Intervista a Carlo V

Intervista a Carlo V

Valladolid. 5 settembre 1555.

E' stata una grande emozione quella provata oggi, trovandomi davanti Carlo V e avere l'opportunità di rivolgergli alcune domande sul suo regno. Incontrandolo ci ha dato l'impressione di essere un uomo dall'animo provato da tante vicende accadute nella sua vita, un uomo in cui predomina una certa inquietudine sul passare del tempo; ci hanno raccontato anche un aneddoto su questa cosa: si dice che in una delle stanze del suo palazzo abbia una collezione di circa 1500 orologi, ma non abbiamo avuto l'occasione di vederli personalmente.

Comincia qui la mia intervista a questo grande personaggio dei nostri tempi:

giornalista:salve, è un'emozione indescrivibile poterla conoscere. Grazie per avermi concesso questa occasione per poterle parlare.

Carlo V: è per me un onore che qualcuno provi così tanto piacere nell'incontrarmi. Vi autorizzo a chiedermi qualsiasi cosa vogliate senza porvi problemi di pudore.

Giornalista: la ringrazio. Allora, gira voce in questi giorni di un suo probabile desiderio di abdicazione. Vorrei innanzitutto sapere se queste dicerie sono solo tali o se abbiano un eventuale fondamento. E se la risposta è positiva potrebbe spiegarmi le ragioni che l'hanno spinta ad una simile decisione?

Carlo V: beh.devo confessare che questa "diceria" ha effettivamente dei fondamenti. Ho preso questa decisione circa un mese fa, ma mi riservo ancora qualche giorno per confermare questa mia decisione. Per quanto riguarda le motivazioni, beh. sono diverse. Credo di aver vissuto tante esperienze nella mia vita, sia positive che negative, ed entrambe hanno contribuito a plasmare quell' immagine di imperatore che avete voi oggi di me. Ma il tempo passa per tutti, anche per Carlo V, e credo che ognuno debba rendersi consapevole di ciò e di agire nel modo più opportuno. Durante la mia vita mi sono dedicato e affannato nella ricerca della pace, nella possibilità di mantenerla e di cercare di unificare le varie culture su cui regno sotto un'unica nazione, cercando un'universalità e uno stato di stabilità. Ho tentato in tutti i modi di raggiungere i miei obiettivi, ma paradossalmente ad essi ho vissuto continue guerre.

Giornalista: parlando, appunto, della guerra: come può giustificarla o giustificarne le cause?

Carlo V: la guerra fine a se stessa non è mai giustificabile, ma io ho regnato sotto il volere di Dio ed ho cercato sempre di preservare la vera religione e il Suo vero volere. Se Lui ha scelto me, è mio dovere servirLo. Ho cercato di contrastare in tutti i modi la diffusione di quei nuovi culti che, traendo origine dal Cristianesimo, hanno cercato di svalutarne ed esecrarne i dogmi e i valori, sfiorando l'eresia. Per quanto riguarda il resto dei conflitti da me affrontati, credo sia naturale che si scatenino in un impero tanto vasto come il mio.

Giornalista: lei ha detto prima di aver cercato sempre i unificare le varie culture sotto un'unica nazione. Parlando delle sue origini, considerando la sua provenienza fiamminga e tenendo conto dello scarso entusiasmo iniziale che la accolse al suo arrivo in Spagna, lei a quale cultura si sente più appartenente?

Carlo V:forse, leggendo più a fondo dentro di me, posso vedere nel desiderio di universalizzazione un disagio riguardante proprio i punti da lei esposti. Forse non mi sentivo veramente a casa mia in nessun posto specifico sottoposto ai miei domini. Anche se, considerando le mie origini, mi sento molto legato al mondo delle Fiandre.

Giornalista:durante il suo regno è stato sempre vivo l'interesse a mantenere stretti rapporti con i suoi famigliari, pronti ad allearsi con lei nei conflitti. A volte è stato visto come un interesse utilitaristico, come sicurezza economica che potesse garantire la continuità delle sue campagne militari. Cosa può a proposito?

Carlo V:essere imperatore è molto difficile e a volte si devono sfruttare anche le più piccole sottigliezze pur di assicurare la stabilità del regno ed essere sempre pronti ad eventuali momenti di difficoltà. Non escludo che questo aspetto mi abbia portato a mantenere contatti stretti con i miei alleati, ma non definirei questi rapporti come basati solo su motivi economici, ma mossi anche da sentimenti sinceri.

Giornalista: passiamo all'ultima domanda. Quale consiglio si sente di dare ai suoi successori riguardo al modo di governare un impero così vasto?

Carlo V: per prima cosa consiglierei loro di non farsi travolgere troppo dall'entusiasmo e dalla brama di potere. Consiglio loro di assicurare sempre uno stato di pace e tranquillità, di difendere sempre i veri valori dati dalla fede cristiana e di garantire la continuità dei buoni rapporti di fiducia tra i famigliari e altri nostri alleati. Tutto ciò è sempre complicato da raggiungere e si devono tener da conto gli errori, più o meno gravi, che prima o poi verranno fatti. Con gli errori si diventa più forti e si impara a gestire meglio le eventuali e inevitabili difficoltà.

Giornalista: la ringraziamo infinitamente per la sua disponibilità e sincerità.

Carlo V: ringrazio voi di aver accolto i miei sfoghi e le insicurezze di un uomo ormai in là con gli anni.