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La Rivoluzione francese (1789-99)
Le cause della Rivoluzione francese sono:
il debito pubblico dovuto alle guerre e alle spese della corte a Versailles;
l'ostinato rifiuto del sovrano a concedere riforme alla borghesia che le chiedeva dal 1730;
il tentativo dei nobili e del clero di recupe- rare potere politico a scapito della monarchia e di aumentare le loro entrate economiche a spe- se dei contadini;
i cattivi raccolti del 17 6 88 che colpisco- no soprattutto le fasce più deboli della popola- zione.
I diversi tentativi di appianare il debito pub- blico incontrano l'ostilità di nobili e clero, che non pagano le tasse e che non vogliono inizia- re a pagarle. E vanno incontro all'insuccesso: i vari ministri sono costretti a dimettersi.
Oltre a ciò dal 1730 gli intellettuali chiedono a nome della borghesia riforme economiche e politiche senza alcun risultati: il re difende ad oltranza e con totale miopia la monarchia as- soluta. Le riforme, chieste anche dal basso cle- ro e dalla piccola nobilt , sono ragionevoli e moderate: abolizione delle dogane interne, mi- glioramento delle comunicazioni (strade, pon- ti), amministrazione pubblica più funzionale.
Lo scontro tra sovrano, clero e nobiltà (i primi due Stati, da sempre alleati), e terzo Stato (tut- ti coloro che non appartengono ai primi due Stati) avviene in ambito procedurale: per af- frontare la grave situazione finanziaria, il re è costretto a convocare gli Stati generali, che rappresentavano tutti e tre gli ordini (clero, nobili, terzo Stato) e che non erano convocati dal 1614. Clero e nobili pensano di usarli sia contro il re sia contro il terzo Stato, poiché la votazione è per ordine: ogni ordine ha un vo- to. La borghesia pensa di fare sentire la sua voce e chiede subito una votazione per testa, che le permetterebbe di avere il controllo dell'assemblea. Il comportamento ambiguo del re spinge il terzo Stato a dichiararsi As- semblea nazionale costituente e poi, quando il sovrano cerca di fare intervenire l'esercito, a sollevare la piazza presa della Pastiglia, lu- glio 1789). Da questo momento in poi il terzo Stato prende il controllo della situazione.
Le tappe più importanti della rivoluzione sono le seguenti:
1789: nascono e fanno politica nuovi gruppi politici (giacobini, montagnardi, palude, gi- rondini). Sono proclamati i Diritti dell'uomo e del cittadino, cioè gli Immortali principi del- l'89. I valori della rivoluzione sono libertà, fraternità e uguaglianza. Il debito pubblico è appianato emettendo gli assegnati, il cui va- lore è coperto dai beni confiscati alla Chiesa. La vendita a basso prezzo di tali beni lega ai destini della rivoluzione i loro acquirenti. Gli assegnati perdono rapidamente il loro valore. Su pressione dei contadini sono aboliti tutti i privilegi feudali sulle campagne.
1791: è emanata la Costituzione; il re tenta la fuga, ma è scoperto e riportato a Parigi.
1792: la situazione politica è in stallo, nessuna forza riesce a prevalere sulle altre. Così è di- chiarata la guerra alle altre monarchie europe- e, che si stanno organizzando contro la Fran- cia. Il re è favorevole, perché pensa che i rivo- luzionari siano sconfitti; i rivoluzionari sono a favore della guerra perché pensano che la rivoluzione potrà vincere soltanto se è esporta- ta in tutta l'Europa. Gli ufficiali, che sono nobili, abbandonano l'esercito e si rifugiano in Prussia. Dopo le prime infelici operazioni militari è proclamata la leva in massa e la patria in pericolo. Gli ufficiali popolari, che si formano sui campi di battaglia, sbaragliano le coalizioni avversarie (Prussia, Russia, Impero asburgico, Inghilterra) e le armate rivolu- zionarie invadono gli Stati confinanti.
1793 94: Maximiliene Robespi rre, difensore degli interessi delle classi popolari, scatena il terrore rosso. Molti nobili e molti rivoluzio- nari sono ghigliottinati. Il numero però non è elevato: una qualsiasi scaramuccia in battaglia fa un numero di morti maggiore.
1794: con un colpo di mano Robespi rre è cat- turato, processato e condannato a morte, ese- guita immediatamente. Si scatena il terrore bianco. Il potere politico passa nelle mani del Direttorio. Continua la guerra, che porta ric- chezze e territori alla Francia. Nella guerra le classi popolari vedono la possibilità di una ra- pida promozione sociale, da ottenere sul cam- po di battaglia .
1796 97: campagna d Italia: Napoleone Bona- parte sconfigge l Impero asburgico e firma la pace senza consultare il Direttorio. Cede al- l Impero la Repubblica di Venezia, che si la- scia consegnare senza combattere.
1797: a Berlino nasce ufficialmente il Roman- ticismo, che dalla Francia rivoluzionaria pren- de l'ideale di patria, che usa, seguìto dai go- verni ostili alla Francia, in funzione antifran- cese. Esso rivaluta il passato (in particolare il Medio Evo), la tradizione, la cultura popolare, la passione che rende ogni individuo unico (contro la ragione illuministica che uguaglia tutti gli individui), la fede ecc., in funzione an- tilluministica, antirazionalistica e antifrancese.
1798 99: campagna d'Egitto. Napoleone vince nella battaglia delle piramidi, ma la flotta fran- cese è distrutta ad Abukir (1798) e poi a Tra- falgar (180 ). Il gruppo di scienziati che lo ac- compagna fa importanti scoperte archeologi- che.
1799: su mandato del Direttorio Napoleone fa un colpo di Stato e diventa primo console.
Con il colpo di Stato di Napoleone termina la Rivoluzione francese 1789-1799) e inizia l'Età napoleonica (1799 1815).
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