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La Chiesa e l'antisemitismo
Gli studiosi contemporanei che si sono occupati dell'atteggiamento della Chiesa cattolica di fronte alla discriminazione e alla persecuzione degli ebrei negli anni Trenta e Quaranta non sono giunti a conclusioni definitive e universalmente accettate. Recentemente il Vaticano - in seguito alle polemiche suscitate dalla proposta di beatificare Pio XII - ha messo a disposizione di una Commissione di storici (tre ebrei e tre cattolici) gli undici volumi di documenti diplomatici della Santa Sede relativi al periodo della Seconda guerra mondiale e pubblicati tra il 1965 e il 1981, affinchè gli studiosi vi trovino la risposta 'all'ondata di accuse e critiche che nei primi anni Sessanta investì la persona e l'operato di Papa Pacelli'.165)
L'atteggiamento di Pio XII non può, comunque, essere considerato esaustivo della posizione dei cattolici verso l'antisemitismo e l'olocausto. Come vedremo, infatti, in particolare dal 1938 in poi, il mondo ecclesiastico assunse posizioni articolate, diverse e persino divergenti in merito alla questione razziale, alle discriminazioni e, infine, alle persecuzioni.166)
Le critiche suscitate dall'atteggiamento della Chiesa cattolica verso l'antisemitismo e i suoi tragici risvolti nell'Europa degli anni Trenta e Quaranta hanno, in alcuni casi, lasciato intendere che la scelta del 'silenzio' o della 'prudente attesa' del Vaticano sia stata dettata - almeno in parte - dalla tradizionale ostilità dei cristiani verso i giudei.167) Ci sembra, allora, rilevante individuare e mettere a fuoco le affinità e le divergenze tra l'antigiudaismo cattolico e l'antisemitismo, per capire se e in che misura si possa parlare al proposito di un 'silenzio' volutamente 'complice'.
L'antigiudaismo cristiano e l'antisemitismo nazista hanno avuto origini diverse: l'antigiudaismo fu uno degli elementi sempre presenti nella storia del Cristianesimo e si fondava sull'accusa di 'deicidio' che i cristiani rivolgevano ai giudei; l'antisemitismo nazista, invece, si sviluppò, come è noto, nella Germania dei primi anni Venti, ma movimenti e partiti di ispirazione nazionalista e razzista fecero la loro comparsa, in Germania come in altri stati d'Europa, a partire dagli anni Settanta dell'Ottocento. L'antisemitismo 'politico' che nell'Ottocento aveva trovato sfogo nei violenti pogrom contro gli ebrei russi e polacchi, divenne a fine secolo espressione del rifiuto di un'emancipazione ebraica che andava prospettandosi come un traguardo sempre più vicino. Alla base dell'argomentazione di coloro che desideravano negare agli ebrei il diritto all'emancipazione stava l'accusa secondo cui gli ebrei erano stati i promotori della Rivoluzione francese e dei moti rivoluzionari del 1848. Ad emancipazione avvenuta, l'antisemitismo espresse l'invidia per il successo sociale che molti ebrei avevano ottenuto.
Questa diversa origine dell'antigiudaismo e dell'antisemitismo non impedì, tuttavia, che, la Chiesa - o almeno, una parte di essa - condividesse le posizioni antiemancipatorie dell'antisemitismo politico e sociale, e che quest'ultimo facesse propri gli stereotipi antigiudaici del Cristianesimo.168) Proprio questo attingere alla tradizione antigiudaica cristiana da parte dei movimenti e partiti antisemiti portò la stampa cattolica e la Chiesa stessa a mantenere un atteggiamento ambiguo verso l'antisemitismo nazista: condannare apertamente l'antisemitismo nazista, infatti, avrebbe inevitabilmente significato rinnegare la propria tradizione antigiudaica.169)
Nel corso del 1938 Papa Pio XI espresse le proprie critiche al nazismo e al fascismo, ma ad essere condannati furono in primo luogo il nazionalismo eccessivo, il razzismo ed i suoi risvolti anticristiani in Germania e in Austria; e se è vero che lo stesso Papa biasimò - almeno indirettamente - l'antisemitismo e le discriminazioni, in particolare dopo l'introduzione del divieto di matrimoni misti da parte del governo fascista, è altrettanto vero che, come avrebbe fatto in modo più evidente anche il suo successore, egli si preoccupò sempre di evitare la rottura definitiva dei rapporti con i governi italiano e tedesco.
