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LE GUERRE PERSIANE E L'IMPERIALISMO ATENIESE
Nel corso del VI secolo a.C. i re persiani avevano dato vita ad un vastissimo impero, nel quale furono inglobate anche le polis greche della Ionia d'Asia. Queste dovevano pagare tributi al Gran Re e avevano una limitata autonomia politica; ma queste condizioni non potevano essere sopportate da quelle città che avevano quella particolare forma di autogoverno, la polis. Al governo delle poleis dell'Asia Minore erano stati posti dai Persiani uomini Greci di loro fiducia, che rappresentavano, per il popolo greco, tiranni che soffocavano la libertà della polis stessa.
Il sovrano di Mileto, Aristagora, temendo che il re lo punisse per una disastrosa spedizione contro l'isola di Nasso, depose la tirannide nel 499 a.C. e assunse il comando di una rivolta che aveva per obbiettivo la liberazione delle poleis greche dell'Asia Minore.
Rimaneva, però, il fatto che le città ribelli
non avrebbero mai potuto resistere al colosso persiano e così, dopo i primi
successi (grazie anche ad Atene ed Eretria che inviarono navi), giunse la
sconfitta: le città furono sottomesse e Mileto distrutta nel
Il Gran Re Dario, che mirava alla
sottomissione della Grecia intera (per la sua posizione strategica sul mare),
nel
Da quel momento, si aprì ad Atene un grande dibattito sul futuro della città: Temistocle proponeva la fortificazione del porto, il potenziamento della flotta e una politica militare nell'Egeo, mentre Santippe e Aristide erano per il patteggiamento con il Gran Re e per lo sviluppo dell'agricoltura. Prevalse, per ovvie ragioni, la politica di Temistocle, che a colpi di ostracismo fece cacciare i suoi oppositori; Atene divenne così la prima e più efficiente potenza navale della Grecia.
In Persia intanto si preparava il nuovo
assalto alla Grecia, condotto dal Gran Re Serse; questi, volendo sottomettere
Nel
Nel 479 i Persiani si misero nuovamente in marcia verso l'Attica e, ancora una volta, Atene fu evacuata. Gli Spartani, nel timore che questa potesse stringere un accordo contro il nemico, inviarono rinforzi. A Platea 70.000 greci alla guida dello spartano Pausania sconfissero i Persiani, che rientrarono in patria. Ma i Greci si mossero minacciosi verso l'Asia e la flotta nemica ripiegò a Micale, che venne espugnata. Atene aveva vinto la guerra.
Da questo momento le poleis greche guardavano
con fiducia Atene. Nel
Gli Ateniesi erano convinti che fosse necessario rafforzare l'alleanza con Sparta; diversamente la pensava Temistocle: egli sosteneva, infatti, che la rivalità tra Atene e Sparta sarebbe sfociata presto in una guerra. In tale proposito, diede avvio alla fortificazione della città e alla costruzione delle lunghe mura, che collegavano la città con il porto. Il futuro avrebbe dato pienamente ragione a Temistocle, ma nessuno sul momento gli diede credito.
Verso il
Intanto Temistocle era stato cancellato dalla scena politica Ateniese; fu colpito dall'ostracismo e, ironia della sorte, finì ospite della corte persiana, dove morì qualche tempo dopo.
Nel
Nella democrazia di Atene, esiste una contraddizione. Tutti i capi politici di Atene erano infatti di estrazione nobile, pur riconoscendo la validità della democrazia. Un individuo, a quell'epoca, per poter emergere, doveva essere abbastanza ricco da poter dedicare il suo tempo alla politica, e doveva conoscere la retorica. Determinante fu il contributo dei sofisti, movimento intellettuale che insegnava ad usare la parola per persuadere, in cambio di ricompensa.
E' evidente che uomini con requisiti tali dovevano essere per forza di estrazione sociale elevata. Alcuni storici moderni, perciò, valutano la democrazia ateniese non perfettamente compiuta. Altri invece sostengono che, anche se i dirigenti politici erano ricchi, il potere rimaneva nelle mani del popolo.
Pericle lasciò una forte impronta in moltissimi campi: politica estera, politica interna, sviluppo della cultura e dell'arte. Le sue iniziative si orientavano in ogni direzione, i traffici commerciali ne trassero giovamento e gli Ateniesi sperimentarono un benessere mai conosciuto prima. La vasta politica edilizia di Pericle fece di Atene la città più bella del mondo. Inoltre, per opera sua, si ebbe un grande sviluppo del teatro.
Una domanda sorge spontanea: chi pagava tutto ciò? Gli alleati. Infatti i contributi della lega delio-attica divennero tributi ad Atene, che divenne un impero.
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