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La seconda guerra mondiale




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LA SECONDA GUERRA MONDIALE


Dopo aver organizzato il riarmo della Germania, Hitler si preparò a mettere in atto la conquista "dello spazio vitale". Nel 1938 invase l'Austria, terra natale di Hitler, senza incontrare resistenza, quindi l'estate dello stesso anno Hitler si volse alla Cecoslovacchia per annettersi le regioni dei Sudeti, abitata da 3 milioni di tedeschi. Questa volta la Francia si oppose e ottenne l'appoggio dell'unione sovietica, mentre la Gran Bretagna intendeva risolvere la questione dal punto di vista diplomatico. In questa situazione fu convocata la Conferenza di Monaco che si tenne il 29-30 settembre 1938, tra i capi di governo francese, inglese tedesco e italiano. Nel 1939 in base a tale accordo la Cecoslovacchia rinunciò ai Sudati che nel 1938 andarono ad ingrandire i 3° Reich, così l'esercito tedesco completò l'occupazione della Cecoslovacchia che venne divisa tra Germania e Ungheria il cui governo era alleato di Hitler. Rimaneva da occupare la Polonia, Hitler rivendicò la città di Danzica dichiarata città neutrale e il controllo del "corridoio" che con il trattato di Versailies era stato assegnato alla Polonia. Di fronte a questo ricatto Francia ed Inghilterra si mostrarono decise a garantire l'integrità territoriale della Polonia e stipularono accordi con il Belgio e l'Olanda i Paesi che più degli altri temevano di essere invasi da Hitler. Nell'estate del 1939 maturarono l'alleanza militare tra Germania e Italia (Patto d'acciaio 22 maggio 1939) e l'accordo tra Germania e URSS in un "patto di non aggressione" del 23 agosto 1939.





CARATTERISTICHE DEL CONFLITTO


1° settembre 1939, l'esercito tedesco invase la Polonia. Il 3 settembre la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania. Ebbe così inizio la seconda guerra mondiale, combattuta in tutto il mondo dal 1939e il 1945. La potenza distruttiva delle armi moderne, fu di gran lunga superiore a quella sperimentata nella prima guerra mondiale. La tecnologia militare progredì con l'invenzione di armi sempre più micidiali. La marina era dotata di grandi navi sommergibili e portaerei; le divisioni corazzate si muovevano con carri armati. Tuttavia l'arma che cambiò il volto della guerra fu "L'AVIAZIONE". I bombardamenti aerei divennero una pratica largamente utilizzata dai due blocchi. I piccoli e veloci "caccia" furono affiancati da grandi bombardieri. Gli attacchi aerei coinvolsero inoltre la popolazione civile; gli obbiettivi dei bombardatori, infatti non erano solo le prestazioni militari, ma le grandi aree urbane e industriali. Per la prima volta nella storia comparvero i missili come strumenti atomici, le famose V1 e V2. Nel corso della guerra furono inventati i radar che permettevano l'avvistamento a distanza degli aerei.




LA GUERRA LAMPO


Nella prima fase della guerra, Hitler mise in atto la tattica della "Guerra Lampo"; che prevedeva di colpire il nemico utilizzando contemporaneamente l'aviazione e le forze corazzate. Alla fanteria che nella guerra del 1915-18 aveva causato la "guerra di trincea", restava il compito di rastrellare il nemico sconfitto e di consolidare l'occupazione del territorio. In questo modo la Germania riuscì ad occupare la Polonia occidentale e a conquistare la capitale Varsavia. Successivamente fu la volta della Danimarca (aprile 1940) e della Norvegia (giugno 1940) dove il terzo Reich insediò governi collaborazionisti, fedeli ad Hitler. Nella sua avanzata verso l'occidente, l'Unione Sovietica invase i paesi del Baltico (Estonia Lettonia Lituania) e la Finlandia. I nazisti nell'aprile del 1940 occuparono Danimarca e Norvegia per ottenere il controllo del tratto di mare in cui, transitavano le materie prime indispensabili alla loro industria bellica.




