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Il secolo dei lumi
Il Settecento <<secolo dello sviluppo e del progresso>>
Il Settecento si pone come l'epoca del progresso e dello sviluppo. La popolazione dell'occidente europeo è segnata da un succedersi di riflessi e di improvvise impennate; a partire dal XVIII secolo il numero degli uomini non cessò di aumentare. In Inghilterra l'agricoltura continua a essere l'attività dominante, tutto dipende da essa. Nonostante ciò la sollecitazione dei mercati cittadini incoraggia una serie convergente di piccole innovazioni sia tecniche sia culturali che faranno compiere alla produzione un decisivo balzo in avanti. Si manifesta, così, nelle campagne, <<una rivoluzione contagiosa, espansiva>>.
I nuovi modi di produzione trasformarono il quadro economico dei principali paesi europei e gli enormi profitti che i ceti mercantili seppero trarre contribuirono ad aprire l'era della rivoluzione agraria e di quella industriale, che si realizzerà nella seconda metà del secolo XVIII in Inghilterra, per passare poi in molti paesi europei e negli Stati Uniti d'America. Le aspirazioni dei nuovi gruppi sociali in ascesa trovarono espressione nel movimento dell'Illuminismo: una cultura fortemente critica nei confronti della scienza tradizionale, ispirata dalla nuova realtà economica e politica. Gli intellettuali del Settecento si proponevano di <<portare la luce>> alle menti umane. Gli illuministi francesi sottoposero a critica tutto lo scibile realizzando un'opera grandiosa in 28 volumi (Enciclopedia o Dizionario ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri) pubblicata dal 1751 al 1772.
Religione, politica, economia nel pensiero del Settecento
Per quanto riguarda la filosofia, la scienza, la religione, l'Illuminismo è consistito in un complesso di teorie che tendevano a dare una spiegazione del mondo che si stava rinnovando; per ciò che concerne, invece, le dottrine politiche, la cultura dei Lumi è parsa agli storici a noi contemporanei <<una fiaccola>> che ha guidato l'umanità in cammino, che ha sostenuto con i suoi principi, ed anche con i suoi miti, le prime lotte che hanno segnato il passaggio dal feudalesimo al capitalismo. Si è già osservato che mentre il mercantilismo ebbe la sua piena affermazione al tempo dell'assolutismo monarchico, la fisiocrazia si sviluppò, invece, soprattutto nell'età dei principi riformatori. Fisiocrazia significa <<dominio della natura>> e i <<filosofi economisti>>, detti poi fisiocratici, sostenevano doversi lasciare libere nel loro svolgimento le forze produttrici: perciò condannavano qualsiasi ostacolo imposto alla libera proprietà ed all'iniziativa dei privati, in particolare rifiutavano la regolamentazione del commercio. Anche quella dei fisiocratici è dunque una dottrina che s'inquadra nella lotta contro le sopravvivenze feudali considerate ormai anche dagli economisti come l'ostacolo principale allo sviluppo moderno della nazione. Gli orizzonti della fisiocrazia furono sostanzialmente ampliati da Adam Smith (1723-1790), che con il suo Saggio sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni (1776) svincolò i concetti economici di <<valore>>> e di <<ricchezza>> dall'ambito agricolo e li collocò nell'intero contesto commerciale e industriale, affermando che la ricchezza è il risultato del lavoro umano. In tal modo A. Smith, fondatore della scuola dell'economia classica, si faceva interprete dei nuovi indirizzi assunti dalla produzione nella sua Inghilterra ormai avviata verso la rivoluzione industriale.
Caratteri generali dell'Illuminismo
Premesse sociali e culturali dell'Illuminismo
- Illuminismo e borghesia
L'illuminismo sorge nell'ambito di determinate circostanze storiche, innestandosi su alcune linee di sviluppo della società e della cultura moderna. L'Illuminismo manifesta un legame con la civiltà borghese e protocapitalistica europea, e quindi con quella classe sociale che dal Cinquecento in avanti è apparsa economicamente in espansione e politicamente in ascesa. Questa rappresenta la classe oggettivamente <<portatrice del progresso>>, ossia la forza sociale che nel suo dinamismo crescente appare desiderosa di sottomettere a sé la natura e la società, rompendo con il passato e le sue consuetudini, incarnate, ai suoi occhi, dalle sopravvissute istituzioni feudali e dalla Chiesa. Da ciò la lotta contro i pregiudizi, le tradizioni, e la ricerca di una razionalizzazione del vivere tramite lo sviluppo economico, scientifico e politico, ai fini del raggiungimento di una cultura antitetica a quella precedente. Questo manifesto legame tra Illuminismo e borghesia è confermato del resto dall'estrazione di classe dei suoi rappresentanti, per lo più borghesi, e dall'ideale umano delineato dal secolo dei lumi. Il fatto che la rivoluzione culturale dell'Illuminismo rispecchi la rivoluzione sociale della borghesia pone tuttavia la questione critica se l'Illuminismo debba essere considerato soltanto come un capitolo <<intellettuale>> della storia della borghesia in ascesa o se esso, pur essendo funzionale alle battaglie della borghesia, non rappresenti anche un fenomeno strutturale della civiltà e della mentalità moderna poiché interessa l'umanità intera.
