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Le crociate: la storia e la pratica




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LE CROCIATE: LA STORIA E LA PRATICA


Per crociata s'intende l'intervento armato benedetto dalla divinità volto a distruggere l'infedele. In effetti ci furono delle crociate antecedenti a quelle in Oriente della seconda meta del XI che però ne posero le basi: quelle delle Repubbliche Marinare di Pisa e Genova che riuscirono a strappare agli infedeli le Baleari, la Corsica, la Sardegna e, nell'XI secolo, anche la penisola iberica. [I21] È necessario però sapere che, anche se queste vittorie furono frutto della disorganizzazione del mondo islamico, più che della forza della repubbliche, posero le basi per le crociate vere e proprie e permisero a Papa Urbano II di elaborare un discorso durante il concilio di Clermont-Ferrand nel 1095 in cui il pontefice invita i fedeli a organizzare un intervento armato contro i Musulmani. Il cronista Fulcherio di Chartres ci riporta il discorso Urbano II che parla ai fedeli così: " È necessario che vi affrettiate a soccorrere i vostri fratelli orientali che hanno bisogno del vostro aiuto e lo hanno spesso richiesto. Infatti i Turchi [.] occupando le terre cristiane sino al confine con la Romania, uccidendo molti e rendendo schiavi altri, rovinando le chiese, devastando il Regno di Dio, sono giunti fino al Mediterraneo". Urbano ripetendo in continuazione che la sua è la parola di Dio, riuscì ad attrarre il popolino dall'impresa con la promessa della "immediata remissione dei peccati" a chi fosse caduto in Oriente. Il suo discorso ebbe molta presa sul popolo anche perché la mentalità del tempo invitava a riflettere sulla fine del mondo ormai prossima e sul Giudizio Finale; quindi tutti volevano vicìvere nella grazia di Dio.

I cavalieri parteciparono in massa per altri motivi; uno di questi era il desiderio di ricostruire l'economia feudale , soppiantata dal commercio, in Terrasanta in caso di vittoria, inoltre la loro sete di fama e di bottini era frenata dalla chiesa e in Oriente trovarono una valvola di sfogo.

Il discorso del Papa suscitò, oltre che un fanatismo religioso, un profondo antisemitismo. Infatti nel 1095 un ingente esercito mosse dal centro Europa verso Gerusalemme offrendo una scelta alle popolazioni ebraiche che incontravano: conversione o morte. Gli Ebrei più restii preferivano uccidersi piuttosto che cadere in mano dei fanatici; come ci narra Salomon Ben Samson che riporta il discorso degli Ebri di Magonza: "Chiunque ha un coltello lo esamini, che che non sia difettoso; poi venga ad ucciderci per santificare il Dio unico unico che vive in eterno, e poi uccida se stesso tagliandosi la gola o conficcandosi la lama nel corpo". Alessio Comneno, monarca di Bisanzio, spaventato dall'esercito impazzito, fece sbarcare i crociati in Asia Minore dove furono sterminati dai turchi. Così si concluse la "crociata dei pezzenti". La prima vera crociata venne poi attuata da Goffredo di Buglione e Boemondo d'Altavilla nel 1096. Il primo successo della spedizione giunse nel 1098, con la conquista della città di Antiochia. Nello stesso periodo il fanatismo religioso esplose con l'inizio delle cosiddette "crociate dei bambini" la cui più famosa, nel 1212, venne capitanata dal francese Stefano, poco più che ragazzo. Questi avvenimenti vennero reputati da alcuni fanatismo vano e inutile, da altri forma di lodevole devozione.