LA DISFATTA FRANCESE


La Germania concentrò poi i suoi interessi sul fronte occidentale. Come già nel 1914 violò la neutralità del Belgio e dell'Olanda che vennero annientati in soli 5 giorni; poi le truppe di Hitler aggirarono la linea MAGINOT (la linea di fortificazione in cemento armato lungo il confine fra la Francia e la Germania) e travolsero le truppe francesi. Il 22 giugno 1940 il maresciallo Petain firmò l'armistizio decretando la fine della terza repubblica francese. La Francia rimase divisa in due: il Nord e la costa atlantica, era sotto la dominazione della Germania; nel Sud e nelle regioni della costa mediterranea, venne insediato il governo "collaborazionista" di Petain con sede nella città di Vichy. Il governo Vichy instaurò un regime autoritario e conservatore e pose fine alle libertà democratiche. Petain si assoggettò al valore del terzo Reich, adottò leggi antisemite e organizzò le deportazioni di lavoratori francesi nelle fabbriche tedesche. Ma la Francia non era rappresentata solo dal maresciallo Petain, ma anche dai Partigiani che iniziavano la resistenza contro il nazismo (costrinsero la Francia alla resa). Così nel novembre 1942 i tedeschi violarono le stesse condizioni da loro imposte e si impadronirono dell'intero Paese.




OPERAZIONE "LEONE MARINO"


Dopo la disfatta della Francia, Hitler scatenò la sua offensiva contro la Gran Bretagna. Nel maggio 1940 Wiston Churcill (1874-1965 venne eletto primo ministro al posto di Chamberlain. Egli respinse ogni trattativa da parte di Hitler e ottenne dal paese l'impegno di resistere al nemico nazista con qualsiasi sacrificio. Hitler, visto svanire il suo piano, scatenò l'operazione "leone marino", che aveva lo scopo di invadere l'Inghilterra, si scatenò così tra le due AVIAZIONI la RAF (Royal Air Force) inglese e la LUTWAFFE tedesca la prima grande battaglia aerea della storia: la battaglia di Inghilterra. Per tutta l'estate 1940 si susseguirono micidiali bombardamenti che decimarono le città inglesi, con la morte di centinaia di piloti. La resistenza della RAF, che dotata di efficaci sistemi di informazione, faceva largo uso dei radar, riuscì a bloccare l'aviazione tedesca e costrinse lo stato maggiore tedesco ad abbandonare il progetto di invasione




L'INTEVENTO ITALIANO: 10 GIUGNO 1940


Allo scoppio della guerra nel 1939, l'Italia dichiarò la "non belligeranza". La firma del patto d'acciaio, non impegnava il governo di Mussolini, avendo Hitler scatenato il conflitto senza informare l'alleato, inoltre Mussolini riconosceva la totale impreparazione dell'esercito rispetto alle più grandi potenze mondiali. Ma i successi militari della Germania, soprattutto con la sconfitta della Francia, convinsero Mussolini a partecipare alla guerra; così il 10 giugno 1940 l'Italia entrò in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna. Tuttavia la debolezza militare italiana, si rivelò sin da primi mesi. Il 27 settembre 1940, Germania-Italia-Giappone firmarono un "Patto Tripartito", che assegnava alla Germania l'egemonia sull'Europa continentale, all'Italia l'egemonia sul mediterraneo al Giappone il compito di stabilire un nuovo ordine nell'Asia orientale. Il 28 ottobre 1940 Mussolini attaccò la Grecia, le truppe italiane stanziate in Albania, precedentemente occupata (aprile 1939), tentarono di sfondare il confine greco, ma i Greci, non solo resistettero, ma passarono alla controffensiva e penetrarono nel territorio albanese. La situazione fu salvata da tedeschi che, occupata la Jugoslavia, raggiunsero i reparti italiani d'Albania e penetrarono in Grecia stroncandone la resistenza. La guerra in Grecia costò all'Italia gravi perdite: 13755 morti, 50874 feriti, 20067 dispersi. Anche la guerra in Africa voluta dal fascismo, stava volgendo al peggio. In Etiopia gli inglesi occuparono le colonie italiane è riportarono sul trono di Addis Abeba il negus Hoilè-Selassi. In Libia gli inglesi avevano occupato quasi tutta la Cirenaica e solo grazie all' intervento delle truppe corazzate tedesche inviate in aiuto degli italiani, vennero successivamente ricacciati.




