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"Il MONDO OCCIDENTALE AD UNA SVOLTA"
Traffici e commerci: città e porti
I castelli assunsero il ruolo delle città all'epoca romana, anche se pur sempre in un quadro economico ed amministrativo assai semplificato. Tuttavia tra il IX e il X secolo, soprattutto quando c'era la presenza di un vescovo, i traffici non scompaiono, ma si riducono, quindi le merci continuavano a circolare. Uno dei prodotti più importanti era il sale, usato per la conservazione dei cibi.
Le maggiori favorite furono alcune città di mare italiane, le cosiddette repubbliche marinare. Sul Tirreno si affacciavano i porti di Amalfi, Napoli e Gaeta; sull'Adriatico invece primeggiavano città come Venezia e Bari; solo alla fine del X secolo entrarono sulle rotte di commercio Pisa e Genova.
Il commercio nell'alto Medioevo
Il declino economico dell'Europa occidentale è un argomento ampiamente trattato e studiato dagli storici di tutto il mondo. Lo storico Pirenne colloco questo fenomeno tra la fine del VII secolo e l'inizio dell'XIII attribuendo un'importanza decisiva agli islamici. Ben diverso esito hanno dato gli studi successivi che collocano il fenomeno in un periodo posteriore, precisamente all'inizio del IX secolo, e attribuiscano la causa al fatto che l'impero carolingio non poteva commerciare con i Paesi del sud e dell'oriente in quanto non possedevano né producevano oro.
La situazione economica nel X secolo
Lo sviluppo degli scambi, durante il corso del X secolo, favorì, soprattutto in Italia, l'intensificarsi delle attività commerciali, arrivando così alla nascita e diffusione ovunque di mercati. La ripresa degli scambi favorì la circolazione della moneta e portò innanzitutto ad un miglioramento dell'agricoltura.
Nel corso del X secolo si riscontrò ovunque un aumento demografico in quanto le migliori condizioni di vita favorirono l'aumento della natalità. Per rispondere alla crescente pressione demografica si dovette cercare di aumentare la resa dei suoli attraverso l'introduzione di nuove tecniche agricole e strumenti. Si diffuse largamente la rotazione triennale, l'aratro pesante a ruote e il collare da spalla. Inoltre furono ferrati gli zoccoli degli animali da lavoro e l'invenzione della carriola ridusse largamente la fatica umana.
Tra il X e XI secolo l'aumento dei contratti agrari segnalarono il bisogno di più terra.
L'ampliamento e il miglioramento delle terre avvenne grazie al dissodamento, al disboscamento e alla bonifica.
I cavalieri del medioevo
I cavalieri erano dei combattenti di professione, protetti da armature, con a capo un uomo di fiducia del signore, un vassallo. A partire dal VI secolo il cavaliere assunse un ruolo sempre più rilevante e perciò veniva considerato un il combattente per eccellenza. Tuttavia il cavaliere non fu un combattente efficiente e pericoloso finché non si diffuse l'uso della staffa che gli permetteva di avere una maggiore stabilità sul cavallo e quindi di avere entrambe le mani libere per maneggiare spade sempre più lunghe che divenivano micidiali in quanto sfruttavano il peso dell'animale lanciato a galoppo.
Nel corso del IX secolo si verificarono profondi mutamenti per quanto riguarda queste persone. Infatti in questo periodo, a causa della mancanza di guerre, i cavalieri divennero sempre più numerosi e molte volte furono avventurieri che minacciavano l'ordine pubblico e quindi rappresentarono un grosso problema sociale e politico.
La Chiesa intervenne, per frenare questo fenomeno, creando il movimento della pace che ebbe il suo culmine fra il 1027 e il 1041. Inoltre elaborò un modello di cristiano nelle vesti di combattente.
I Normanni
I cavalieri, che erano parecchio numerosi nel ducato di Normandia, desideravano impossessarsi di nuovi territori; così gli si presento l'occasione quando Guglielmo salì al potere. Egli infatti nel 1066 si spinse fino in Inghilterra dove, grazie alla Battaglia di Hastings, riuscì a opporsi alla nobiltà anglosassone. I Normanni imposero al paese una nuova struttura feudale già codificata e che non si ispirava alle forme già preesistenti. I Normanni si stabilirono definitivamente in Inghilterra ma non rinunciarono ai loro possedimenti in Francia: da qui ha inizio una lunghissima contesa che venne definita: guerra dei cent'anni.