Da un lato, dunque, i cattolici desideravano distinguere l'antiebraismo cristiano da quello politico, che era per lo più di stampo razzistico, e lo facevano condannando la lotta 'contro gli ebrei in quanto tali', vale a dire disapprovando la discriminazione su basi razziali e ammettendo la conversione al cattolicesimo come via per la redenzione; dall'altro lato, però, era necessario per la Chiesa mantenere aperto il dialogo con i regimi totalitari e allo stesso tempo non mettere in discussione la propria tradizione antigiudaica, e per questo l'opposizione ai provvedimenti razziali - quando vi fu - si limitò per lo più 'ad una discreta e formale protesta diplomatica'.170)
1 1938: la posizione di Pio XI vista dalla stampa britannica.
Tra il 1937 e il 1938, quando si intensificarono le persecuzioni contro i cattolici e gli ebrei in Germania e in Austria e quando si fece sempre più chiara l'intenzione del governo fascista di adottare una politica razziale, Papa Pio XI rivolse parole di biasimo al neopaganesimo e al razzismo, in particolare nell'enciclica Mit brennender Sorge del marzo 1937 in seguito alla quale si sfiorò la rottura delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e Berlino; l'enciclica, tuttavia, non conteneva alcun riferimento esplicito all'antisemitismo. Ciononostante - come vedremo nel capitolo successivo - durante il 1938 gli ebrei britannici espressero sulle pagine del Jewish Chronicle la loro gratitudine al Papa per i suoi attacchi al nazismo a partire soprattutto dall'annessione dell'Austria al Reich, e ritennero, come gran parte della stampa inglese, di poter individuare in quelle prese di posizione il rifiuto dell'antisemitismo da parte del mondo cattolico.171) Pio XI, in effetti, pur ponendo come obiettivo principale della sua condanna ai metodi nazisti la difesa delle istituzioni religiose e dei cattolici, giunse anche ad attaccare esplicitamente l'antisemitismo172) che egli considerava 'un elemento profondamente inquinante la coscienza dei fedeli, // lesivo degli elementari diritti umani'.173) Questa posizione, come rivela Miccoli, risultava chiaramente dal progetto di un'enciclica elaborata nel corso del 1938 che, però, non vide mai la luce sia perché alcuni membri della gerarchia ecclesiastica non ne condividevano i contenuti, sia per l'aggravarsi delle condizioni di salute del Papa che non gli consentirono di far valere il proprio punto di vista.174) Al di là di questo progetto rimasto incompiuto, il Papa si pronunciò in più occasioni in merito alla 'questione razziale'. Allo stesso tempo, - come nota De Felice - alcuni ambienti cattolici ritennero che 'il razzismo italiano // si sarebbe potuto armonizzare con la posizione della Chiesa'175): era questa l'opinione espressa, ad esempio, dalla rivista dei gesuiti, La Civiltà Cattolica,176) i cui autorevoli pareri venneno ripubblicati anche da Farinacci per dimostrare come il fascismo avesse per alleato anche il Vaticano - o almeno alcuni suoi membri - nella campagna razziale.177) Rari furono i casi in cui la stampa cattolica affrontò esplicitamente il problema: la maggior parte dei giornali diocesani si limitò a pubblicare senza commenti i provvedimenti che riguardavano gli ebrei. Solo L'Azione - un giornale diocesano che si distinse per 'una certa intelligenza nell'affrontare le questioni teologiche'178) - dedicò molto spazio alla questione ebraica.
La stampa britannica, comunque, mostrò la tendenza ad identificare la posizione del mondo cattolico con quella del Papa e non rilevò le diverse correnti di pensiero presenti nella Chiesa romana in merito alla politica razziale.
Nel luglio del 1938, pochi giorni dopo la pubblicazione del Manifesto degli scienziati, i quotidiani britannici riportarono alcuni interventi di Pio XI nei quali egli condannava senza mezzi termini le forme estreme di nazionalismo e il razzismo; quelle parole assunsero, nell'opinione dei pubblicisti britannici, un'importanza particolare proprio perché pronunciate in seguito all'annuncio dell'adozione di una politica razziale da parte del governo fascista:
Extreme forms of nationalism were denounced in exceptionally strong terms by the Pope yesterday in an address to a party of French nuns //. It can hardly escape notice that this Pontifical pronouncement follows immediately after the semi-official adoption by the Fascist Party of a limited conception of nationalism very similar to that professed in Germany.179)
Exaggerated nationalism and racialism were once more attacked by the Pope as 'unchristian' and 'inhuman', in an address to teachers from all parts of Italy at Castel Gandolfo, yesterday. The attack is particularly significant because racialism has just been adopted as a policy of the Fascist Party.180)
Il Daily Telegraph & Morning Post avvertì che l'opposizione del Vaticano alla politica razziale verso cui il governo fascista stava orientandosi avrebbe potuto portare allo scontro tra i due poteri:
The Vatican is opposing the new racial policy. The parochial magazines distributed this month in all Roman parishes refer to the evils of racialism and declare that it is the sowing of hatred and warfare.