"OPERAZIONE BARBAROSSA": 22 GIUGNO 1941


Nonostante il patto di non aggressione del 1939, Hitler non aveva abbandonato il proposito di distruggere il comunismo russo e di sottoporre ai tedeschi la razza "inferiore" degli slavi, così il 22 giugno 1941 diede inizio all'operazione Barbarossa coinvolgendo nella guerra anche l'Italia. Il corpo di spedizione italiano era composto inizialmente da 62000 soldati, poi nel 1942 venne costruita l'ARMIR (Armata Italiana in Russia) con 230000 uomini. Nei primi mesi dell'operazione il terzo Reich conquistò i paesi del Baltico, la Finlandia e la penisola della Crimea, assediavano Leningrado arrivando quasi a Mosca. L'armata rossa, dopo un iniziale sbandamento, si riorganizzò; anche la popolazione civile costituì reparti partigiani per ostacolare l'occupazione tedesca. L'armata tedesca fu così costretta a difendersi dalla controffensiva sovietica che si protrasse violentissima fino all'inverno successivo (gennaio '43) con l'arrivo, infatti, del terribile inverno russo le divisioni tedesche si trovarono in difficoltà; male equipaggiate, intrappolate dalla neve e decimate dalle imboscate partigiane, furono costrette a ritirarsi. La ritirata tedesca in Russia fu vissuta anche dall'armata italiana; il contingente fece ritorno in patria, ma molti soldati persero la vita per il freddo e per gli stenti.




L'ENTRATA IN GUERRA DEGLI STATI UNITI "PEARL HARBOR"


Alla fine del 1941 mentre l'avanzata tedesca si arrestava davanti alle città russe, la guerra si allargò nel Pacifico. Il Giappone, continuava con successo la guerra, contro la Cina iniziata nel 1937, approfittò della sconfitta della Francia per occupare le colonie francesi in Indocina. Gli Stati Uniti, vedendo che le loro posizioni economiche e strategiche in Asia e nel Pacifico erano minacciate dall'esposizione nipponica, cercarono di contrastarla inviando consistenti militari in Cina e facendo mancare al Giappone forniture di petrolio. Il Giappone, allora il 7dicembre 1941, lanciò improvvisamente un attacco aereo alla base navale statunitense ancorata a Pearl Harbor; nelle Hawaii, 3 giorni attaccò la flotta britannica a Siam (golfo del mar meridionale cinese) per conquistare la superiorità navale nel Pacifico. Questo attacco improvviso convinse gli Stati uniti ad entrare in guerra e a dichiarare guerra al Giappone. In base alle clausole del patto tripartito Italia e Germania si schierarono con l'alleato. Fino alla primavera del 1942 il dominio militare del pacifico rimase in mano ai giapponesi di fronte alle coste dell'Australia, però, la flotta statunitense inflisse a quella nipponica, durissime perdite nella battaglia navale di Midway (nel pacifico) e nel mar dei coralli (4-6 giugno 1942) iniziò così quella svolta che avrebbe poi determinato il totale rovesciamento della situazione a favore degli Stati Uniti.




1943: L'ANNO DELLA SVOLTA


Anche il fronte nord - africano venne conquistato dalle truppe inglesi che il 3 novembre 1942 sfondarono le linee italo - tedesche nei pressi di El-alamain in Egitto e proseguirono in un'avanzata che si concluse nel gennaio 1943 con la conquista della Libia . altre truppe anglo-americane, sbarcate in Marocco e in Algeria, (novembre 1942) penetrarono in Tunisia e costrinsero alla resa gli ultimi reparti dell'Asse stanziati in Nord-Africa. (maggio 1943).




