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Individuo, massa e società




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Individuo, massa e società

La prima comparsa delle masse avvenne nel 1789 anno in cui il popolo Francese si ribellò al potere regio,mai prima di allora, infatti, il popolo era intervenuto su questioni politico-economiche.

Solo nel 1870 però, anno della Seconda Rivoluzione Industriale, si comincia a parlare di SOCIETà DI MASSA. La Seconda Rivoluzione Industriale diede una notevole spinta all'economia europea, migliorando così la vita e dando avvio al processo di urbanizzazione: migliaia di contadini decisero, infatti, di abbandonare il lavoro nei campi, sperando in una vita migliore grazie al lavoro nelle fabbriche.                                                     Questo provocò la voglia, da parte del popolo, di irrompere nella vita politica che era stata, fino ad allora, riservata alle classi più abbienti. Oltre a voler partecipare alla vita politica, il popolo chiedeva anche di essere rappresentato in Parlamento.

L'improvviso interesse delle masse per la vita politica preoccupò molto i conservatori e i moderati perché, come affermato da Gustav Le Bon in PSICOLOGIA DELLE FOLLE la massa aveva acquistato un crescente peso economico e politico. Secondo lo stesso la massa appariva come imprevedibile e non controllabile; essa destava preoccupazione perché sembrava essere in grado di organizzarsi in associazioni e partiti con lo scopo di mandare dei rappresentanti in Parlamento o di limitare le ore lavorative. Il popolo cominciava a prendere coscienza di se. I moderati e i conservatori allora, per arginare il problema, cercarono di controllare la partecipazione del popolo attraverso feste o cerimonie.

In Italia Giolitti, durante il suo governo, intraprese una politica di mediazione tentando di non ostacolare le masse e le riunioni sindacali, attraverso le quali il popolo lottava per accrescere i salari.

Altra manifestazione del volere del popolo fu la Rivoluzione Russa del 1917: fu il popolo infatti a costringere lo Zar Nicola II ad abdicare.

Solo tra gli anni Venti e Trenta le masse assunsero un ruolo preponderante nella storia del Fascismo e del Nazismo.

Mussolini infatti, per consolidare l'adesione al Fascismo dal parte del popolo, costituì l'OPERA NAZIONALE DEL DOPOLAVORO e l'OPERA NAZIONALE BALILLA, permettendo anche ai meno agiati l'accesso a lussi che altrimenti sarebbero stati irraggiungibili. Renzo De Felice in INTERVISTA SUL FASCISMO osserva che "il discorso di Mussolini era il momento culminante [.] il momento dell'immedesimazione delle masse con il Capo [.] occorreva che le masse si sentissero integrate nel Regime". Grazie alle attività ricreative ed al controllo dei mass-media (giornali, radio ma soprattutto al cinema grazie all'Istituto Luce) il popolo appoggiò ciecamente il Regime Fascista a causa del bisogno di sentirsi parte attiva ed integrante di un progetto politico imponente quale fu il Fascismo. In questo modo le masse credevano, illusoriamente, di essere a stretto contatto con lo Stato e quindi con il Duce stesso. Secondo De Felice è questo l'elemento innovatore del Fascismo perché "i regimi conservatori e autoritari classici hanno sempre teso a demobilitare le masse e ad escluderle dalla partecipazione attiva alla vita politica [.] il Fascismo ha sempre teso a creare nelle masse la sensazione di essere sempre mobilitate, di avere un rapporto diretto col Capo". Walter Benjamin, riguardo al Fascismo, afferma che esso "tende a un'estetizzazione della vita politica [.] tutti gli sforzi in vista dell'estetizzazione della politica convergono verso un punto. Questo punto è la guerra". Così i Futuristi si impegnarono in un processo di estetizzazione della guerra affermando che "la guerra è bella perché grazie alle maschere antigas, ai terrificanti megafoni, ai lanciafiamme ed ai piccoli carri armati - fonda il dominio dell'uomo sulla macchina soggiogata [.] la guerra è bella, perché arricchisce un prato in fiore delle fiammanti orchidee delle mitragliatrici [.] la guerra è bella perché crea nuove architetture"

In Germania, invece, il consenso al Nazismo avvenne principalmente grazie alla propaganda organizzata da Joseph Goebbels, che aveva compreso quale fosse l'enorme potere detenuto dai mezzi di comunicazione di massa. Secondo Goebbels, infatti, "il propagandista deve capire le vibrazioni segrete dell'animo popolare[.] non si rivolge solamente al popolo, ma anche alle singole parti". Le tecniche propagandistiche furono sviluppate anche nel corso delle cerimonie pubbliche di massa, anche se il Nazionalsocialismo non avrebbe avuto il consenso del popolo se i temi della propaganda non fossero stati sentiti come propri dalle folle. Le adunate naziste ebbero un grande potere nei confronti delle masse grazie alla loro teatralità. I riti politici, i gesti e i discorsi pubblici facevano sentire il singolo individuo parte integrante di una comunità.

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