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L'operaio non possedeva nulla, né capitali, né macchine, né capannoni, né materie prime. Possedeva solo la sua forza-lavoro, che cedeva all'imprenditore in cambio di un salario. Ma la macchina incominciava a sottrargli il lavoro, a defraudarlo del suo mestiere. La cardatrice meccanica ad esempio, introdotta in Inghilterra tra il 1780 ed il 1800, permetteva ad un uomo assistito da un ragazzo di fare un lavoro che prima richiedeva 7 operai specializzati; e la nuova pettinatrice rendeva superflui 5 operai su 6. Le macchine perciò furono subito viste come concorrenti pericolose: di qui l'impulso a distruggerle, come era accaduto nel 1758, quando alcuni operai avevano rovinato i macchinari di uno stabilimento tessile. Per impedire che si ripetessero fatti del genere, il Parlamento inglese varò un'apposita legge nel 1769, che prevedeva la pena di morte per questo genere di reato.
Dopo un periodo di relativa calma sociale, le lunghe guerre contro Napoleone ed i cattivi raccolti del 1811/1812 acuirono la collera degli operai, che si sfogarono soprattutto contro il macchinario dell'industria tessile. Bande di giovani tessitori, infatti, percorrevano di notte le campagne dei Midlands, entrando nei capannoni e nelle case per distruggere i grandi telai. Essi dichiaravano di agire a nome del «generale» Ned Lud, un apprendista calzettaio di Leicester, che trent'anni prima aveva fatto a pazzi un telaio per pizzi, dopo che il suo maestro lo aveva rimproverato di aver eseguito male il lavoro. Durante la sommossa furono distrutti circa 1000 telai ed il Governo dovette ricorrere all'esercito per sedare i tumulti.
Anche al mercato di Manchester si registrarono gravi disordini: folle di donne, esasperate dal continuo rialzo del prezzo delle patate, si impadronirono dei carretti ed attuarono «vendite proletarie» a basso prezzo, mentre alcune altre, approfittando della confusione, operavano anche «espropri personali» di altre merci.
Un'altra serie di disordini «luddisti» si ebbero nel 1826, nell'East Lancashire, con ripetuti assalti alle fabbriche. Una delle ultime ondate distruttive avvenne nelle campagne nel 1830, dopo un inverno particolarmente difficile. Questa volta furono prese di mira le trebbiatrici meccaniche, che privavano i lavoratori agricoli dei proventi derivanti dalla trebbiatura a mano.
Nel Northumberland, infine, i minatori in sciopero distrussero gli impianti di ventilazione (1831), ma a partire dai grandi scioperi del 1842 il movimento operaio inglese iniziò una nuova tattica di lotta contro il padronato, incominciando a rendersi conto che occorreva distinguere fra le macchine e l'uso che se ne faceva, indirizzando gli attacchi non più contro i mezzi di produzione ma contro il sistema di sfruttamento dei lavoratori.
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