I MOTIVI DELLA VITTORIA ALLEATA


Queste furono le ragioni che permisero agli alleati di volgere a proprio favore una guerra che sembrava perduta.

COOPERAZIONE ECONOMICA: La cooperazione economica si concretizzò nella legge '"AFFITTI E PRESTITI" varata dal presidente Roosevelt al fine fornire aiuti illimitati agli stati che difendevano gli Stati Uniti.

SOLIDARIETA' POLITICA nell'agosto 1941 Roosevelt e Churcill stilarono la "CARTA ATLANTICA" per fissare i principi di una politica comune. Essa proclamava la necessità di una guerra volta a distruggere il "nuovo Ordine" Nazifascista.

STRATEGIA MILITARE COMUNE Dal 1941 cioè dal momento in cui ASA e URSS entrarono in guerra, una comune strategia militare guidò le Nazioni Unite ad affrontare e sconfiggere separatamente le potenze dell'Asse.




L'INVASIONE DELL'ITALIA E LA CADUTA DEL FASCISMO


Dopo il vittorioso sbarco angloamericano in Africa settentrionale, il 10 luglio 1943, iniziava lo sbarco alleato in Sicilia; così in poco più di un mese, gli angloamericani occuparono l'intera isola accolti trionfalmente dalla popolazione. Il fascismo precipitò nella crisi definitiva, il paese considerava ormai definitiva la sconfitta a causa dei bombardamenti che sulla città si erano intensificati dall'autunno 1942, avevano mietuto molte vittime e ridotto in macerie fabbriche, porti, interi quartieri; il numero degli sfollati aumentava; i turni di lavoro in fabbrica erano durissimi; dovunque mancava cibo e riscaldamento. Nel marzo 1943 nelle fabbriche del nord, gli operai scioperarono per protestare contro le disagiate condizioni economiche; soli a prosperare erano i "pescecani, cioè coloro che praticavano il mercato nero. Il 10 luglio fu bombardata Roma, fu tale lo sgomento che il papa Pio XII si recò nel quartiere di S. Lorenzo a portare la sua parola di conforto. Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo votò la sfiducia a Mussolini. Che era considerato dimissionario dalla carica di primo ministro. Il re Vittorio Emanuele III nominò nuovo capo del governo il maresciallo Pietro Badoglio, poi fece arrestare Mussolini che fu condotto a Campo Imperatore sul Gran Sasso (Abruzzo). Badoglio dopo aver preso contatti con gli Alleati, concordò con loro il 3 settembre 1943 "L'ARMISTIZIO DI CASSIBILE" in provincia di Siracusa. L'8 settembre 1943 annunciò pubblicamente che l'Italia aveva firmato l'armistizio, e si era arresa agli angloamericani. La reazione tedesca alla firma dell'armistizio fu immediata. 20 divisioni della Wehrmacht occuparono militarmente la penisola. Il re e Badoglio abbandonarono Roma e si rifugiarono a Brindisi sotto la protezione degli alleati. Mentre le forze angloamericane iniziarono a salire verso il nord facendo registrare i primi episodi di resistenza al nazismo, (a Napoli dal 27 al 30 settembre la popolazione insorse e dopo 4 giorni di furiosi combattimenti gli insorti misero in fuga gli occupanti tedeschi). Il 12 settembre 1943 un commando di paracadutisti, tedeschi liberò Mussolini dalla sua prigione sul Gran Sasso. Dopo un incontro con Hitler, in Germania, Mussolini tornò in Italia e rinnegò la monarchia accusata di tradimento, fondò il 23 settembre 1943 "LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA (RSI)" con sede a Salò città sulle rive del lago di Garda e per questo chiamata Repubblica di Salò. Alla fine del 1943 si trovò divisa in due parti:


          Le regioni centromeridionali, sotto il controllo degli angloamericani con la monarchia e il governo Badoglio.