It appears that the Pope's opposition to racialism may cause a fresh dispute with Signor Mussolini.181)
Alla fine di luglio si verificò un duro scambio di opinioni a distanza tra il Papa e Mussolini: un diverbio avvertito più all'estero che non in Italia, perché la stampa italiana evitò di riportare le dichiarazioni di Pio XI, che comparvero solo sull'Osservatore Romano, da cui i corrispondenti stranieri le trassero.
Il Manchester Guardian e il Daily Herald riassunsero i punti principali del discorso tenuto dal Papa ad un gruppo di studenti del Collegio Missionario Propaganda Fidei in visita a Castel Gandolfo, il 29 luglio, e notarono la frequenza e l'incisività degli interventi del Pontefice in merito alla questione razziale:
The Pope // attacked again Italy's recent racial campaign. // He asked why Italy should go and copy Germany in such unhappy initiative.182)
He who strikes the Pope dies. This dramatic words of an ancient proverb were used by Pius XI yesterday, when he launched another fierce attack on Italian Fascism's new anti-Jewish policy.183)
This is the third time // that the Pope has referred to the subject (racialism), and to-day his address contains the strongest condemnation of the new racial theories that he has yet made.184)
La replica di Mussolini fu immediata e perentoria:
Signor Mussolini challenged the Pope to an open conflict between Fascism and the Roman Catholic Church this morning by announcing that he would continue the Italian racial campaign.185)
// Signor Mussolini said: 'You must know and everyone must know that in the question of race we shall go straight ahaed. To say that Fascism has imitated anyone or something is simply absurd'. // Fascist Italy does not intend to deviate a hair's breadth from the policy she has set herself to follow.186)
Il duce, dunque, oltre a ribadire la propria determinazione a proseguire sulla strada del razzismo, respinse categoricamente l'accusa lanciata dal Papa secondo cui la politica razziale del fascismo altro non era se non un'imitazione del nazismo187): questo rifiuto di ogni omologazione al razzismo nazista era anche un modo per dare garanzie alla Chiesa, che temeva i risvolti anticristiani della politica razziale.188)
Il 22 e il 25 agosto il Daily Herald pubblicò due brevi articoli nei quali si leggeva di un patto che avrebbe riportato la pace tra il Papa e il duce:
Peace have been made between the Pope and the Duce, following their quarrel over the Italian Fascism adoption of anti-Semitism. And the prize (says Exchange) is a big concession by the Pope // 'the Catholic Action does not deal with any kind of political activities'. Italian Fascist Party has reopened membership to directors of the Catholic Action Movement //. This concession completes the recent accord announced between the Party and the Catholic Action, ending a feud which was becoming incresingly bitter .189)
Secondo il Daily Herald, dunque, si trattava di un accordo nel quale la Chiesa - in realtà, come notò il Times, non tutta la Chiesa, ma solo l'Azione Cattolica190) - si impegnava a non interferire in questioni strettamente politiche e, in cambio, il Partito fascista manteneva le porte aperte ai dirigenti dell'Azione Cattolica che gli estremisti, primo tra tutti Farinacci, avevano minacciato di espellere in seguito ai contrasti tra il Papa e Mussolini.191) Più che di un vero e proprio patto, però, sarebbe più opportuno parlare di un compromesso i cui termini - pur dimostrando la volontà dell'una e dell'altra parte di mantenere rapporti cordiali192) - non si rivelarono certo sufficienti a ridurre al silenzio Pio XI. Il Papa, infatti, continuò ad occuparsi della politica razziale del fascismo ritenendo - come riferì qualche mese più tardi il Daily Herald - che la questione razziale non fosse 'strettamente politica':
// Referring to Fascist accusation that priests interfere in political matters, the Pope concluded: 'Our policy has this motto: For the common good. It is a lie, a most horrible and wilful lie, to say that the Holy See and the Pope deal with other matters than the glory of God and the common good'.193)
Gli articoli di Farinacci su Il Regime Fascista - come osservò Il Times - facevano il contrappunto agli interventi del Papa. Farinacci, però, rappresentava la posizione degli estremisti e non quella ufficiale del governo fascista né tanto meno quella di Mussolini che non voleva certo inimicarsi la Santa Sede. Farinacci, uno dei più convinti sostenitori dell'antisemitismo in Italia, non mancò di far notare l'incoerenza dell'atteggiamento della Chiesa verso gli ebrei e ribadì l'accusa di intromissione della Santa Sede in questioni che non le competevano:
He affirmed // that the attitude of the Catholic Church towards the Jews was throughout the ages always hostile, and put the question: 'Why is it now sympathetic?' // He concluded by warning the Church not to meddle in political questions which are the concern exclusively of Fascism.194)
Il 7 e l'8 ottobre, come si è già accennato,195) all'indomani dell'approvazione da parte del Gran Consiglio del Fascismo di una serie di misure per la difesa della 'razza', i giornali britannici riservarono particolare attenzione al provvedimento che riguardava i matrimoni misti per il quale ci si attendeva un nuovo risoluto intervento del Papa. Le disposizioni del Gran Consiglio relative al matrimonio proibivano - lo ricordiamo - l'unione dei cittadini italiani di 'razza ariana' con persone appartenenti ad altra razza, imponevano di considerare nulli i matrimoni celebrati in contrasto con tale divieto e vietavano ai sacerdoti la celebrazione di matrimoni misti. Pio XI, in quell'occasione, accusò il governo fascista di violare il Concordato, i cui termini prevedevano, tra l'altro, che il matrimonio celebrato con rito religioso avesse validità civile.
Nel novembre successivo, mentre il governo si preparava a tradurre le deliberazioni di ottobre in leggi dello Stato, Pio XI inviò due lettere, rispettivamente al duce e al Re, nel tentativo di 'induce the Italian Goverment to refrain from enacting a law against marriages between Italian Aryans and non-Aryans //'. 196)
Queste prese di posizione del Papa, però, sebbene avvertite dalla stampa britannica come una frattura che avrebbe potuto compromettere le relazioni tra Stato e Chiesa, rimasero, in realtà, entro i confini di una polemica formale e non costituirono un vero e proprio ostacolo alla politica razziale del fascismo. La scarsa incisività della protesta del Papa risulta piuttosto chiaramente da un documento conservato nell'Archivio Centrale dello Stato, di cui De Felice ha pubblicato un estratto: si tratta di una comunicazione dell'allora ambasciatore presso la Santa Sede, Pignatti, a Ciano, pochi giorni dopo la seduta del Gran Consiglio del 6-7 ottobre 1938:
// le recenti deliberazioni del Gran Consiglio in tema di difesa della razza non hanno trovato in complesso in Vaticano sfavorevoli accoglienze //. Da Monsignor Martini, Sostituto per gli Affari Ordinari della Segreteria di Stato, ho avuto conferma di tali impressioni e più in particolare che le maggiori per non dire le uniche preoccupazioni della Santa Sede si riferiscono al caso di matrimoni con ebrei convertiti.197)
Tra la fine del 1938 e l'inizio del 1939 gli interventi di Pio XI in materia di politica razziale si fecero via via meno frequenti sia, come si è detto, perché la sua opposizione a tale politica non era condivisa da tutti in Vaticano sia per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute.
Vi furono, tuttavia, altri rappresentanti di spicco del mondo ecclesiastico che provocarono l'irritazione dei più infervorati antisemiti. Fu questo il caso del Cardinal Schuster, arcivescovo di Milano, e del Cardinal Nasalli Rocca, arcivescovo di Bologna, che - secondo quanto riferì il Times - rispettivamente nel novembre e nel dicembre del 1938, rivolsero parole di biasimo alla politica razziale. Il Cardinal Schuster durante un'omelia aveva parlato di 'eresia della razza' e aveva ricordato che 'il mito della razza' era estraneo alla tradizione romana ed incompatibile con la religione cristiana.198) Il Cardinal Nasalli Rocca aveva condannato le 'ideologie esotiche, ispirate dalle esasperazioni nazionaliste, che hanno come conseguenza la persecuzione degli ebrei'.199)
Ancora una volta Farinacci espresse sulle pagine del suo giornale lo sdegno dei fautori della politica razziale verso quelle che egli considerava le continue intromissioni del clero e, come era ormai sua abitudine, intimò alla Chiesa di abbandonare l'offensiva contro la politica razziale del fascismo:
The growing Fascist irritation against the Church for its attitude towards the racial policy finds violent expression in an article published by Signor Farinacci in his paper Il Regime Fascista. // Signor Farinacci warns the Church // not to overdo it because there will be a legitimate reaction.200)