Oltre a spingersi verso nord i Normanni si diressero verso il sud dell'Italia, dove diverse popolazioni si erano insediate precedentemente: gli ARABI in Sicilia, i LONGOBARDI nei ducati di Spoleto, Benevento e Capua, i BIZANTINI nella Calabria, Puglia e Basilicata mentre GAETA, NAPOLI e AMALFI erano città del tutto indipendenti. Tuttavia la numerosa famiglia degli Altavilla si impadronì rapidamente di contee e ducati finché nel 1059, con l'accordo di Melfi, il papa riconobbe Roberto il Guiscardo duca della Puglia e della Calabria nonché futuro duca di Sicilia.
Papato e impero
Nell'XI secolo si andavano delineando i due grandi poteri politici dell'Occidente: il papato e l'impero. Tuttavia la chiesa attraversava un momento di crisi in quanto si assisteva ad un profondo svuotamento dei principi che la chiesa avrebbe dovuto sostenere. Per questo nel 1039 Enrico III organizzò una riforma inviando funzionari laici che presero il posto dei vescovi ai quali spettava la cura delle anime. Inoltre l'imperatore godeva del privilegio ottoniano cioè controllava direttamente l'elezione del papa.
Leone IX e Niccolò II definirono la forma dell'elezione papale affidandola al controllo dei cardinali.
La Chiesa nel 1054 giunge ad una frattura in quanto il patriarca d'oriente non volle riconoscere la superiorità del papa. La chiesa greca da quel momento si considerò ortodossa, mentre quella di Roma si definì cattolica.
La lotta per le investiture
Nel 1073 diviene papa Gregorio VII che aprì le ostilità nel 1075 con il Dictatus papae cioè un breve elenco di 27 proposizioni con le quali definiva chiaramente il ruolo della chiesa nei confronti dell'autorità laica. Enrico IV ignorò il provvedimento papale nominando tre nuovi vescovi. Da qui ha inizio la lotta per le investiture. Gregorio replicò lanciando all'imperatore una scomunica, fatto assai grave a quel tempo in quanto se l'imperatore non fosse stato assolto entro l'anno tutti lo avrebbero bandito. Nel 1077 a Canossa Gregorio perdonò l'imperatore che riacquistato il suo ruolo riaprì i conflitti con il papa che lo scomunicò per la seconda volta. Questa volta però i vescovi si schierarono con Enrico che venne nominato imperatore dall'antipapa.
Nel 1122 con il concordato di Worms si arrivò a definire le precise competenze sia del papa che dell'autorità laica.
Città e cittadini
In tutta l'Europa le città nascevano come piccoli mondi isolati contrapposti alla campagna. Contrariamente a ciò in Italia le città mantennero uno stretto rapporto con la campagna. La presenza di un vescovo aveva contribuito a mantenere saldo il legame, inoltre c'è una sostanziale differenza fra l'uso dei termini dei paesi europei per indicare coloro che abitavano in campagna rispetto all'Italia; qui la campagna veniva indicata con il temine "contado", mentre con il termine "contadini" si indicava coloro che abitavano nel contado. Il nucleo più importante di cittadini era costituito da nobili famiglie trasferitesi in città per meglio amministrare i propri beni. Ogni famiglia costruiva in città un gruppo di case quasi sempre dominato da una torre, che diveniva simbolo di potere. Accanto ai nobili proprietari di terre in città vivevano numerosi mercanti e artigiani che acquistando nuove terre divenivano anche proprietari terrieri. La popolazione delle città italiane permetteva una certa mobilità sociale.
I comuni
Le città erano potenzialmente centri di conflitti interni ed i signori che vi abitavano cercavano di abusare del loro potere, perciò in tutte le città si diffuse il Comune, cioè un'associazione di cittadini che assunsero la gestione delle città e del territorio. In particolare i Comuni italiani, nell'XI secolo erano costituiti da famiglie nobili, che assunsero i diritti di banno. Tutti gli associati si riunivano periodicamente nell'arengo, sia per essere informati di entuali problemi e per discuterli, sia per eleggere i consoli ai quali spettava la gestione del comune. Questo modello di comune e detto anche comune aristocratico.
