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La Prima fase delle ostilià (1939-40)
Mentre sul fronte occidentale gli eserciti francesi e tedesco si fronteggiavano dietro le opposte linee di fortificazione Maginot e Sigfrido la Germania scatenava il 1° settembre 1939 sul fronte polacco una violenta offensiva condotta da truppe motorizzate e corazzate sostenute dall'arma aerea secondo la nuova tecnica della <<guerra lampo>>.
A rendere insostenibile la difesa polacca, già di per sé impari alla potenza offensiva dell'avversario, contribuì anche l'attacco delle armate sovietiche, le quali il giorno 17 - secondo quanto stabilito con il patto segreto tedesco-sovietico - varcavano a loro volta il confine orientale e giungevano rapidamente alla Vistola. Così a meno di un mese dall'inizio delle ostilità lo Stato polacco cessava di esistere.
Si costituivano così nuovi limiti territoriali fra la Germania e l'Unione Sovietica che poco tempo dopo invadeva anche le piccole repubbliche baltiche dell'Estonia Lettonia e della Lituania nate alla fine del precedente conflitto mondiale e attaccava la Finlandia, costringendo quest'ultima dopo una strenua lotta a cedere un'ampia parte del territorio. A sua volta, nella primavera del 1940, Hitler, allo scopo di assicurarsi l'approvvigionamento del ferro svedese e più ampie basi di attacco contro l'Inghilterra, con una fulminea aggressione s'impadroniva Danimarca e Norvegia.
A questo punto il dittatore tedesco, potendo ormai concentrare tutta la sua potenza bellica sul fronte occidentale, dava inizio il 10 maggio 1940 irresistibile offensiva con la quale, dopo aver violato la neutralità del Belgio, dell'Olanda e del Lussemburgo, riusciva ad aprirsi la via verso Parigi relativa facilità la linea Maginot realizzata dalla Francia a difesa dei propri confini e tagliando in due lo schieramento anglo-francese.
Una parte di esso restò addirittura isolato nel settore senttentrionale e si trovò costretto a ritirarsi verso Dunkerque sulla Manica e da lì, sotto l'imperversare delle artiglierie e degli aerei da combattimento germanici (Stukas), riuscì fortunosamente e con gravissime perdite a riparare in Inghilterra (maggio-giugno 1940).
Nel frattempo l'Italia era rimasta fuori dal conflitto, avendo il Consiglio dei ministri proclamando il 1° settembre 1939 la <<non belligeranza>>.
Le ragioni di un simile atteggiamento erano fondamentalmente tre:
* l'impreparazione dell'esercito, logorato dalle campagne di Etiopia e di Spagna; * *l'insufficienza delle risorse industriali e la conseguente dipendenza dall'estero; *l'esistenza di un accordo segreto fra Italia e Germania, che prevedeva un rinvio della guerra per ambedue i contraenti di almeno tre anni
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