artiglieria di origini ebraiche assegnato al comando generale di Parigi, fu accusato spionaggio a favore della Germania solo perché di origini ebraiche fu esiliato ma poi reintegrato nel suo ruolo.
Il pacifismo è un atteggiamento politico di opposizione più o meno radicale alla guerra e ad altre forme di violenza per la convinzione che esistesse uno stretto legame fra progresso generale della civiltà e la pace. Per evitare controversie promuovono la creazione di un tribunale che fungeva da arbitro evitando il ricorso alla guerra si creò nel 1902 e venne chiamato a risolvere le controversie minori. Fallisce l'obbiettivo di limitare la corsa agli armamenti.
La forza maggiore a difesa della pace era costituita dai partiti socialisti. Il loro peso elettorale era continuamente cresciuto in tutti i paesi dove si svolgevano libere elezioni e grande era il prestigio della loro organizzazione, la seconda Internazionale, fondata nel 1889. La pace fu al centro dei suoi congressi tenuti a Stoccarda e a Copenaghen in anni in cui i rapporti tra le potenze si stavano deteriorando. I loro interessi e la loro cultura spingevano ad affermare la fratellanza tra i popoli al di là di ogni confine. Il pericolo guerra veniva dal capitalismo che spingeva gli apparati statali alle conquiste coloniali e creava situazioni di conflittualità. Anche se non si chiariva bene con quali mezzi si sarebbe concretamente opposta alla guerra, la seconda internazionale affermò di essere pronta a trasformare un crisi bellica in occasione per avvicinare la rivoluzione.
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