2 Il nuovo Papa.
Alla morte di Pio XI il Times riportò le parole di cordoglio che il Jewish Board di Ginevra rivolse a nome di milioni di ebrei di tutto il mondo al Segretario di Stato Vaticano, Cardinal Pacelli:
// the Jewish Board will never forget the courageous and generous attitude adopted by the Pope for the defense of Jewish liberty and human dignity and the protection accorded by him to numberless victims of racial persecution.201)
Quando il Conclave si riunì per il primo di una serie di incontri che avrebbero portato all'elezione del nuovo Papa, l'Evening Standard dedicò un lungo articolo alle relazioni della Chiesa con i regimi totalitari e fece riferimento all'atteggiamento adottato da Pio XI:
// The Church is threatened by the new race doctrines, by the new philosophy of the dictators, by the claims of the Totalitarian State. Pious XI lived to hear the rumblings of the storm, to raise a first warning voice against the new iconoclasts. // scarsely is the ink dry on the Pact of Reconciliation between Church and State in Italy before it is threatened by Mussolini's recent emulation of the racial doctrines of Hitler and the growing anti-clericalism of the Fascist Party.202)
In quello stesso articolo venivano riportate alcune affermazioni pubblicate dopo la morte di Poi XI sul giornale di proprietà della famiglia Ciano, Il Telegrafo di Livorno: vi si sosteneva che il nuovo Papa non avrebbe dovuto essere uno straniero, non avrebbe dovuto essere il Cardinal Pacelli, 'il coraggioso Segretario di Stato e uno dei leader dell'opposizione al razzismo', e non avrebbe dovuto essere nemmeno uno dei ventitré cardinali italiani della Curia residenti in Vaticano e generalmente ostili al fascismo.
Anche i nazisti - come riferisce tra gli altri il Daily Herald - non vedevano affatto di buon occhio il Segretario di Stato Vaticano e l'avevano in più occasioni definito 'an implacable opponent of National Socialism and the representative of a morbid generation and a moribund bourgeoisie'.203)
Lo stesso giornale nel dare l'annuncio dell'elezione di Papa Pacelli commentò registrando le reazioni di Roma e Berlino:
From the moment of the death of Pious XI it had been made plain that of all the papabili // the then Cardinal Segretary of State was the most inaccettable to Fuhrer and Duce alike.
Inspired articles in Italian Press placed him first in the list of 'unacceptables'.
There is little doubt that both in Rome and Berlin it had been taken for granted that these expressions of displeasure would suffice to prevent his election.204)
Il Times rivolse particolare attenzione ai commenti della stampa tedesca prima e dopo l'elezione del nuovo Pontefice:
The first reaction in Berlin to the news of the election of Cardinal Pacelli to the Papacy is one of surprise and some concern. Three weeks ago the Pope was described generally in the German Press as the man whose influence since 1930, when he was appointed Secretary of State to Pious XI, did much to turn the late Pontiff against the authoritarian States. // Cardinal Pacelli was cited in the German Press as the very type of 'politician' whom the Third Reich would be sorry to be elected to the Pontificate.205)
L'elezione di Pio XII, dunque, non incontrò il favore del Fuhrer e del duce i quali temevano che il nuovo Papa, come già il suo predecessore, si sarebbe schierato contro le loro scelte, soprattutto in materia di politica razziale, e avrebbe così alimentato la diffidenza dei cattolici nei confronti dei regimi totalitari.
In realtà Pio XII si rivelerà più propenso ad adottare atteggiamenti concilianti e a mantenere il riserbo riguardo alla 'questione razziale': questo spiega la drastica riduzione sulla stampa britannica di articoli riferiti alle prese di posizione del Vaticano.
La maggior parte degli studiosi che fino ad oggi si sono occupati dei rapporti tra la Chiesa cattolica, il nazismo e il fascismo, e in particolare dell'atteggiamento di Pio XII nei confronti delle persecuzioni razziali e dell'olocausto, concordano nel rilevare
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