Il
muro di berlino e La situazione tra i due stati tedeschi nel 1969
Nelle prime ore del 13
agosto del 1961 le unità armate della Germania dell'est interruppero tutti i
collegamenti tra Berlino est e ovest e iniziano, e costruirono, davanti agli
occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un muro insuperabile
che attraversava tutta la città, che divideva le famiglie in due, e tagliava la
strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino ma
in tutta la Germania
il confine tra est ed ovest, che fino a quel momento con un po' di coraggio e
gambe veloci era superabile, diventò una trappola mortale. I soldati
ricevettero l'ordine di sparare su tutti quelli che cercano di attraversare la
zona di confine che con gli anni fu attrezzata con dei macchinari sempre più
terrificanti, con mine ANti-uomo, filo spinato alimentato con corrente ad alta
tensione, e addirittura con degli impianti che sparavano automaticamente su
tutto quello che si muoveva nella cosiddetta 'striscia della morte'.
Per l'opinione pubblica la costruzione del muro fu uno shock, ma la reazione
del mondo politico tedesco e internazionale era molto strana, con toni
incomprensibilmente smorzati. Il cancelliere tedesco Konrad Adenauer, impegnato
in campagna elettorale, aspettò 9 giorni prima di recarsi personalmente a
Berlino. Il presidente degli Stati Uniti fu informato solo 15 ore dopo l'inizio
della costruzione del muro e non interrompe le sue vacanze perché 'gli
interessi dell'ovest non erano direttamente toccati'. L'ambasciatore
americano in Germania fu informato di quello che stava succedendo a Berlino
durante una partita di Golf che voleva però terminare prima di dare un
commento. Solo 4 giorni dopo l'inizio della costruzione del muro, gli alleati
occidentali protestarono ufficialmente contro quell'atto di barbarie.
Certamente i servizi segreti dell'ovest dovevano sapere che si stava preparando
un colpo del genere, che sicuramente necessitava di una preparazione logistica
non indifferente e quindi anche visibile. Ma come si spiega allora una reazione
così tiepida a un evento così grave ? Una risposta ce la dà il responsabile del
Ministero degli Esteri americano per la questione di Berlino, che lo stesso 13
agosto disse: 'Vediamo come si svilupperà la faccenda. In fondo i tedeschi
dell'est ci hanno fatto un favore, perché la grande massa di profughi dalla
Germania dell'est era molto preoccupante.' Molti politici americani,
inglesi e francesi vedevano nel muro una soluzione brutta ma tutto sommato
accettabile per la situazione che si era creata a Berlino, che negli anni
precedenti era diventata sempre più instabile e pericolosa. La stabilità dei
due blocchi in Europa era diventata il principio sovrano che stava al di sopra
di tutte le considerazioni di carattere umano. Di nuovo la Germania era oggetto e
vittima della Guerra Fredda. Solo dopo, quando le conseguenze inumane di questa
brutale divisione della Germania diventarono sempre più evidenti, anche gli
americani correggessero il tono. Famosa è la visita di Kennedy a Berlino
durante la quale pronunciò, in lingua tedesca, davanti a migliaia di entusiasti
berlinesi, la frase 'Ich bin ein Berliner': 'Anch'io sono un
abitante di Berlino'.
Bloccato quasi completamente il pericoloso dissanguamento dello stato, negli anni
60 e 70 la
Repubblica Democratica dell'est visse anch'essa un suo boom
economico, anche se inferiore a quello dell'ovest 10 anni prima. Tra gli stati
dell'Europa dell'est diventò la nazione economicamente più forte e molti
tedeschi sia all'est che all'ovest cominciarono a rassegnarsi alla divisione,
che era vista sempre di più come un fatto certamente non normale ma
inevitabile, un fatto che si doveva accettare e che pesava sempre meno sulla
coscienza nazionale. Di riunificazione si parlava sempre meno e solo durante le
commemorazioni e le feste nazionali.
Alla fine degli anni 60 i
democristiani e i loro alleati liberali persero la maggioranza in parlamento e
con la socialdemocrazia al governo cominciò l'era della cosiddetta
'Entspannungspolitik', cioè della politica di distensione tra i due
stati tedeschi.
Per vent'anni, nonostante la continua affermazione della volontà di fare di
tutto per la riunificazione, i due stati si trattavano come i peggiori nemici.
Non esisteva nessun tipo di rapporto ufficiale tra le due Germanie, nessun
trattato politico o economico. Per la Germania dell'ovest l'altro stato non esisteva
nemmeno, dopo 20 anni di esistenza della DDR si parlava ancora di 'zona
sovietica' e un riconoscimento ufficiale era considerato un tradimento
della nazione. La rigidità della politica era tale, che la Germania Federale
interrompeva subito i rapporti diplomatici con un altro stato, se questo stato
voleva installare rapporti anche con la DDR. E da parte dell'est, la Germania Federale
fu chiamata con i peggiori aggettivi del linguaggio politico della Guerra
fredda : aggressiva, imperialista, reazionaria, successore del fascismo,
revanscista, pericolosa per la pace ecc. ecc. I rapporti economici e politici
di entrambi gli stati tedeschi erano più sviluppati con un qualsiasi piccolo
stato del terzo mondo che non tra di loro. La politica dei governi
democristiani dei primi vent'anni aveva sì portato la Germania Federale
ad essere un paese ricco ed economicamente forte, ma si sentiva sempre di più
il bisogno di un cambiamento al livello della politica estera. 'La Germania è economicamente
un gigante, ma politicamente un nano' si diceva sempre più spesso, e con
questo si voleva criticare il servilismo soprattutto rispetto agli USA, che
persino a loro stessi piaceva sempre meno. Dall'altra parte la Germania dell'est si
nascondeva dietro l'Unione Sovietica e seguiva docilmente ogni mossa del grande
fratello. Quando nell'agosto del 68 le truppe sovietiche schiacciarono i
tentativi riformatori della cosiddetta 'Primavera di Praga' la Germania dell'est fu tra
i primi ad applaudire e mandò anche delle proprie truppe per completare l'opera
di repressione nella Cecoslovacchia. Le due Germanie erano più lontane che mai,
si era giunti in un vicolo cieco.