          Il nord con la repubblica di Salò sotto il dominio tedesco.

Questa divisione era assegnata dalla "LINEA GUSTAV" su cui si erano attestate le difese tedesche. Passava per l'abbazia di Cassino che venne completamente distrutta nei combattimenti della primavera del 1944. Nel gennaio 1944, gli alleati sbarcarono ad Anzio, ma riuscirono a raggiungere Roma solo il 4 giugno 1944 costringendo i tedeschi a ripiegare verso il nord. Le armate di Fuhrer si attestarono allora nella "LINEA GOTICA" che univa il Tirreno e l'Adriatico all' altezza delle città di Rimini e Forte Dei Marmi.




IL CNL E LA RESISTENZA


Mentre gli angloamericani risalivano lentamente la penisola, ricacciando sempre più a nord gli occupanti tedeschi, nell'Italia settentrionale si combatteva una sanguinosa guerra civile, tra i partigiani e le brigate nere della repubblica di Salò: come movimento politico e militare organizzato, la resistenza italiana nacque il 9 settembre 1943 per volontà dei partiti antifascisti. Il coordinamento della resistenza nell'Italia settentrionale, era diretto dal generale Raffaele Cadorna, da Luigi Longo del PCI e da Ferruccio Parri del partito d'azione. Lo scopo prioritario della resistenza era la liberazione del Paese dal Nazifascismo attraverso il Comitato di liberazione nazionale (CNL) formato dai rappresentanti dei partiti antifascisti. Ai primi gruppi costituiti da soldati dell'esercito regio si affiancarono altri movimenti spontanei nati dalla rivolta contro le barbarie naziste e la rovina provocata da Mussolini. La lotta partigiana fondata su sabotaggi, attentati nelle città, attacchi alle vie di comunicazione, non fu indebolita dalle deportazioni, dalle torture e dai massacri civili compiuti dai tedeschi:

          I fratelli Cervi, membri della resistenza furono fucilati il 28 dicembre 1943;

          Il 24 marzo 1944 il colonnello Kappler ordinò la fucilazione di 335 persone come ritorsione, perché in un attentato erano stati uccisi in via Rasella a Roma 33 tedeschi. L'esecuzione avvenne alle fosse Ardeatine alla periferia di Roma;

          Il 12 agosto 1944 a S. Anna di Stazzema in Versilia, i nazisti trucidarono 560 civili;

          Il 28-29 ottobre 1944 a Marzabotto, nei pressi di Bologna i nazisti massacrarono 1830 persone.



LA LIBERAZIONE


Infranta la "LINEA GOTICA", le forze alleate dilagarono nella pianura padana, mentre le città insorgevano contro le forze tedesche. Il 25 aprile 1945, il CLN proclamò l'insurrezione generale dell'Italia settentrionale liberando le grandi città dai nazifascismi (Milano Genova). Mussolini catturato sul lago di Como mentre cercava di rifugiarsi in Svizzera, fu fucilato insieme all'amante Claretta Petacci per ordine del comitato di liberazione dell'Alta Italia. Il suo corpo fu esposto a Piazzale Loreto, a Milano dove i fascisti il 4 agosto 1944 avevano fucilato 15 patrioti.




