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La spagna nel 1898
Politicamente: in Spagna re Alfonso XIII di 12 anni.
La guerra di Cuba furono in realtà tre. La prima cominciò nel 1868 e si concluse nel 1878 con la pace di Zanjon. Però il governo non rispettò i patti, per questo la pace di Zanjon fu solamente una tregua nella lotta per la separazione dalla Spagna.
La voce epica di questo periodo fu Martì, i cui scritti offrono una chiara situazione dei preparativi della seconda guerra. A soli 18 anni pubblicò un libro El presidio politico en Cuba, denunciando in nome dei sentimenti umani le condanne arbitrarie e le torture nella colonia, (ricordiamo che la Spagna abolì la schiavitù solo nel 1886). Per Martì "l'unico risultato accettabile era la loro completa indipendenza". L'annessione "per me sarà la morte".
I cubani dovevano combattere su due fronti, quello spagnolo e quello degli Usa.
L'ideologia repubblicana proclamava in teoria e in pratica il principio teologico che Dio aveva conferito agli americani la missione di governare il mondo. Il darwinismo dava fondamento filosofico e scientifico alla lotta per la vita con la sopravvivenza dei più forti.
Anche gli Stati Uniti erano interessati a Cuba e Portorico, per un commercio di carbone nel Pacifico. Nel 1898 gli Usa conquistarono la baia di Cavite e Santiago.
Questa perdita dei possedimenti spagnoli diede vita alla generazione del '98, denominazione data da Azorín nel 1913 a un gruppo di scrittori spagnoli, diversi per formazione culturale e per tendenze, che intorno al 1898 (data dell'esito disastroso della guerra contro gli Stati Uniti, conclusasi con la perdita degli ultimi possedimenti spagnoli d'oltremare) ebbero chiara coscienza della profonda crisi nazionale e si proposero di creare le premesse per una rinascita spirituale e civile del Paese: Unamuno, Maeztu, Ganivet, Benavente, Baroja, Machado e Azorín stesso ne furono i maggiori esponenti. Questi scrittori assunsero un atteggiamento violentemente polemico rispetto alle generazioni anteriori, considerate responsabili della disfatta, e sottoposero a revisione totale i valori tradizionali spagnoli, individuando l'essenza più profonda del Paese nella vecchia e austera Castiglia, già culla e anima della hispanidad. Il paesaggio castigliano fu assunto a simbolo centrale, insieme espressione dell'ascetismo del loro impeto spirituale, modello per il loro ideale di stile, nitido e sobrio, pretesto per una rivalutazione dei poeti primitivi, dei classici (Góngora), di Larra (acuto indagatore dell'arretratezza, dell'apatia e dell'esasperato nazionalismo spagnolo), per reinterpretazioni del Don Chisciotte e, infine, espressione di un'assillante realtà di povertà e di anchilosi sociale. Il desiderio di far entrare la Spagna in contatto con la cultura europea rese la G. aperta alle principali idee e correnti che influenzarono il secondo Ottocento (Nietzsche, Schopenhauer, Kierkegaard).
Unamuno: dedicò numerosi articoli giovanili al tema della Spagna: paesaggio, lingua, casticismo, situazione dei lavoratori. Scrive un saggio "la vida es sueño" dove fa un attacco all'industrializzazione sulla linea dell'anticapitalismo romantico redivivo. Poi successivamente nel 1897 ebbe una crisi religiosa che gli fece mettere da parte il tema della Spagna e parlò di ragione e fede, di religione e scienza.
Azorin, Baroja e Maeztu formarono nel 1901 il gruppo dei "3".
In questo periodo si diffondeva anche la filosofia krausista con Giner de los Rios.
Il termine modernismo lo porta in Spagna Ruben Darìo.
Valle - Inclan è l'unico vero modernista con l'opera La sonata de otoño.
Modernismo e generazone sono due movimenti differernti.
Nelle polemiche letterarie e poi nelle storie della letteratura spagnola ebbe il sopravvento sin dai primi anni, per indicare la prima fase del 900 spagnolo che dura all'incirca fino alla prima guerra mondiale, il termine di provenienza latinoamericana "modernismo". A partire poi dagli anni '40 si è imposta, in concomitanza o in opposizione al modernismo, il termine "generazione del 98" inventato nel 1913 da Azorin, che era stato tra gli scrittori e pubblicisti dei primi anni del secolo e che poi era entrato a far parte come deputato e ministro della classe dirigente conservatrice (destra).
Questa formula ha avuto per lungo tempo un incontrastato successo, nonostante che alcuni scrittori che Azorin aveva tentato di raggruppare sotto quella formula, Unamuno e Baroja, si fossero affrettati a rifiutarla come mistificatoria.
Si è rilevato che, agganciata ad un evento della storia della Spagna come potenza imperialistica, l'evento finale cioè la perdita di Cuba e delle Filippine, tale formula tendeva a separare quello che accadde nella letteratura spagnola da quello che accadeva in Europa e in America latina.
In conclusione si può dire che il termine generazione del 98 può servire ad indicare una tra le molte componenti che concorsero alla formazione degli scrittori del 900 spagnolo, e cioè la partecipazione al processo di ripensamento critico che investì la società spagnola quando si trovò ridotta alle dimensioni europee.
Di "modernismo" si cominciò a parlare e a discutere fin dal 1896 nei circoli artistici e letterari che si venivano formando nelle grandi città. Anche in Spagna nasce in questi anni la "boheme", pittoresca forma di protesta intellettuale con i suoi capelli lunghi, le sue barbe e la sua miseria. Come a Parigi, anche a Barcellona e a Madrid i caffè diventarono il centro della vita letteraria. Uno dei centri più attivi della diffusione del gusto modernista fu Barcellona, la città più borghese di Spagna.
In questo ambiente dell'art nouvea nacque Gaudì. Marquina, scrittore diede vita insieme ad altri a due riviste che svolsero l'intensa attività di informazione e sollecitazione.
In poesia troviamo in questo periodo: Machado, Valle-Inclan che affidò all'estetismo il compito di esprimere una rivolta complessa all'attuale condizione dell'uomo.
Le due correnti hanno in comune alcune idee politiche come quelle socialiste e anticapitaliste. Sul piano letterario hanno in comune la contestazione ai vecchi linguaggi e la ricerca di forme nuove.
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