-Illuminismo e Rinascimento
Per quanto riguarda la storia della cultura, l'Illuminismo si configura in primo luogo come continuazione ideale del Rinascimento. La celebrazione dell'individuo, la difesa della sua dignità, il rifiuto di sottomettere la ragione al principio di autorità, il prevalente interesse per i valori mondani, il desiderio di fare dell'uomo il padrone della terra, l'avversione per il Medioevo, ossia tutti i grandi temi della cultura rinascimentale, ritornano, in forme talora analoghe, nel pensiero settecentesco. Anzi, per certi aspetti l'Illuminismo si configura come una ripresa del programma rinascimentale, ossia, secondo quanto è stato detto da taluni studiosi, come un <<secondo rinascimento>>. Non bisogna però dimenticare che tra il Rinascimento e l'Illuminismo vi è un lungo tratto di storia europea, vi è l'ulteriore consolidamento della borghesia, vi sono la Rivoluzione scientifica, il razionalismo e l'empirismo. Tutti eventi che entrano in qualche modo a costituire la sintesi illuministica e ne fondano, nel contempo, l'originalità. Notiamo innanzitutto come il programma generale del Rinascimento subisca, per opera degli Illuministi, una decisa radicalizzazione; di conseguenza, il suo umanismo è più accentuato di quello rinascimentale, in quanto Dio, pur non essendo, per lo più, dichiarato inesistente (ateismo), viene tuttavia relegato in una sfera che ha poco o nulla a che vedere con il nostro mondo (deismo). In tal modo, nell'Illuminismo, l'uomo diviene il fabbro totale della propria sorte e l'artefice esclusivo del proprio mondo. Sganciata da ogni fondamento trascendente, la ragione trova in se stessa i principi del conoscere e dell'agire, atteggiandosi a basilare criterio direttivo della vita nella molteplicità delle sue espressioni. Così l'Illuminismo conduce al suo esito estremo il processo di autonomizzazione delle varie attività umane già iniziato dal Rinascimento, accelerando il realizzarsi del moderno fenomeno della laicizzazione della cultura. Per cui, nel momento stesso in cui dichiara di rifarsi al Rinascimento, l'Illuminismo va certamente oltre, pur avendo la chiara consapevolezza, storicamente fondata, di camminare sulla via aperta da esso.
-Illuminismo e Rivoluzione scientifica
Erede del Rinascimento, l'Illuminismo lo è altrettanto della Rivoluzione scientifica. Anzi, l'Illuminismo può essere considerato come il prodotto filosofico per eccellenza di tale evento. Una lunga tradizione storiografica tende a vedere la <<filosofia>> della Rivoluzione scientifica in Bacone e Cartesio, in realtà ciò è vero solo in parte. I razionalisti non sono stati capaci di intuirne l'inequivocabile portata antimetafisica, gli empiristi non ne hanno esplicitato tutta l'importanza sociale. Solo il movimento complessivo dell'Illuminismo- che ha visto nel metodo scientifico il modello del sapere, e lo ha contrapposto alle metafisiche tradizionali, cogliendone e propagandone la connessione con il progresso civile- rappresenta la vera e propria filosofia della Rivoluzione scientifica e la coscienza più adeguata di essa. Solo con l'Illuminismo la scienza pone la sua candidatura al primo posto nella gerarchia delle attività conoscitive. Questo legame strutturale fra la scienza e l'Illuminismo è tanto più evidente se si pensa che se l'Illuminismo può essere visto come il punto di arrivo della Rivoluzione scientifica. Infatti, la battaglia galileiana contro il principio di autorità ed i dogmi intellettuali del passato, la sua polemica contro i teologi e la metafisica, la sua <<fiducia>> nella ragione e nell'esperienza, la ricerca di un sapere fondato e proficuo, rappresentato, al di là della consapevolezza dello scienziato stesso, altrettante posizioni potenzialmente <<illuministiche>>. L'Illuminismo crede infatti nella realizzazione dell'uomo tramite un sapere vero ed utile al tempo stesso. Programma razionalistico e scientifico diventano quindi, per gli illuministi, una cosa sola.