Nel 1099, Goffredo assediò Gerusalemme e la conquistò inondandola di sangue. Le conquiste dei crociati vennero organizzate in stati latini (o crociati) nei quali i cavalieri mantenevano la loro economia feudale fungendo da presidi militari. I rifornimenti erano garantiti dalle Repubbliche Marinare che in quel periodo stavano attraversando un'età aurea. Nel 1144 i Musulmani ripresero Edessa, perciò Eugenio III bandì la seconda crociata che fallì miseramente poiché Corrado III subì un'imboscata e Luigi VII perse in battaglia per scarsità di forze. In questo clima si svilupparono diversi ordini cavallereschi fra cui i Teutonici, gli Ospedalieri, i Cavalieri di Malta, quelli di San Giovanni e i Templari. Quest'ultimo ordine fu fondato nel 1118 ma venne riconosciuto nel 1128 al consiglio di Troyes. Fu l'ordine più agguerrito ma, quasi in contro senso, fu l'unico che tentò una fusione e un approccio pacifico con i Musulmani. Per questo motivo furono considerati eretici e quindi sterminati da molti sovrani tra cui il re di Francia Filippo il Bello che nel 1307 arrestò alcuni cavalieri e nel 1314 li bruciò al rogo. La leggenda narra che, alcuni Templari, diventati ricchissimi con i tesori trovati in Terrasanta, riuscirono a sfuggire al rogo di Filippo rifugiandosi in Francia dove fondarono l'Ordine dei Templari di cui fecero parte anche personaggi storici celeberrimi del calibro di Leonardo da Vinci.

La terza crociata fu bandita da Gregorio VIII nel 1187 per arginare le conquiste di Saladino, comandante dei Turchi, che riuscì a riconquistare anche Gerusalemme. A questa spedizione presero parte anche Riccardo Cuor di Leone, Federico II Augusto e Federico il Barbarossa, aiutati dai cavalieri Teutonici. Tutte queste forze però valsero solo una tregua con Saladino che intanto era salito al trono. Papa Innocenzo III voleva intraprendere una nuova crociata e al suo appello rispose messer Enrico Dandolo, doge di Venezia, che in cambio dei suoi servigi chiese aiuto per conquistare Zara (assicurandosi così il dominio dell'Adriatico settentrionale) anche se il vero obiettivo dei Veneziani era Costantinopoli che venne incendiata e saccheggiata nel 1204. I Veneziani sterminarono gran parte della popolazione e si lasciarono andare alla distruzione della città anche perché vennero promessi loro molti imperperi (moneta bizantina). La V crociata, nel 1217, fallì perché Federico II di Germania, nell'intento di conquistare il porto di Danietta in Egitto, non ricevette gli aiuti promessi e fu scomunicato, mentre sorte diversa toccò ebbe la VI crociata, nel 1218, con la quale Federico prese Gerusalemme e Nazareth avvalendosi della sua abile arte diplomatica. Papa Gregorio IX non accettò le conquiste, perché Federico era stato scomunicato in precedenza, mandandogli anche un esercito contro. La penultima crociata, capitanata da Luigi IX, non ebbe migliore sorte, infatti il re venne imprigionato e costretto a restituire Danietta e a pagare una tassa per tornare in libertà. L'ottava e ultima crociata, invece, fallì prima ancora di iniziare poiché Giacomo I venne fermato da una tempesta. Anche se le crociate lasciarono dietro di loro una lunga scia di sangue, vennero ritenute un mometo di forti emozioni e così nacquero i poemi cavallerschi, fra cui il "Ciclo Carolingio" (che raccontadi Carlo Magno e dei suoi paladini), che comprende la Chanson de Rolande e il "Ciclo Bretone" (che ha come tema di fondo quello del "Chest", cioè la ricerca del Santo Graal). Spesso questi racconti erano caratterizzati da elementi fiabeschi e fantastici, che sormontavano il presente ma esiguo sfondo storico.

Le crociate ebbero varie conseguenze socio-politiche, nonché economiche: inasprirono i contatti fra Musulmani e Cristiani scindendo completamente i due mondi, la perdita di vite umane fu notevolissima e di fatto chi più giovò dalle crociate furono le Repubbliche Marinare che monopolizzarono i traffici con l'Oriente e conquistarono luoghi strategici in tutto il Mediterraneo Orientale acquisendo così una forte leadership nel commercio nel mare nostrum. Dal punto di vista militare e religioso furono un fallimento dato che la sottrazione dei luoghi santi ai Turchi non fu raggiunta. Dal punto di vista culturale, invece, rappresentarono una svolta perché i crociati che tornavano in patria portavano testi greci e arabi inoltre l'arte e le scienze ebbero così un nuovo impulso.


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