Prima del 1848

PRIMA DEL 1848

Vincenzo Gioberti, nato a Torino nel 1801, sacerdote, aveva formulato l'idea della conciliazione tra la tradizione cattolica e il movimento nazionale. Egli affermava che era necessario l'accordo fra il movimento liberale, il sovrano e il Papa e auspicava una politica di riforme all'interno di ciascun stato e un accordo fra tutti i Sovrani in vista della formazione di una confederazione alla cui presidenza doveva trovarsi il Papa. Pur segnando un passo indietro rispetto le idee di Mazzini, il programma del Gioberti veniva incontro alle diffuse aspirazioni della borghesia italiana e riscosse un enorme successo.

Balbo invece, affermava che l'Austria, in un futuro non lontano, poteva abbandonare pacificamente i territori italiani  e ottenere compensi nella penisola balcanica dato che l'impero Turco si stava disgregando. Successivamente proponeva di attribuire al Re sabaudo, una posizione di spicco nella auspicata Confederazione italiana.

Nel frattempo continuava l'opera cospirativa di Mazzini con alcune insurrezioni in Romagna e in Calabria ad opera dei fratelli Bandiera ma tutte rapidamente represse. In questo modo, si andò a delineare una corrente di pensiero liberal-moderato ( per effetto del Gioberti ) con figura preminente in Massimo D'Azeglio, che mirava ad avvicinare la monarchia al movimento nazionale ma solo se il papato avesse cominciato a svolgere una politica riformatrice, sarebbe stato possibile arrivare alla Confederazione italiana.

Quando il 1 giugno 1846 morì Gregorio XVI, e subentrò Pio IX, qualcosa cambiò nella politica papale. Il nuovo Papa mise in moto una politica di riforme che portò :

il ritorno in patria di esuli politici

limitata libertà di stampa con la nascita di giornali politici

guardia civica

questo esempio fu imitato in toscana e in sardegna che portò anche all'unificazione della moneta e costruzione di una rete ferroviaria.