LA "SOLUZIONE FINALE" DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO



La campagna antisemita del nazismo e dei suoi alleati, cominciata molto prima dello scoppio della guerra, raggiunse il culmine negli ultimi anni del conflitto mondiale. Dal 1943 Hitler diede inizio alla "soluzione finale" che prevedeva lo sterminio di tutti gli ebrei in Europa. Nelle grandi città controllate dal III Reich vennero costituiti dei ghetti dove venivano ammassati i cittadini ebrei in attesa della deportazione nei campi di sterminio. Intanto i beni degli ebrei furono incamerati dall'esercito tedesco. I deportati furono spogliati di tutti i loro averi personali: orologi, gioielli e persino dei denti d'oro. L'Europa centro orientale fu costellata di lager: AUSCHWWITZ BIRKENAU, TREBLINCA, MAUTHAUSEN, DACHAU, sono tra i luoghi più famosi dove si consumò uno dei maggiori genocidi della storia, in cui 6.000.000 di ebrei furono eliminati nelle camere a gas e poi bruciati nei forni crematori. I 6 milioni di deportati giunsero dai paesi occupati, su carri bestiame in condizioni disumane. Non tutti i deportati venivano portati direttamente nelle camere a gas; alcuni morirono per pesantissimi lavori ai quali erano costretti dalle imprese gestite dalle SS; altri morirono in seguito agli esperimenti medici. Il regime di terrore fu esteso anche all'occidente europeo, dove ogni tentativo di ribellione, fu punito sanguinosamente. In Italia furono allestiti due campi di concentramento: uno nella Risiera di S. Sabba nei pressi di Trieste; l'altro a Ferramonti di Tarsi tra Cosenza e la Piana di Sibari. Qui per 3 anni fino all'arrivo degli alleati il 14 settembre 1943 erano state internate 2000 persone, in gran parte ebrei; ma nessun internato fu deportato nei campi di sterminio tedeschi come invece accadde ai 3000 internati alla Risiera di S. Sabba.



LO SBARCO IN NORMANDIA (6 GIUGNO 1944) E IL CONTROLLO DEL TERZO REICH


Mentre in Italia la lotta partigiana impegnava le forze tedesche, Roosevelt, Stalin e Churcil si incontrarono a Theeran per decidere l'ultimo atto di guerra in Europa. Si stabilì di aprire un fronte nella Francia settentrionale sorprendendo i nazisti con lo SBARCO IN NORMANDIA. Il 6 giugno 1944 passato alla storia come il D-day (il giorno più lungo) ebbe inizio l'operazione "OVERLORD". La superiorità sui tedeschi era schiacciante, ma il successo fu raggiunto solo dopo aspri combattimenti e perdite da entrambi le parti. Parigi insorse il 18 agosto ed accolse le truppe guidate da De Gaulle. Intanto i partigiani del maresciallo Tito liberavano la Jugoslavia e l'Unione Sovietica, raggiunta Varsavia iniziava l'invasione della Germania, occupando il 2 maggio Berlino. Sul fronte occidentale gli angloamericani dilagarono in Germania passando per il Reno. Hitler il 30 aprile si suicidava nel suo bunker. Il 7 maggio 1945 la Germania firmò la resa. La guerra in Europa era finita.






L'ARMA ATOMICA E LA RESA DEL GIAPPONE


Finita la guerra in Europa, si continuava a combattere nell'Oceano Pacifico; il Giappone, infatti, nonostante le sconfitte continuava a resistere per evitare la resa senza condizioni impostagli dagli alleati. Vi furono dei contatti tra le diplomazie per porre fine alle azioni militari, ma non si era giunti ad alcuna conclusione. Intanto a Los Alamos, nel nuovo Messico, un gruppo di scienziati tra cui un fisico italiano Enrico Fermi, aveva messo appunto il più micidiale strumento di distruzione mai concepito: LA BOMBA ATOMICA O NUCLEARE. Il nuovo presidente degli stati uniti Harry Truman, subentrato nel 1945 dopo la morte di Roosevelt, inviò al Giappone un ultimatum nel quale minacciava la distruzione totale dell'isola se non si fosse arresa. L'ultimatum fu respinto e gli Stati Uniti ottenuto il consenso di Stalin decisero di sganciare due bombe nucleari su due città giapponesi. Il 6 agosto 1945 fu bombardata la città di Hiroshima, 70000 persone furono uccise all'istante, mentre altre 40000 subirono i postumi dell'esplosione ammalandosi di leucemia o altre forme tumorali. Il 9 agosto una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki, provocando 40000 morti e 60000 feriti, a quel punto il Giappone chiese la resa ufficialmente stipulata il 2 settembre 1945 a bordo di una corazzata Americana all'ancorta nella baia di Tokyo.




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