Il 1300 fu caratterizzato da una profonda crisi sociale,
economica e demografica che colpì tutta l'Europa. Questa crisi ebbe inizio con
il mutamento climatico europeo: l'aumento delle piogge e l'abbassamento della
temperatura portò a una serie di crisi alimentari. Nei momenti critici di
carestia, la popolazione cercava di sfamarsi come poteva, ma la loro dieta
scadente portò all'indebolimento dell'organismo e facilitò la diffusione di
epidemie che accompagnavano le carestie; la più grave di queste fu l'epidemia
di peste del 1347.
La peste era già presente in Europa dal 1315, ma con la
costituzione dell'impero mongolo e gli scambi commerciali, il contagio si
espanse rapidamente prima a Costantinopoli e poi in tutto il territorio europeo,
causando un numero elevatissimo di decessi. La peste portò alla morte di circa 1/3 della popolazione globale, dopo
la grande pandemia del 1347-1350, la peste rimase una tragica presenza fino al
XVIII secolo. Questa crisi portò al fenomeno dei villaggi scomparsi, cioè
l'abbandono da parte dei contadini dei loro insediamenti poiché, a causa della
poca popolazione, diminuiva la richiesta dei cereali; nonostante questo però,
le esigenze fiscali dei sovrani non diminuirono, anzi aumentarono per
compensare il calo dei guadagni. Per questo motivo alla fine del 1300 si
verificarono delle rivolte contadine che vennero duramente represse dai
signori. Tra queste ricordiamo la rivolta avvenuta il Francia nel 1358( la
jacquerie) e la rivolta dei contadini inglesi nel 1381, dove la protesta dei
lavoratori dei campi fu appoggiata da numerosi predicatori tra cu ricordiamo
John Ball.
La diminuzione dei consumi portò all'utilizzo di politiche
protezionistiche e questo portò a una crisi commerciale poiché ogni città voleva
difendere la propria produzione. Inoltre ci fu anche un fallimento di numerose
compagnie finanziarie, poiché effettuarono numerosi prestiti ai sovrani, i
quali non restituirono i soldi ai banchieri.
In questo stesso periodo, iniziarono, in Italia a decadere
i comuni. La causa di questa decadenza sono le innumerevoli lotte tra le varie
famiglie nobili. Per placare e porre fine a queste lotte, venne eletto il
podestà: egli, veniva scelto al di fuori della città e sostituiva i consoli
nell'esercizio del governo. Nonostante
tutto, il podestà non fu in grado di pacare le lotte tra le famiglie più
potenti, così accanto al governo si formò il comune del popolo: un'associazione
professionale che raggruppava tutti coloro che esercitavano un particolare
mestiere. Essi presero il potere e sottoposero i nobili a una legislazione
eccezionale, la quale li discriminava e li trattava come cittadini inferiori.
Da questo scontro tra mercanti(o popolo grasso) e artigiani (popolo minuto) fu
possibile uscire solamente grazie all'aiuto di un signore. Egli inizialmente
aveva il compito di mediatore tra le parti, ma successivamente riuscirono a
consolidare la propria autorità.
Concludendo, la crisi del 1300 portò all'affermazione delle
signorie come forma di governo cittadino, e all'unificazione tra borghesia e
nobiltà.