LA GERMANIA DI HITLER
La crisi americana
colpì in modo particolare la
Germania che era uscita sconfitta dalla guerra e, dopo l'abdicazione
dell'imperatore Guglielmo II (1918), si era data una costituzione repubblicana.
La repubblica fu detta di Waimer (1919), dalla città dove si è riunita l'assemblea
costituente. Le dure condizioni imposte dal trattato di Versailles provocarono
una gravissima crisi economica con l'aumento della disoccupazione, la crescita dell'inflazione
e la svalutazione della moneta.
Solo nel 1924 la
situazione economica incominciò lentamente a migliorare. La Germania uscì dall'isolamento
internazionale e riallacciò rapporti con la Francia e Gran Bretagna e nel 1926 entrò a far
parte della società delle Nazioni. La ripresa economica fu però bloccata dagli
effetti della crisi del '29. La pesante situazione economica-sociale della
Germania nel dopoguerra aveva favorito la nascita di formazioni di estrema
destra. Nel 1920 Adolf Hitler, fondò il partito nazionalsocialista tedesco dei
lavoratori dal quale nacque un'organizzazione para-militare SA (squadre
d'assalto). Nel 1923 alla guida di Hitler i nazisti tentarono un colpo di stato
che però fallì e lo portò i prigione dove iniziò ad esporre, le sue tesi raccolte nel volume Kamph (La mia battaglia
1925) dove vengono chiariti i principali ideologici del nazismo: il
riconoscimento della superiorità della razza ariana, le esigenze della Germania
di riconquistare "lo spazio vitale" in Europa. Che esso non si limitava alla
Germania ma si estendeva ad est e comprendeva vasti territori appartenendo alla
Polonia, alla Cecoslovacchia alla Russia sovietica. Inizialmente
il partito nazionalsocialista aveva ottenuto pochi consensi, ma le elezioni del
1930 fecero registrare un'avanzata dei comunisti e un sorprendente successo del
nazismo che diventò il secondo partito del Reichstag dopo quello
socialdemocratico. Hitler propose ai tedeschi una propaganda di grandezza e di potenza. Era riuscito ad attirare la
simpatia dei grandi industriali e dei proprietari terrieri. Di fronte a questa ascesa
i partiti democratici mostrarono la stessa debolezza e incapacità di quelli
italiani, prima della presa di potere di Mussolini. Tra il 1932-33 tornarono
alle urne 3 volte così nel gennaio 1933 il presidente Hindenburg affidò ad
Hitler lì incarico di formare il nuovo governo. Fu l'atto finale della
repubblica di Weimar. Hitler fu nominato cancelliere cioè capo del governo, e
instaurò un regime dittatoriale, deciso ad abbattere gli (Junker), cioè gli
appoggi degli ambienti nobiliari, degli strati più poveri della popolazione e
ogni forma di democrazia. L'occasione fu data da un attentato incendiario che
distrusse il palazzo del parlamento a Berlino avvenuto il 27 febbraio 1933. Un comunista
bulgaro Geogy Dimitrov, accusato dell'incendio, ma riuscì a ritrattare le
accuse, accusando i nazisti di essere i
veri responsabili. Hitler fra il 1933-34 si fece accordare tutti i poteri dal
parlamento ed iniziò così la "nazificazione" della Germania, cioè alla sua
trasformazione in uno stato totalitario. Era l'atto di nascita del III Reich.
Sciolse tutti i sindacati, costituì un corpo di polizia politica, la GESTAPO che affiancò le SS
la struttura paramilitare alla quale fu assegnato il controllo dei lager dove
furono internati tutti gli avversari del regime. Dopo averli indotti al
silenzio tutte le opposizioni, Hitler si occupò dell'eliminazione degli
avversari interni al partito. La notte del 30 giugno 1934 i militanti delle SS
uccisero per volere di Hitler 200 esponenti di una corrente interna del partito
nazista. Nel 1935 quando tutti gli oppositori erano stati uccisi o costretti all'esilio
il terzo Reich emanò "le leggi di Norimberga" dette così dal nome della città
nella quale furono promulgate. In base a tali leggi gli ebrei erano dichiarati
"razza inferiore" e privati di tutti i diritti politici e civili. Il 24 ottobre
1936 nacque l'asse Roma-Berlino; il patto d'intesa tra Germania e Italia. Nel
1938 l'antisemitismo entrò nella sua fase più violenta che avrebbe poi condotto
all'Olocausto lo sterminio di milioni di individui appartenenti alla religione
ebraica. Ad esso si aggiunge l'eliminazione sistematica di tutti i diversi:
zingari, malati di mente portatori di handicap..
Tra i loro carnefici più feroci
della storia ricorda Goebbels, Goering e Himmeler. La notte del 9 novembre
1938, ricordata come "la notte dei cristalli" vennero distrutti tutti i negozi,
sinagoghe, case e luoghi d'incontro degli ebrei, con l'eliminazione di coloro
che venivano considerati i nemici della patria, cioè gli ebrei, i comunisti,
gli immigrati.
LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA - IL FRANCHISMO
Pur essendo rimasta neutrale nella I
Guerra Mondiale, anche la Spagna
visse, negli anni '20, forti contrasti interni, alimentati dalle precarie
condizioni economiche e dalla rivolta della colonia del Marocco. Nel 1923
Miguel I de Rivera cercò di ripristinare l'ordine instaurando una dittatura
personale, ma gli effetti della "Grande crisi" del 1929 accrebbero i conflitti
sociali e Rivera fu costretto a dimettersi (28 gennaio 1930). Nelle elezioni
del 1931 la Monarchia
fu abbattuta e fu instaurata la
Repubblica con i socialisti. I primi provvedimenti della
repubblica furono:
L'introduzione
del suffragio universale;
La
separazione tra Stato e Chiesa;
La
riforma agraria che frazionava il latifondo e distribuiva le terre tra piccoli
proprietari terrieri.
Lo stato dimostrò atteggiamenti
anticlericali, istituì il matrimonio civile e il divorzio e incamerò i beni
ecclesiastici. Questi provvedimenti scatenarono la reazione delle
organizzazioni della destra estremista, fra cui la Falange fondata nel 1933
da Josè Antonio I de Rivera. Nel 1933 le elezioni assegnarono la vittoria ad
una coalizione di centro-destra che abrogò le leggi anticlericali ed annullò
l'autonomia dei Catalani. Quando nel 1936 le elezioni furono vinte da
socialisti, comunisti, anarchici e repubblicani, coalizzati nel Fronte
popolare, le forze conservatrici, risposero con un colpo di stato militare (17
luglio 1936), ottenendo la maggioranza assoluta dei voti. Le truppe del
movimento nazionalista, stanziate in Marocco alla guida del Caudillo (Duce)
Francisco Franco (1892-1975) oltrepassarono lo stretto di Gibilterra e avanzarono
verso Madrid travolgendo in una prima fase la resistenza repubblicana. Il
conflitto non rimase limitato ai confini della Spagna: migliaia di volontari
antifascisti affluirono da tutta Europa per difendere la repubblica. Sul fronte
opposto Francisco Franco e la
Falange, ricevettero rinforzi dalla Germania e dall'Italia. Dopo
tre anni di guerra, nel 1939, Madrid e le altre città spagnole, caddero nelle
mani di Franco che si proclamò "Caudillo" (Duce), inaugurando un regime che
durò fino alla sua morte, avvenuta nel 1975 la guerra di Spagna non segnò solo
la fine di un regime democratico e una nuova vittoria del franchismo, ma sancì
il completo fallimento della società delle Nazioni che non era riuscita a
garantire la pace definitiva, sognata da Wilson.