-Illuminismo, razionalismo ed empirismo
L'Illuminismo è anche l'erede delle due grandi scuole filosofiche dell'età moderna: il razionalismo e l'empirismo. Quando Cartesio stabilisce che si debba accettare per vero solo ciò che appare alla mente in modo evidente, dà avvio al razionalismo, ma nel contempo pone le basi dell'Illuminismo e della sua idea di un esercizio autonomo e spregiudicato dell'intelletto. Tuttavia, nei confronti del razionalismo, l'Illuminismo appare contrassegnato, in primo luogo, da una rigorosa autolimitazione della ragione nel campo dell'esperienza. Infatti la ragione cartesiana aveva subito, per opera di Locke, e della metodologia scientifica di Newton, un ridimensionamento, che l'aveva trasformata da deposito infallibile di idee innate in un semplice strumento di acquisizione metodica di nuove conoscenze. In virtù di questo ridimensionamento, la ragione non può fare a meno dell'esperienza. L'Illuminismo fa sua questa lezione di modestia e polemizza contro il <<dogmatismo>> e contro la <<presunzione>>della ragione cartesiana. Dall'altro lato, pur essendo fortemente influenzato dall'empirismo, il concetto illuministico di ragione si distingue da quest'ultimo sia per una maggior fiducia nei poteri intellettivi dell'uomo sia per un'accentuazione della loro portata pratica e sociale. Inoltre, in certi settori dell'Illuminismo si assiste ad una radicalizzazione , in chiave sensistica e materialistica, della gnoseologia lockiana. Una ragione operante all'interno dell'esperienza e criticamente rivolta ad approfondire ogni aspetto dell'esistenza umana ai fini del progresso sociale: ecco la ragione illuministica ed il suo inconfondibile ed irriducibile tratto di originalità. La ragione non è neppure concepita, secondo un'altra imputazione tradizionale, come l'unica dimensione dell'uomo, quasi che l'Illuminismo fosse una forma di intellettualismo cieco al sostrato irrazionale e passionale della vita. Infatti i suoi vari autori riconoscono e mettono in luce la funzione e il valore del bisogno, delle passioni, nella vita dell'uomo. In realtà, la ragione non è per l'Illuminismo una realtà a sé , ma è piuttosto l'ordine a cui tale vita intrinsecamente tende, e che non può realizzarsi se non attraverso il concorso e la disciplina di tutti gli elementi sentimentali e pratici che costituiscono l'uomo. L'Illuminismo s'è reso conto pertanto della resistenza o dell'aiuto che il compito della ragione può trovare nelle emozioni dell'uomo.
Il rifiuto della gnoseologia razionalistica e l'accettazione del modello empiristico e newtoniano del sapere s'accompagnano, negli illuministi, ad una critica serrata delle grandi costruzioni metafisiche. Espressione tipica di questa tendenza è la polemica incessante contro il <<sistema>> e lo spirito del sistema, intendendo con questo: <<quello che imbastisce piani e forma sistemi dell'universo ai quali pretende in seguito adattare i fenomeni, diritto o a forza>>. Al <<sistema>> e all'ideale deduttivo della scienza cartesiana, gli illuministi francesi contrappongono invece l'ideale analitico della scienza newtoniana, consistente nell'osservazione metodica dei casi particolari e nella formulazione di principi generali continuamente certificati da nuove esperienze. Lo <<spirito di sistema>> viene sostituito con <<l'esigenza sistematica>>, consistente nello sforzo di determinare quell'ordine e quella connessione strutturale delle conoscenze, di cui l'Enciclopedia è insigne testimonianza e monumento. Questa mentalità scettica nei confronti delle sistematiche tradizionali non significa tuttavia che l'Illuminismo abbia completamente bandito il discorso metafisico del suo orizzonte teorico. Infatti l'Illuminismo si mantiene per lo più entro una metafisica deista, che pur non pretendendo di spiegare <<l'essenza degli esseri>>, ritiene almeno di poter dimostrare che alla base di quell'<<orologio>> che è il mondo sta quell'<<orologiaio>> che è Dio. Tuttavia, il Dio dei deisti non ha nulla da spartire con il Dio delle varie fedi poiché è semplicemente una forza che ordina il mondo e a cui si accede attraverso la pura ragione. A differenza del <<teismo>>, presupposto da certe religioni positive, che ammette un Dio personale, trascendente, creatore dell'universo e provvidente, il <<deismo>> tende a ridurre l'intervento di Dio nel mondo. Così, mentre i deisti inglesi riferiscono ancora a Dio sia il governo del mondo fisico, sia di quello morale, i deisti francesi, a cominciare da Voltaire, negano che Dio si occupi degli uomini e gli attribuiscono la più radicale indifferenza nei riguardi del loro destino. Se il deismo, che in taluni autori tende a sfociare talora in forme di panteismo, è ancora una metafisica ridotta ai minimi termini, una metafisica globale è invece il materialismo, che intende tuttavia essere in pieno accordo con i risultati del sapere positivo e rappresentare l'ontologia stessa della scienza. Solo la linea del sensismo, che prende le mosse da Condillac e continua con i cosiddetti <<ideologi>> fioriti a cavallo dei due secoli- che praticano la filosofia come un'<<analisi delle idee>> in chiave sensista- perviene ad un agnosticismo più marcato. Sebbene, sul tema della metafisica, l'Illuminismo sia stato poco organico e coerente, si deve dire che esso, sulle orme degli empiristi, ha avuto la funzione storica di diffondere per la prima volta, nel mondo moderno, quel dubbio e quella cautela critica nei confronti dei sistemi ontologici tradizionali, che rappresentano uno degli antecedenti culturali del <<processo>> kantiano alla metafisica.
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