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La Germania aveva riacquistato nella metà degli anni Venti, grazie alla politica di Stresemann, un ruolo di grande potenza industriale; questa ripresa era legata però agli aiuti della finanza internazionale: la grande crisi del '29 e i dissesti economici seguiti al ritiro dei capitali stranieri rimisero in ginocchio l'economia tedesca.
In questa situazione, mentre si susseguivano governi incapaci di fronteggiare efficacemente la crisi, si radicalizzò la lotta politica, che lasciò spazio ai comunisti e ai nazionalsocialisti di Hitler.
Le principali idee di Hitler: 1) bisognava lavare l'onta di Versailles e ricostruire una "grande Germania"; 2) bisognava procurare al popolo tedesco lo "spazio vitale" sui territori degli Slavi, popoli inferiori; 3) l'imperialismo tedesco doveva avere una funzione antisovietica, antibolscevica, antisocialista; 4) al tempo stesso si doveva lottare contro il capitalismo; 5) la stirpe tedesca era una stirpe eletta in quanto erede della razza ariana, che nel corso della storia aveva sottomesso le razze inferiori; 6) era necessaria l'indiscriminata obbedienza al principio dell'autorità del capo (Fuhrer).
Confluivano in queste posizioni il nazionalismo più esasperato e irrazionale, male assimilate suggestioni di Fichte, Hegel e Nietzsche; il razzismo traeva spunto da una distorta interpretazione di Darwin e delle teorie di Gobineau.
La strategia di Hitler: 1) scaricare su un capro espiatorio (gli ebrei), attraverso la campagna antisemita, le umiliazioni e il dissesto provocati dalla sconfitta e dalla grande crisi; 2) nonostante le conclamate posizioni anticapitalistiche, Hitler cercò anche il consenso delle classi dirigenti del Paese, presentandosi ad esse come il possibile restauratore dell' "ordine" e il nemico giurato del bolscevismo.
Le elezioni del 1930 videro il successo di nazisti e comunisti e la perdita di forza dei partiti democratici.
Nel 1932 fu rieletto alla presidenza della Repubblica Hindenburg (rielezione voluta dai democratici pur di scongiurare il pericolo nazista); ma le due successive elezioni videro la schiacciante vittoria dei nazisti.
Nel '33 Hindenburg chiamò Hitler a formare il governo (si trattava di un governo di coalizione tra nazisti ed esponenti conservatori).
L'incendio del Reichstag, il parlamento tedesco, la cui responsabilità fu attribuita ai comunisti, offrì al governo l'occasione di mettere praticamente fuori legge il Partito Comunista e di limitare le libertà politiche e civili.
In seguito alle elezioni del 5 marzo '33, avvenute in un clima ferocemente intimidatorio e che vedevano una schiacciante vittoria dei nazisti, Hitler chiese al Parlamento di conferire al governo i pieni poteri (compresi il potere legislativo e la facoltà di modificare la Costituzione); il Parlamento approvò la legge "suicida" (contrari solo i socialdemocratici). Il Partito socialdemocratico fu sciolto con la forza nel giugno; la stessa sorte seguirono gli altri partiti e tutti i sindacati; il 14 luglio il governo emise una legge che riconosceva il diritto di esistere solo al Partito nazista. Nel frattempo era stata creata la Gestapo, la potente polizia segreta (equivalente dell'OVRA fascista).
Per ottenere l'appoggio delle caste militari e degli industriali, il 30 giugno 1934 Hitler fece massacrare dalle SS l'ala sinistra del Partito ("notte dei lunghi coltelli") .
Alla morte di Hindenburg, nell'agosto '34, Hitler aggiunse alla carica di cancelliere quella di capo dello Stato, e in seguito di capo supremo delle forze armate. Nasceva in tal modo il terzo Reich (dopo il Sacro Romano Impero germanico e il Reich formatosi nel 1871).
Caratteristiche salienti del regime nazista furono il controllo da parte del potere di tutti gli apparati statali e di tutte le organizzazioni, la propaganda martellante, la lotta spietata contro gli oppositori, la persecuzione degli ebrei.
a) furono internati nei campi di concentramento (lager) quasi un milione di tedeschi e furono sistematicamente eliminati gli oppositori;
b) si avviarono le persecuzioni contro gli ebrei, cominciate nel '33 e aggravate dalle leggi di Norimberga del '35 che vietavano i matrimoni tra ebrei e non ebrei, fino a sfociare in violenze aperte ("notte dei cristalli", con l'assassinio di ebrei e la devastazione di uffici, centri commerciali e sinagoghe).
a) i lavoratori furono inquadrati nel Fronte del lavoro e la gioventù nelle formazioni della Gioventù hitleriana;
b) vi fu l'asservimento di tutta l'attività culturale (Istituto della cultura del Reich);
c) si cercò di instaurare una sorta di rapporto diretto tra le masse e il capo, tramite sfilate, adunate oceaniche, parate militari, ecc. per accrescere l'entusiasmo della massa.
La propaganda di regime sollecitava l'orgoglio di appartenere ad una razza eletta e l'odio contro le minoranze etniche e religiose.
a) contravvenendo al trattato di Versailles, lo Stato favorì con commesse i maggiori trust industriali e li incitò al potenziamento della produzione bellica: l'aumentata produzione dell'industria pesante e una politica di grandi opere pubbliche riuscirono ad assorbire la disoccupazione;
b) stretto controllo statale sulle fabbriche, i cui lavoratori furono sottoposti ad una disciplina paramilitare (ottenendo però l'occupazione e una migliore legislazione sociale);
c) politica di autarchia (riduzione al minimo delle importazioni).
Analogie: 1) il raggiungimento del potere con mezzi legali, facendo leva sul bisogno di ordine e di sicurezza economica; 2) il radicale rifiuto delle democrazie e la lotta contro il bolscevismo; 3) l'edificazione di uno stato totalitario imperniato sulla figura carismatica del capo; 4) la costruzione di organizzazioni di massa (partito, organizzazioni giovanili, assistenziali e dopolavoristiche); 5) tendenza al revisionismo dei trattati di Versailles e ambizioni imperialistiche; 6) organizzazione economica e sociale corporativa.
Differenze: 1) matrice ideologica del nazismo (mentre un'ideologia del fascismo fu elaborata solo in un secondo tempo); 2) concezione totalizzante della razza, sostanza dell'ideologia nazista (anche se entrambi i regimi utilizzarono l'antisemitismo come "capro espiatorio"); 3) diverse conseguenze dei rispettivi razzismi.
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