Nel XII secolo ai consoli venne sostituito un unico magistrato, il podestà, che solitamente non era originario del luogo. Da questo momento il comune assunse il nome di comune podestarile.
Federico I di Svevia
Nel 1152 ci fu la definitiva affermazione della casa di Svevia.
Federico I, detto il Barbarossa, era deciso a riaffermare il ruolo imperiale: di fronte al papato, rivendicando un'autorità derivante da Dio, di fronte agli stati d'Europa , cercando di ricostruire un saldo regno come ai tempi di Carlomagno, di fronte alle autonomie feudali e cittadine, richiamandole all'obbedienza. Nel 1154 organizzò un'imponente spedizione in Italia, ma senza giungere a nessun risultato. Per questo motivo nel 1158 organizzò una nuova spedizione indicendo una dieta a Roncaglia, nella quale vennero stabilite le regalie, cioè i diritti spettanti al sovrano: emanare leggi, nominare magistrati, armare eserciti, battere moneta e riscuotere le tasse.
I comuni si scontrano con l'impero
Il papa Alessandro III, che sosteneva la supremazia dell'autorità papale nei confronti dell'autorità laica, si allea con i comuni milanesi per rivendicare l'imperatore Federico. In questo momento ha inizio una nuova lotta fra papato e impero. Nel 1167 si arrivò alla formazione della lega lombarda, alla quale aderirono 36 comuni. Federico nel 1176 scese in Italia e subì una sconfitta a Legnano da parte dei Milanesi che lo costrinsero alla resa. Infatti l'imperatore da questo momento fu costretto a riconoscere l'autorità del pontefice e l'esistenza dei comuni; con il trattato di pace di Costanza del 1183 Federico riconobbe ai comuni molte delle regalie stabilite precedentemente.
Innocenzo III
Nel 1998 venne eletto papa Innocenzo III, convinto assertore del diritto divino della Chiesa ad assumersi un ruolo di guida nelle vicende umane. Egli partendo da queste convinzioni si sentì in diritto di intervenire nella politica europea, così nel 1202 indisse la quarta crociata per proseguire la lotta contro gli infedeli e contemporaneamente indisse la reconquista cioè la liberazione delle terre di Spagna ancora dominate dagli Arabi. Inoltre il papa entrò in gioco anche nella questione imperiale e quando si accorse che Ottone di Brunswick non era disposto a riconoscere l'autorità della Chiesa, lo scomunicò appoggiando la candidatura di Federico II di Svevia convinto che questo sarebbe stato più docile alle direttiva del papa.
Nel 1215 venne stesa la Magna Charta Libertatum che il re d'Inghilterra Giovanni Senza Terra fu costretto a firmare. Si tratta di un documento di particolare importanza in quanto pose dei precisi limiti all'arbitrio del re ed ancora oggi è il documento base delle libertà costituzionali inglesi.
Federico II
Federico II aveva appena 20 anni quando venne incoronato imperatore; cresciuto sotto la tutela del papa, la chiesa si aspettava che lui avesse realizzato grandi progetti a suo favore. Ma il giovane sovrano dimostrò di avere una propria visione politica, che non coincideva con quella della Chiesa. Rinviò la crociata e si dedicò a risanare il potere imperiale. Si preoccupò innanzitutto di riorganizzare il regno di Sicilia e la Germania. Mentre in quest'ultima Federico lasciò molta libertà alle famiglie che vi vivevano, in Sicilia si pose l'obiettivo di garantirsi un potere assoluto bloccando gli interventi della Chiesa nelle faccende dello Stato e colpendo le autonomie dei feudatari e delle città. Questo progetto si concretizzò nelle Costituzioni amalfitane (1231), un'insieme di leggi scritte con le quali l'imperatore riuniva in sé il potere legislativo ed esecutivo. In campo economico cercò di favorire il commercio ma si dedicò soprattutto all'organizzazione di un efficiente sistema di imposte. Federico II si preoccupò inoltre di allestire un forte esercito mercenario.
Il pontefice lo scomunicò per il continuo rinvio della crociata cosi nel 1228 Federico fu costretto a partire. Al suo ritorno l'imperatore riprese lo scontro sia con il papato sia con le città ribelli di Germania e Italia. Si arrivò dunque alla grande battaglia a Cortenuova dove i Comuni ribelli italiani vennero sconfitti.
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