La rivoluzione sovietica

La rivoluzione sovietica

Nel 1914 la Russia era un paese debole ed arretrata, con al potere lo Zar e una ristretta cerchia di nobili e ricchi borghesi, con un parlamento, la Duma, convocato di rado e senza autorità. Non esistevano collegamenti ferroviari, stradali, erano vietati i partiti, i sindacati i quali si riunivano clandestinamente.

Con l'ingresso in guerra, la agitazioni dilagarono fino a quando, nel febbraio 1917, un gruppo di soldati mandati a sopprimere delle reazioni, si alleò con i rivoluzionari formando le prime organizzazioni, i Soviet, assemblee di operai e soldati, che costrinsero lo Zar a lasciare il trono.

Si formò allora un governo provvisorio, da una parte i nobili e borghesi favorevoli a piccole riforme e dall'altro i Soviet che controllavano le fabbriche, e aveva intenzione di varare leggi assolutamente rivoluzionarie come il controllo della produzione delle fabbriche e la cessazione delle terre ai contadini.

Nell'aprile 1917 Lenin rientrava in Russia e a capo del partito Bolscevico, incitò il proletariato ad abbattere il governo provvisorio. Il governo Kerenskij, indebolito dal collasso economico e incapace di arrestare lo sfaldamento dell'esercito russo, non fu più in grado di farsi obbedire.

Le guardie rosse occuparono il Palazzo d'Inverno, sede del governo. Kerenskij fuggì all'estero e furono indette le elezioni a suffragio universale che dette però la maggioranza al partito socialrivoluzionario, più moderato del bolscevico di Lenin il quale però, non riconobbe le votazioni, sciolse il parlamento e assunse tutto il potere. Emanò una serie di leggi che scardinavano il vecchio assetto sociale: dall'abolizione della proprietà privata delle terre, al controllo operaio delle fabbriche e alla nazionalizzazione delle banche.

La Russia firmò la pace con la Germania il 15.12.1917 ma fu costretta a cedere l'Ucraina, ricca di grano, alla Germania.

Il nuovo stato assunse il nome di Unione delle repubbliche socialiste sovietiche URSS.

Il nuovo governo bolscevico però si trovò di onte l'opposizione dei nobili, dei ricchi contadini e dei borghesi sviluppando una guerra civile che durò dal 918 al 920 decimando ancora di più le condizioni già disastrate della nazione. Inoltre, il governo sovietico, per resistere, aveva imposto una ferrea dittatura che prevedeva il controllo su tutte le attività e su tutti gli uomini.

Dopo il 920, lentamente la nazione si riprese, i contadini potevano tenere per se una parte del raccolto e dopo la morte di Lenin, nel gennaio 1924, si accese una aspra lotta di successione fra Trockij e Stalin ( generale dell'Armata Rossa e segretario del partito ) ; prevalse Stalin  ma Trockij fu perseguitato e assassinato per ordine dello stesso Stalin.

Stalin, da quel momento, instaurò una politica di espansionismo che portò la URSS in poco più di venti anni ad essere la seconda potenza industriale del mondo, seconda solo agli Stati Uniti. Ma il metodo usato da Stalin è a dir poco dittatoriale in quanto per risolvere e raggiungere i suoi obbiettivi erano necessarie alcune cose:

sfruttare il sottosuolo ricco di materie prime con operai raccolti con la forza dalle campagne;

mantenere gli stipendi bassi per avere maggiori risorse da reinvestire;

mantenere il cibo a prezzi bassi grazie al sequestro dalle campagne;

questo portò ad un regime dittatoriale, tutto fu controllato con la forza, ed anche il pensiero in generale riceve un impronta gerarchica, di subordinazione, di costrizione imposta dall'alto.