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LA COSTITUZIONE DELLE MONARCHIE FEUDALI SEC. XI-XII
L'USO POLITICO DEI RAPPORTI FEUDALI DA PARTE DELLE MONARCHIE
Il fondamento del potere passa dal re capace di proteggere e condurre guerre a quello di grande possidente di terre e capace di amministrarlo. Le monarchie per distinguersi dai signori decisero di rivendicare titoli e funzioni superiori, ma di privilegiare però un regime vassallatico beneficiario dal quale appariva chiaramente la loro superiorità. Quindi per mezzo della chiesa diedero natura sacra al loro potere. In altri regni il re era una sorta di guaritore: quello che ne scaturiva era la figura di un principe superiore agli altri. Dalla fine dell'XI sec. alcuni principi decisero di rendere più saldo e pratico il legame con i propri vassalli. La pratica era della cessione da parte del vassallo al principe del bene che veniva però immediatamente riconcesso in feudo. Altri re cominciarono a mettere mano al diritto scritto facendo in modo che la loro supremazia risultasse dalle carte e mettendo il loro peso su questioni tra vassalli, oltre che imporre un tribunale regio per delitti particolarmente gravi.
LA MONARCHIA NORMANNA IN INGHILTERRA
1066 Guglielmo di Normandia conquista l'Inghilterra e fino ad allora la struttura degli anglo sassoni era: Town insediamenti, Hundreds corti giudiz. Che erano raggruppate in Shires circoscriz regionali, comandate dall' Ealdorman o Earl in cui lo Sherif riscuoteva le imposte regie. I Normanni smantellarono le Earl e vi impiantarono i manors, una fitta maglia di castelli in feudi. I manors erano lontani tra loro per evitare l'assemblamento e la conseguente signoria territoriale. Erano registrati in un libro di tasse del re. Continuarono a esistere gli sherifs che d'accordo con i baroni, cominciavano a costituire un pericolo per il re, ma il potere gli fu ridotto da Enrico II (1154-1189). Egli distrusse alcune fortezze e migliorò l'amministrazione facendosi più vicini i nobili baroni che invece di prestare servizio militare ora amministravano per delega regia la giustizia. Riuscì anche a sottomettere la chiesa rafforzando così il potere politico regio. Aveva creato una duplice gerarchia feudale e amministrativa molto efficiente e che gli dava importanti rendite rispettivamente per vendite di feudi e prezzo degli appalti legati all'amministrazione dello stato e a quella della corte. Il sistema scricchiola con il successore Cuor di Leone. Infatti in seguito Chiesa, Nobili, e Città mercantili accamparono i loro diritti con la Magna Charta.
I CAPETINGI IN FRANCIA
I primi 5 sovrani che regnarono la Francia lo fecero per i territori tra la Loira e la Senna. Luigi VI (Capetingio) cerca di assoggettare i signori di banno. Con piccole azioni militari riesce nel suo intento passando per un difensore dei deboli, della chiesa e del diritto. Anche altri principati intanto progrediscono cominciando così a creare una struttura che una volta unita sarebbe stata stabile. Anche i Plantageneti crescevano e quando Goffredo investe Enrico suo figlio, senza consenso di Luigi VII si profila la guerra. Enrico recede (si fa vassallo) ma la moglie (troia) di Luigi sposa Enrico portandogli in dote Acquitania. Il vassallo aveva più terre del re! Comunque l'autorità regia cresce attraverso la razionalizzazione delle relazioni feudali tra la corona e i grandi vassalli. Il re divenne il punto di riferimento per la soluzione delle controversie tra grandi signori. Con Filippo Augusto il sistema progredisce, sposandosi acquisisce l'Artois e riesce a strappare a Riccardo CDL e Giovanni Senza Terra, la maggior parte dei territori al di qua della manica. Su tutte le terre da lui possedute ora avviò due tipi di controlli : i Balivi controllavano i beni posseduti dalla corona in signoria, mentre i Prevosti itineranti riscuotevano imposte omaggi e amministravano la giustizia. I vassalli dei vassalli non erano del re, ma gli eserciti dei primi vassalli rendevano giuramento al re.
LA MONARCHIA NORMANNA IN ITALIA MERIDIONALE.
I cavalieri normanni arrivarono nel mezzogiorno verso l' XI sec chiamati da longobardi e bizantini in lotta tra loro: venne costituita in loro favore la contea di Aversa e il ducato di Melfi. Papa Leone IX marcia su di loro ma viene sconfitto, i suoi successori invece scesero a patti con loro, come Niccolò II che in cambio del giuramento di fedeltà, gli cede il principato di Capua, e i ducati di Puglia, Calabria e Sicilia (se riuscivano a toglierla ai musulmani). Vi erano due accordi: uno di tipo feudale, l'altro di tipo teologico sacrale. La conquista della sicilia fu dapprima contrastata dalle popolazioni locali contro la violenza dei Normanni, ma fu aiutata dal lotte interne tra musulmani, e dalla ridefinizione delle circoscrizioni ecclesiastiche, e dalla carica di un signore normanno (Ruggero fratello di Rob. Guiscardo) divenuto legato apostolico (1098). Insediatosi il figlio di Ruggero, egli riesce a conquistare unificare i domini continentali con la benedizione dell'antipapa Anacleto II in scisma con Onorio. Era molto importante per la legittimazione l'investitura religiosa che conferiva poteri più elevati, ma i margini di manovra in città e con i feudatari locali erano ancora pochi, ma mediante la divisione della curia feudale in competenze specializzate, e censimento dei feudatari con la formazione del catalogo dei baroni il sistema fu controllato. Ma il sistema era fragile ma resse ancora per tre regni e con la figlia superstite di Ruggero secondo il regno di Sicilia passo alla Svezia.
I REGNI IBERICI E LA "RECONQUISTA".
I musulmani entrano in crisi e dal nord riparte la reconquista. Il regno delle Asturie e del Leon e alcuni principati Franchi della Spagna, animati da una nuova religiosità e invogliati dalla debolezza del califfo Al Mansur e anche dalla riforma cluniacense, fanno da preambolo alle crociate. Nel frattempo il regno di Castiglia cresce e il suo monarca riuscendo a conquistare Toledo e assumendo il titolo di imperatore delle due regioni. Quindi unificando tutta la Spagna riesce a riorganizzare i rapporti feudali con il solito omaggio al re, e razionalizzando i poteri delle altre cariche politiche (baroni) con il loro posizionamento all'interno di grandi assemblee dette Parlamenti da cui si era evoluta la curia feudale del re.
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